Capitolo 36.

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Arriviamo all'ospedale in fretta e furia. Durante il viaggio, durato poco a causa della velocità in cui andava Edward, non ci siamo scambiati una parola. La sua espressione era intrinseca di dolore e rabbia. Non ebbi il coraggio dire niente.

Quando le porte scorrevoli si aprono Edward si fionda al centro informazioni e molto velocemente dice "in quale camera sta Josh Cullen?".

La ragazza gli fa la domanda che aveva fatto a me ieri. "È un parente di sangue?".

"Sì, sono suo fratello". La ragazza guarda attentamente il suo volto pieno di dolore, poi gira lo sguardo verso di me riconoscendomi. Le lancio un occhiata di scuse poi lei annuisce e annuncia il numero della camera.

"Il numero della stanza è il 101, muovetevi l'orario di visita è finito da un bel pezzo".

"Grazie", disse frustrante Edward.

Mi prese la mano e iniziamo a correre verso l'ascensore. Non so come la prenderà quando vedrà suo fratello immobile su quell'odioso lettino. Sul suo viso si intravede già il dolore. Gli strinsi la mano d'istinto mentre siamo in ascensore.

Appena lo tocco si gira di scatto verso di me. La sofferenza è tanto evidente da sentirla crescere nel mio petto. Lo abbraccio e lui mi strinse a sé, ma proprio in quel momento l'ascensore si ferma ed apre le porte.

Ci fiondiamo nel corridoio cercando la stanza e non c'è bisogno di leggere il numero per capire che è quella di Josh, perché troviamo Stella in lacrime tra le braccia di papà.

Edward corre verso di lei. Mio padre gira lo sguardo e ci vede. "Hey ragazzi, come è andata?". Il suo tono di voce era triste e debole.

Non promette nulla di buono.

"Ne parleremo dopo", dico velocemente io. "Come sta Josh?". I loro volti si rattristano di più e Stella continua a piangere sulla spalla di Edward.

Mio padre prende parola: "Ecco lui.... Ha avuto un arresto cardiaco".

Le emozioni di sofferenza nel volto di Edward scompaiono come la forza con cui teneva stretta a sé Stella. Come se ci fosse un'interruttore che qualcuno ha fatto scattare. Si è spento e a me mi si è mozzato il fiato.

"Ho u-urlato hai d-dottori che aveva bi-bisogno d'aiuto e..." Non riesce a finire la frase. Stella è scossa da continui singhiozzi, la sua voce è rauca e priva di vita.

È colpa mia.

"I dottori sono dentro, faranno di tutto". Dice papà non tanto convinto.

~~~~~

Il silenzio tombale si scatena dopo quella frase. Ci siamo tutti seduti a guardare un punto fisso del corridoio. Tutti immersi nei propri pensieri, nella propria porzione di dolore. Stella aveva smesso di piangere, anche lei è immobile sulla sedia. Non ha neanche la forza di respirare, i suoi occhi sono spenti come quelli di Edward. La testa di Edward è appoggiata sulla mia spalla, sembra che stia dormendo, ma i suoi occhi sono spalancati come fari. È passata un'ora. Un'ora senza notizie, niente di niente. Un'ora di silenzio. Quel tipo di silenzio che non riesci ad ascoltare. Quello che mette paura immensa. Quello che ti fa sentire ancora più dolore e non permette di muoverti.

Dopo un'altra mezz'ora il dottore esce dalla stanza.

Scattiamo tutti in piedi e la speranza prende il sopravvento nel nostro cuore.

"Ho bisogno di parlare col familiare più stretto", dice serio il medico.

"Sono io", esclama impaziente Edward. "Sono suo fratello", aggiunge.

Probabilmente il medico nota la somiglianza tra i due quindi comincia a parlare. "Josh è salvo", a quelle parole tutti lasciamo un sospiro di sollievo. "La signorina che era in camera con lui gli ha salvato la vita. Se non ci fosse stata lei ad avvertirci prima non saremmo arrivanti in tempo". Mi giro verso Stella e la stringo a me con una sorriso sul volto. "L'abbiamo rianimato ora il suo cuore batte regolarmente. C'è un'altra buona notizia". La sua serietà mi mette in soggezione. "La scossa del defibrillatore l'ha fatto svegliare dal coma. È un ragazzo forte, ma soprattutto fortunato". Dopo queste parole il dottore da una pacca sulla spalla ad Edward e se ne va.

Edward rimane un secondo a rielaborare le frasi che ha detto il dottore. Ma soprattutto l'ultima.

La scossa del defibrillatore l'ha fatto svegliare dal coma.

Svegliare dal coma.

Si è svegliato.

Josh è tornato.

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