Capitolo 30

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Mi ritrovo nelle braccia familiari di mio padre, assieme a Stella. Quanto mi erano mancate e pensare che era a pochi passi da me ed io pensavo che fosse morto.

"Raccontami tutto papà". Gli sussurro.

"Certo, andiamo in cucina".

Ci sediamo in cucina. I miei nonni sono stupiti di vederlo lì e Stella mi sembra disorientata come se non capisse davvero cosa stia succedendo. In realtà non lo capisco neanche io. Mi sembra così irreale vederlo davanti a me quando per tutti questi anni lo avevo creduto morto. Ma perché mi avevano mentito?!

"Bella, prima di tutto devo dirti che sono stato io a obbligare i tuoi nonni a non dirvi niente. Non volevo farvi crescere nel dolore". Dice papà. Mi sembra strano pronunciare questo nome dopo tutto questo tempo. E pensavo che non l'avrei più fatto in vita mia.

"Siamo già cresciute nel dolore. Ma non capisco perché! Se tu sei innocente perché avrebbero dovuto dirmi che siete morti in un incidente?" Sbotto irritata.

"Perché anche loro credevano che fossi stato io ad uccidere Renée". Abbassa lo sguardo. La morte di mamma crea dolore a tutta la famiglia. Mamma era una persona speciale e piena di sé. Rideva sempre, portava il buon umore a tutti, era l'anima della famiglia. E la sua voce nessuno potrà dimenticarla. Senza accorgermene un'altra lacrima riga la mia guancia. Papà allunga una mano per asciugarmela ed io appoggio la testa sul palmo della sua mano sorridendo.

"Mi sei mancato papà", confesso.

"Anche a me mi sei mancato, anche se non ricordo niente e non ci sto capendo una mazza. Ma mi sei mancato lo stesso". Dice Stella sorridendo.

"Anche voi mi siete mancate, ragazze. Venite Giuliana Roberto, così spiego anche a voi quello che è successo". Nonna e nonno fanno come chiesto e si siedono vicino a noi. "Partiamo dall'inizio. Io e vostra madre lavoravamo nell'agenzia di Carlisle. I primi anni sono stati i migliori, io l'avevo conosciuto in un bar dove facevo il barista e lui mi ha assunto nella Venere. Come ho detto prima i primi anni sono stati migliori erano amici per la pelle inseparabili, ma a tua madre non gli è mai piaciuto anche se lo accettava perché teneva a me e mi vedeva felice con lui. Io... Non lo sapevo..." Inizia a piangere... "Ho scoperto dopo che lui si era invaghito di lei e l'aveva ricattata di uccidere la sua famiglia se non fosse stata con lui. La violentava e... e la picchiava... aveva perso il sorriso luminoso che aveva sempre ed io non riuscivo a capire... se solo l'avessi capito prima..." Si mette la mani sul viso nascondendolo.

"Papà..." Lo chiamo piangendo. "Non farti una colpa. È stato quello stronzo di Carlisle..." Gli tolgo le mani dal viso. Mi fa male sapere che per tutti questi anni se ne era fatto una colpa. Mamma non poteva dirglielo... aveva sofferto così tanto per proteggerci, pensarci mi fa piangere di più. Noto che anche Stella aveva cominciato a piangere ed io la strinsi in un abbraccio protettivo. Poi incito papà a continuare il racconto.

"Quella sera io avevo scoperto tutto, Esme me l'ha raccontato perché non sopportava più tutto quello che Carlisle era capace di fare. Corsi a casa, ma nello stesso tempo Renée aveva deciso di ribellarsi a lui e questo comportò la sua tragica morte. Il dolore che ho provato vedendola lì a terra sanguinante, il suo corpo così bello senza vita, i suoi occhi chiusi che non avrei mai più rivisto come il suo sorriso luminoso che rendeva la vita migliore a tutti, era insopportabile. Non ebbi neanche la forza di uccidere Carlisle stavo lì, a fissare il corpo inerme di mia moglie. Poi quando vidi te a terra, Bella, a quel punto reagii. Volevo raccontare tutto, ma qualcuno aveva chiamato la polizia e mi aveva arrestato. Ero preoccupato per voi, vi avrei protetto da tutto questo. Siete una parte di lei, siete l'unica cosa che mi rimane. Vedevo Giuliana e Roberto piangere per la perdita di loro figlia e te svenuta a terra. Mi guardavano con disprezzo e non potevo biasimarli. Se fossi arrivato prima lei adesso sarebbe ancora qui con noi". Si ferma per un secondo, io avevo la testa di Stella sul mio petto, continuava a singhiozzare. Anche i nonni hanno cominciato a piangere. "Sono rimasto in carcere per tutto questo tempo, ma mi ero promesso che sarei tornato da voi. Ed eccomi qui. Non vi lascerò più, starò sempre con voi. Vi prometto che fino al mio ultimo respiro vi proteggerò sempre."

Ci riuniamo in un abbraccio di famiglia piangendo e in quel momento sento qualcosa che mi accarezzava la schiena, una mano, un tocco familiare che ho sempre amato e sempre amerò.

Sorrido.

Mamma è qui con noi.

~~~~~

"È COLPA TUA! IO L'HO PERSA PER CAUSA TUA! MI FAI SCHIFO SEI UN'ASSASSINO IGNOBILE DOVRESTI SOLO VERGOGNARTI! PEZZO DI MERDA!" Edward urlò disperato al padre.

Carlisle invece sta lì, impassibile ridendo del male causato e questo non fa che arrabbiare ancora di più Edward così che gli va addosso e gli sferra tutti i pugni possibili e immaginabili.

Ora Carlisle è ricoverato in ospedale ed Edward è stato arrestato.

Ormai non aveva più niente da perdere.

Tu sei la mia musica [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora