Capitolo 9

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E' passata una settimana da quando ho litigato con Edward e fino a quel momento non l'ho visto e ne sentito. Solo una mattina, davanti alla scuola di Stella, l'ho vidi in mezzo alle sue solite galline che gli vanno dietro! Incrociammo per un momento lo sguardo e nei suoi occhi chiarissimi forse c'era un briciolo di senso di colpa. No, era solo la mia immaginazione! Come può Edward Cullen provare senso di colpa per me?! Tanto non mi importa per tutti pensieri che ho per la testa mi metto anche a pensare a lui! Bah... ridicolo!

Oggi è il 24 maggio del 2015 e quella sera, quando tornai infuriata dall'ufficio di Edward, trovai lavoro. Certo è molto diverso: da segretaria a barista c'è un enorme differenza! Se Edward non fosse così antipatico continuerei a fare quel lavoro perchè in fondo mi piaceva un sacco! Ma purtroppo è andata così e l'ho accettato, tanto non posso fare niente.

Entro nel bar e i miei colleghi mi salutano con un sorriso sgargiante e io faccio lo stesso. Vado a salutare il capo e vado nello sgabuzzino e mi metto la mia divisa. Attacco al lavoro alle 8 e stacco il pomeriggio alle 18 e mi pagano 30€ l'ora. Ma per me vanno più che bene! Comincio il mio lavoro e come sempre con grandi risultati: i clienti vengono a farmi i compimenti per come lavoro per i cappuccini e caffè, io soddisfatta di me stessa li ringrazio tutti e dico sempre a loro che sono troppo gentili. Non pensavo di essere portata per fare la barista e non avrei mai immaginato di avere questi grandi risultati!

Questa settimana è stata tranquilla e in qualche modo mi sentivo felice: non pensavo all'arroganza di Edward, al tumore di nonno, alle bollette da pagare, ai miei genitori, a quel sogno strano di cui non riesco a capire il senso! Ma soprattutto non pensavo al mio sogno che forse stavo per realizzare prima che morisse mia madre, e mio padre ovviamente. Con mio padre non avevo un gran rapporto come lo avevo con mia mamma. Mio padre non mi dava tanto affetto, più che altro lo dava a mia sorella perché diceva che era più piccola di me quindi ne aveva più bisogno. Un' emerita cavolata! Anche io ero sua figlia e ne avevo bisogno anche io! Ma nonostante questo gli volevo comunque bene era mio padre qualunque cosa faceva. Mia mamma invece era il top era il meglio di tutte le mamme al mondo... con lei potevo parlarci di qualunque cosa, mi ha sempre dato consigli su tutto. Quando ero triste lei c'era, quando ero felice lei c'era, quando ero malata lei c'era... qualunque stato d'animo avevo era sempre presente e mi stava sempre vicino. Ridevamo insieme, piangevamo insieme... ma soprattutto suonavamo e cantavamo insieme. La sua voce era stupenda ogni volta che cantava faceva girare tutti e farli rimanere a bocca aperta, era come se sentivi un angelo cantare e qualsiasi cosa ti faceva rendere triste svaniva in un batter d'occhio! Mi pagava la scuola di canto e andavo abbastanza bene! Facevamo spettacoli e mi diceva che se continuavo così non servivano più scuole di canto. Mi Parlava sempre dolcemente mi riempiva di complimenti e mi rassicurava sempre e mi diceva che per nessun motivo dovevo essere insicura di me stessa. Poi quel maledetto giorno morì e io mi sentii persa. Ero caduta in depressione mio nonno mi diceva che mi avrebbe continuato a pagare le lezioni di canto e il pub dove cantavamo mi chiamava per andare a fare esibizioni ma io mi rifiutavo, volevo stare sola lontana da tutti e da tutto quello che mi ricordava lei. Ma qualunque cosa mi ricordava lei! Non mangiavo ero dimagrita tantissimo e i miei nonni preoccupati per la mia salute mi portarono dal dottore ma qualunque cosa mi dicevano di fare io non la facevo, ma non perché non volevo, perché non ne avevo la forza. Dopo un anno mi ripresi e cominciai a fare la vita normale come tutti gli altri e per la prima volta dall'accaduto sorrisi ed erano tutti felici per me e anche ero felice. È come se mamma sia vicino a me qualunque cosa faccio!

Le ore passarono velocemente e scoccarono le 18. Aspetto la collega che attacca dopo di me e poi vado a casa. In macchina accendo la radio e anche se capitano le mie canzoni preferite io non le canto. Arrivata a casa controllo il cellulare e vedo che ho una chiamata persa da un numero che non ho salvato nella segreteria, mi ha chiamato alle 16 e 40 ma io non potevo sentirlo stavo lavorando. Proprio quando decisi di mettermi a fare un pisolino prima di cenare mi squilla il cellulare ed è sempre quel numero. Decido di rispondere per curiosità.

"Pronto, chi è?" Chiedo io educatamente

"Ehm... Bella.... s-sono io Edward... " Cosa? Edward come fa ad avere il mio numero? Ma soprattutto cosa vuole dirmi?!

Tu sei la mia musica [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora