Capitolo 4

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Mi svegliai in ospedale e cercai di riordinare le idee.

Aspetta... perché sono in ospedale? Mi chiesi. 

"Tesoro.... tesoro, stai bene? Come ti senti?" Chiese mia nonna, preoccupata.

"Ho un po' di mal di testa... cosa è successo? Dov'è il nonno?"

"Sei svenuta e Robert sta parlando con l'infermiera" disse.

In quel momento ricordai.

Ho un tumore e non c'è molta probabilità di cura.

Iniziai a piangere.

"Nonna, ti prego, dimmi che non è vero" Mi guardò con una smorfia di dolore e mi abbracciò forte.

"No..." singhiozzai "Non può essere vero, non posso perdere anche lui..." non riuscivo ad elaborare la cosa. Sembrava impossibile.

"Ma non lo perderai lui vivrà sempre nel tuo cuore."

"Me lo hai detto anche quando i miei sono morti e non è la stessa cosa" Dissi con il cuore infranto.

"Lo so, mi dispiace davvero..." disse tra le lacrime. "Non so come faremo a vivere in un mondo senza il nonno, ma dobbiamo farcela... faremo di tutto per farlo rimanere il più tempo possibile." 

Non risposi, continuai a piangere tra sue braccia. 

Ad un certo punto, la porta si aprì e il nonno entrò. Ci guardò entrambe immerse nel dolore e nel dispiacere, lo lessi anche nei suoi occhi chiari. La nonna uscì e ci lasciò soli.

"Vieni qui" gli dissi singhiozzando. Lui corse verso di me, dandomi un abbraccio forte.

Non potevo credere che era reale. Ero scossa dalla notizia a tale punto, da credere che fosse un incubo. Era orribile la sensazione. Era orribile sapere che non potevamo fare niente e che un giorno non lo avrei più avuto così... tra le mie braccia. Mi sentivo inutile.

"Dai su, andiamo a casa, l'infermiera ha detto che appena sveglia ti avrebbero dimesso".

In quel momento mi ricordai di una cosa.

"Oh no! Devo andare ai colloqui con i professori di Stella oggi alle 16:30!" Guardai l'orologio ed erano sono le già 14:30.

"No, non puoi andarci in questo stato" Disse, preoccupato.

"Devo andarci, non posso mandare voi" esclamai. "E poi sto benissimo".

Lui sbuffò. "Okay. Allora andiamo prima che si faccia troppo tardi".

"Posso chiederti un favore?" Chiesi.

"Certo".

"Credo sia meglio che glielo dica io a Stella" Lo guardai tristemente.

Lui annuì poi tornammo a casa.

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