Capitolo 8

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Dopo un ora che dei dipendenti mi chiedono se possono avere un colloquio con Edward, quest'ultimo mi chiama nel suo ufficio. Lo sapevo che stava escogitando qualche piano per torturarmi.... era troppo tranquilla la giornata.

"Mi hai chiamato?" Gli chiedo gentilmente

"Si, ma dammi del lei non sono un tuo amico, sono il tuo capo!" Dice con quella arroganza che odio con tutta me stessa

"Ma chi ti credi di....." mi blocco dal finire la frase, ricordandomi che sono ad un posto di lavoro e combatto tutta me stessa per non lanciargli uno dei miei tacchi in testa. Con molta fatica riformulo la frase. "Mi scusi... ha ragione... come posso esserle utile signor Cullen?" Gli chiedo cortesemente ma nella mia mente ci sono tante parole non belle che vorrei dirgli.

"Vorrei che mi portassi un caffè sono talmente stanco che non mi va di alzarmi da questa poltrona"

"Si, certo glielo porto subito"

"Macchiato, grazie"

Mi da la chiavetta per le macchinette e mi avvio cercandola. Non credo riuscirò a sopportare il suo comportamento per il resto dei giorni che lavorerò qui! Un caffè!! Ma chi si crede di essere... ha ragione il signorino figlio di papà non può alzarsi dalla poltrona perché è troppo stanco! Quanto mi dispiace! Ma per carità gli si dovessero rovinare le scarpe!

Gli porto il caffè. Quanto vorrei tirarglielo a dosso!

"Ecco il suo caffè, come ha chiesto." Lui lo guarda con disgusto e dice:

"Io non lo volevo macchiato! Per quale motivo me l'hai preso così?" Posso giurare che sta mentendo lo so che me lo ha chiesto macchiato, me lo ricordo!

"Guarda che.... mi scusi..... GUARDI che lei me lo ha chiesto MACCHIATO" gli dico arrabbiata con i pugni stretti ai fianchi.

"Non dire bugie, non mi piace una segretaria bugiarda, e non provare a contraddirmi!" È possibile che una persona può essere così odiosa, cattiva e bugiarda?!

"Va bene... gliene devo portare un altro?" Gli chiedo educatamente.

"No lascia stare non mi va più il caffè!" E proprio quando sto per uscire dal suo ufficio mi blocca.

"Per caso ti ho detto che puoi uscire dal mio ufficio?" Mi trattengo da non rispondergli male e non pistarlo di botte!

"Mi scusi, desidera qualcos'altro?" Sperando che non mi chieda niente

"Si, mettimi a posto questi fogli nelle apposite cartelline." Mi ordina. Cosa? Devo anche pulirgli la bocca quando mangia?! Ci manca solo quello! Ma senza lamentarmi faccio quello che mi chiede, anzi quello che mi ordina.

Mentre metto a posto inizia a farmi domande:

"Allora.... come mai stavi cercando lavoro?" Perché è così invadente e comunque che gli importa?!

"Perché mi serviva." Gli rispondo secca. Non voglio che sappia gli affari miei.

"Si mi immagino tu sei la solita ragazza che gli piace stare a centro dell'attenzione in mezzo a uomini d'affari. Per cosa vuoi che ti serva un lavoro!" Dice sorridendo e prendendomi in giro. No, questa non gliela faccio passare! Gli butto i fogli che stavo sistemando per terra ridisordinandoli tutti. In un attimo siamo faccia a faccia e arrabbiatissima gli dico:

"Ora basta! Ho sopportato già troppo il tuo comportamento per 2 ore e passa, pensa se dovrò farlo per il resto della mia vita! Cercherò un altro lavoro! Anche se mi serve adesso! E vuoi sapere una cosa?! Il lavoro mi serve per mio nonno che è in fin di vita, ha un tumore molto grave ai polmoni e anche se i dottori dicono che non si può curare proviamo per non farlo morire!" Gli dico piangendo e prima di andarmene gli urlo: "E sai una cosa io non sono una tua serva sono solo una segretaria! E se continui a trattare le persone che ti stanno attorno così male rimarrai da solo per il resto della tua vita" Lui è praticamente sconvolto dalla mia risposta fredda e non mi ferma e non neanche mi risponde. Io lo guardo un attimo negli occhi e dico a voce abbastanza alta da potermi sentire "viziato, figlio di papà" sbattendo la porta. Mi asciugo le lacrime e corro in macchina per andare via. Guardo l'ora e sono le 17 e 10. Dovrei aver staccato dal lavoro 10 minuti fa invece di stare agli ordini di quel cretino! Mentre parto con la mia macchina decido che stasera mi metterò a cercare un altro lavoro. Non posso sopportarlo un minuto di più!

Arrivo a casa e mi chiudo in camera accendo il computer e mi metto alla ricerca, sperando di trovarlo.

Tu sei la mia musica [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora