Capitolo 35.

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"NO ASPETTATE!" Urlo, ma il giudice e gli avvocati non mi danno ascolto. "VI DICO CHE LUI È INNOCENTE. LASCIATELO!".

"Scortare questa signorina fuori dall'aula, per favore". Ordina alle guardie così da farle avvicinare violentemente a me.

"Perché?" Guardai Edward con gli occhi lucidi e il cuore mi si stringe in una morsa talmente forte da farmi male.

Non può essere vero, Carlisle non può averla vinta. Non ha completamente senso.

Giro lo sguardo verso l'uomo che continua a rovinare la vita a tutti quelli che gli passano davanti. Mi guarda vittorioso e strafottente poi mima con le labbra, sorridendo malvagiamente: "hai perso".

"NOOOO!" Mi sveglio di soprassalto con l'affanno. Guardo dritto di fronte a me cercando di riordinare le idee.

È stato un sogno, continuano a ripetermi. Soltanto un brutto sogno.

Quando riesco a tranquillizzarmi almeno un po', prendo il cellulare dal comodino e guardo l'ora.

7:30.

La sveglia avrebbe suonato due ore dopo, ma se mi sarei rimessa a dormire sicuramente sarei disturbata da qualche incubo.

All'improvviso qualcuno bussa alla porta facendomi sobbalzare.

Sono ancora scossa dall'incubo.

"Avanti" dico con voce rauca.

La porta si apre rivelando una padre preoccupato. "Hey, Bells. Tutto apposto?".

Annuisco freneticamente e le faccio cenno di entrare in stanza. Mi butto pesantemente nel letto.

"Ti ho sentita urlare e.. Sono venuto per vedere cosa fosse successo". Dice con un filo di voce chiudendosi la porta alle spalle. Si siede delicatamente sul mio letto mettendomi, titubante, una mano sulla gamba.

"No, tranquillo. È solo stato uno dei soliti incubi". Rispondo.

"Non sapevo avessi degli incubi". Abbassa lo sguardo.

Mi rialzo a sedere per vedere meglio la sua espressione. Si vede che è frustrato e addolorato dal fatto che ha perso tutta la mia infanzia e adolescenza. Del fatto che non mi conosca così bene e che non sia stato lui a crescermi.

Non avrei mai pensato di dirlo, ma... Non è stata colpa sua.

"Beh, sì ho cominciato ad avere incubi dopo quella sera". Dico cercando di controllare la voce. Non voglio che si senta in colpa.

"Mi dispiace, Bella... Io...". Prova a dire ma io lo interrompo con un gesto della mano.

"Non c'è bisogno che tu ti scusi papà. Non hai nessuna colpa. Sei solo stato tradito da un amico, come è successo a me e a tutti quelli che ci sono intorno". Gli alzo il volto e gli faccio un sorriso cercando di tranquillizzarlo.

"Ma oggi finirà tutto, Bella. Ne sono sicuro". Mi prende la mano.

"Sì, papà. Finirà tutto". Mi avvicino a lui abbracciandolo.

Già, speriamo che tutto vada bene.

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"CAZZO!" Impreco bloccata nel traffico.

Sono ore che sono uscita di casa e bloccata in una fila lunghissima di automobili. Il processo è iniziato già da mezz'ora.

"Dio, non può essere". Mi metto le mani nei capelli e mi appoggio con i gomiti al volante. Non può finire così, cazzo, no. Devo andare lì.

Tu sei la mia musica [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora