La festa è finita, ora sono in viaggio per tornare a casa, e come avevo sperato tutto è finito bene. Zia era davvero felice che eravamo tutti insieme e sorridenti. Soprattutto quando io e Rebècca siamo arrivati in salone con la luce spenta e tutti abbiamo cominciato a cantare "tanti auguri". Per non parlare di quando ha scartato i regali: la maggior parte dei regali erano stupidaggini, ma come si dice conta il pensiero! Mi sono divertita e per una delle poche volte mi sono sentita felice. Ma una parte di me, quella parte che purtroppo ci dovrò convivere tutta la vita, pensava ai miei genitori. Mancavano solo loro, ma so che erano con me. Nel mio cuore sentivo che erano con me, con noi! Certo non è la stessa cosa che averli in carne e ossa davanti a me, ma è così e devo accettarlo. Certe volte vorrei raggiungerli ma non posso lasciare la mia famiglia hanno bisogno di me ed io di loro.
Rientriamo tutti in casa e ognuno di noi va in camera propria dandoci la buonanotte. Metto il pigiama e mi sdraio sul letto. Prendo il telefono ed ho un messaggio da Edward. Appena leggo il suo nome ho un sorriso stampato in faccia e per quanto la mia mente voglia toglierlo le mie labbra non riescono a farlo. Apro il messaggio e dice:
*Ciao, spero di non disturbarti, come è andata la festa? Domani vengo a prenderti alle 19:00, se vuoi ancora uscire con me, ovviamente! Rispondimi appena puoi.*
Il mio cuore fa un salto al ricordo che domani uscirò con lui. Mi affretto a rispondere:
*No, non ti preoccupare, tu non disturbi mai. Sono appena tornata a casa e la festa è andata alla grande, domani ti racconto nei dettagli. Comunque si certo che voglio ancora uscire con te, alle 19 va benissimo.*
Tengo il telefono in mano come una una stupida aspettando una risposta. È mezzanotte e venti devo andare a dormire domani mi devo svegliare presto per accompagnare nonna a fare la spesa. Sono passati cinque minuti e io sono ancora con il telefono in mano. Forse ha cambiato idea, forse non vuole più uscire. Appoggio il telefono sul comò e attacco il caricatore alla presa presa per caricarlo durante la notte. Mi metto sotto le coperte e proprio mentre sto per addormentarmi il mio telefono vibra. Prendo il telefono velocemente facendolo quasi cadere. Leggo il messaggio da Edward:
*Fantastico allora a domani sera!*
Gli scrivo anche io un "a domani" e rimetto il telefono sul comodino facendolo caricare. Prima di cadere nelle braccia di Morfeo penso, anzi mi chiedo se anche lui ha un sorriso ebete sul viso al pensiero di domani ma allo stesso tempo nervoso. Spero che tutto vada bene!
Sono distesa a terra e appena mi alzo vedo tutto bianco. Non c'è ne il cielo né la terra sotto i miei piedi mi sembra di essere in mezzo alle nuvole e non c'è via di fuga. Inizio a camminare senza arrivare da nessuna parte, il luogo era sempre uguale non ci sono strade. Inizio a correre sperando di trovare qualche via d'uscita ma niente. Più corro e più non trovo un qualcosa che mi può indicare la strada. Entro letteralmente nel panico. Comincio a urlare "aiuto" sperando che qualcuno mi sentisse ma niente, urlo più forte che posso ma ancora niente. Mente continuo a correre inciampo in qualcosa e cado a terra e solo in quel momento realizzo che sono sola, che non c'è nessuno. SOLA!
"Sono sola!" Sussurro
"Non sei sola" una voce mi rimbomba nelle orecchie. Alzo la testa di scatto, aspettandomi di vedere qualcuno, ma non c'è nessuno.
"Bella... Tu non sarai mai sola!" Mi parla di nuovo quella voce. Quella voce..... Quella voce.... Ripeto nella mia testa cercando di ricordare di chi sia. "Non sarai mai sola" mi aveva detto da bambina quando tornai da scuola piangendo. So di chi è quella voce!
"Mamma" dico con il dolore nel petto e le lacrime agli occhi al ricordo della sua voce.
"Mamma sei tu?" Continuo a chiamarla con la speranza che appaia davanti a me. Urlo il suo nome ancora più forte e ancora più forte che quasi mi va via la voce. Non la sento più non è davanti a me adesso come avevo sperato. Le mie lacrime scendono prima che io riesca a fermarle e cado in ginocchio con una mano sul petto come se qualcuno mi avesse ferita.
"Non piangere, io sono qui sempre" mi rassicura la voce di mia madre.
"Mamma, fatti vedere ti prego!" La scongiuro ancora in ginocchio, la mano sul petto e le mie guance rigate dalle lacrime.
"Non posso!" Esclama la voce.
"Perché?" Gli chiedo disperata. Lei non mi risponde e cambio quindi gli parlo di nuovo prima che non possa più sentirla.
"Perché faccio ancora questi incubi mamma?" Lei aspetta un po' prima di rispondere però alla fine parla:
"Ci sono cose che devi sapere, ma non adesso." Dice con voce sicura.
"Cosa? Cos'è che devi sapere?" Chiedo ancora a lei.
"Lo saprai a tempo debito" convita mi risponde "Ora devo andare Bella e ricorda che io sono sempre nel tuo cuore. Non sarai mai sola!" Mi si spezza il cuore non voglio che vada via.
"No, mamma, aspetta!" Urlo "Non andare via, ti prego, non lasciarmi!" Urlo di nuovo piangendo a dirotto. "MAMMA!"
"Bella..... Bella!" Urla mia nonna. Scatto a sedere sul letto. Sto sudando ed ho il respiro affannato. Abbraccio nonna mentre piango sul suo petto mentre lei mi rassicura dicendomi: "shh... Tesoro è tutto finito." Era proprio quello il problema non volevo finisse. Questo sogno è stato il più bello che avessi mai fatto. Ho parlato con mia mamma. Mi ha detto che devo sapere delle cose. Ma che cosa? Rimando le troppe domande e troppe risposte a dopo. Mentre mi cullo nelle braccia di mia nonna tranquillizzandomi un po'. Ma c'è una cosa importante che mamma mi aveva detto in sogno. Ha detto che io non sarò mai sola e che lei c'è sempre non è andata via. 'C'è sempre' ripeto nella mia mente 'c'è sempre..... nel mio cuore'
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Tu sei la mia musica [IN REVISIONE]
FanfictionIsabella Swan (Bella): ragazza di 22 anni con una profonda passione per la musica ma dopo la morte dei suoi genitori smise di cantare e suonare. La sua vita era diversa da tutte quelle che avevano i suoi coetanei. Aveva delle grandi responsabilità a...