Capitolo 13

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"Cosa posso fare per te?" gli chiedo gentilmente, mi fa ancora strano vederlo complctamente cambiato dal l'ultima volta.

È concentrato su dei fogli e continua a scrivere ma non riesco a capire cosa, "forse perchè tu non capisci niente di questa roba" dico tra me e me.

"Bella, no niente solo che questo lavoro è talmente noioso, come tutti gli altri tra l'altro, volevo fare solo due chiacchiere"

Io incredula risposi un semplice "ok" e chiusi la porta dietro di me e mi accomodo sulla sedia dei clienti.

"Di cosa vuoi parlare?" gli chiedo terrorizzata su cosa mi vorrà chiedere

"Ti voglio fare una domanda, però non ti arrabbiare vorrei solo conoscerti meglio tutto qui" nei suoi occhi straordinariamente chiari posso vedere un leggero timore della mia reazione dopo che mi farà la domanda.

"Va bene, dimmi" gli rispondo insicura

"Perché prima in macchina non hai voluto cantare" me lo sarei aspettato che me lo chiedesse, però non così presto e non sono pronta a raccontargli il mio doloroso passato. Forse più in la quando ci conosceremo meglio. Prima devo fidarmi della persona a cui sto raccondando della mia vita. Ho sempre avuto paura che usassero il mio passato per ferirmi nel momento necessario.

"No, veramente Edward, non mi va di parlare di un capitolo della mia vita molto doloroso per me. Non voglio ricordare quei giorni posso solo dirmi che prima suonavo il pianoforte e cantavo non più di questo." leggo un po di delusione nei suoi occhi e malinconico mi chiede:

"Non ti fidi di me, ho capito, non c'è bisogno di nessuna spiegazione tranquilla, è comprensibile." si vede che è molto triste.

"No, Edward, cerca di capirmi.... Non è che non mi fido ti te è solo che sei cambiato molto dall'ultima volta che ti ho visto e come ben sai non è finita nel meglio dei modi per il tuo comportamento brusco e acido, senza offesa. Forse più in là ti racconterò tutto devi solo darmi tempo" Cerco di dargli una speranza. Se mi dimostra che posso fidarmi di lui gli racconterò tutto ma in questo momento no, proprio no!

"Ok, posso capire non ero molto simpatico." Gli faccio un piccolo sorriso e lui lo rifà a me, ha un sorriso fantastico!

Un silenzio imbarazzante piomba su di noi come se non avessimo niente da dirci e un po' mi rattrista mi piaceva l'idea di conoscerlo meglio e sapere qualcosa in più su di lui. Ma vabbè sarà per la prossima volta. Decido di andarmene e nel momento in cui mi sto per alzare lui rompe il silenzio e dice con entusiasmo:

"Anche io suonavo" Con un sorriso giuro di aver visto brillare.

"Davvero?" Domandò incredula

"Si, beh.... veramente suono ancora, ma non canto... cioè mi dicono che me la cavo ma io non mi ritengo molto bravo a cantare. Però a suonare si!" Esclama

"Fammi sentire come canti, ti dirò io se canti bene o male" gli dico divertita

"Bella ti ricordo che siamo al lavoro in un ufficio e sott'occhio di mio padre quindi non credo sia il momento." Mi dice scherzando. È vero mi sono completamente dimenticata che siamo al lavoro è come se fosse sparito tutto intorno a noi.

"Si è vero scusami"

"No, non devi scusarti, comunque dovremmo rimandare la nostra conversazione ad un altra volta sono le 16:25 tra cinque minuti devo avere un appuntamento con una delle mie clienti più importanti." Mi dispiace, volevo parlare ancora con lui, ma il lavoro è lavoro.

"Ok, allora ritorno alla mia posizione capo" E cominciamo a ridere insieme. Esco dalla stanza e aspetto la cliente.

Entro cinque minuti esatti arriva, è straordinariamente perfetta: è alta, magra, gambe lunghe e slanciate è perfettamente perfette. Per non parlare del viso, sembra scolpito dagli angeli: occhi azzurrissimi e capelli biondi a caschetto. E devo dire che si veste verente molto bene: Tacchi alti neri, vestito che gli arriva sopra il ginocchio sul viola, un copri spalle nero e una borzetta Viola.

"Lei è la segretaria personale del signor Edward Cullen? " Ah si è ovviamente ha una voce perfetta e vellutata ma mai come quella di Edward.

"Si, sono io" gli rispondo continuando a fissarla

"Mi può annunciare ho un appuntamento importante con lui" mi dice

"Si, certo" lo chiamo al telefono e gli dico che la sua cliente è arrivata e chiedendogli se la posso far entrare.

"Prego, può entrare il signor Edward Cullen la sta aspettando" gli dico più educata possibile.

"Grazie" dice rivolgendomi un sorriso acido. Doveva essere parecchio antipatica però.

Sento Edward dire prima che la signora chiude la porta
"Ma che piacere di rivederti Lucrezia Lovengood" e poi non sento più niente.

È passata mezzora da quando è entrata e ancora non è uscita

"Sono le 17 dovrei andare via ma non voglio andarmene volevo passare un altro po di tempo con Edward. "Bella non essere egoista lui sta lavorando, certo con una super figa ma non ci puoi fare niente poi anche se fosse che ti importa vai via e basta la tua giornata di lavoro è terminata" il mio subconcio che mi tormenta ogni volta ma decido di dargli retta. Gli lascio un bigliettino con scritto:

*Edward sono andata via volevo continuare quella bella chiacchierata che abbiamo fatto prima ma devo andare e capisco che tu hai da lavorare quindi ci vediamo domani alla solita ora. A domani capo!*

Spero non ci rimarrà male. Esco di corsa dalla bellissima e gigantesca azienda "Venere". Oh no. Mi è completamente passato di mente. Non ho la macchina. E ora come faccio? "È come fai Bella vai con i mezzi come tutte le persone normali" il mio subconscio sta cominciando ad essere molto irritante, ma d'altronde ha ragione. Mi incammino per andare alla fermata dell'auto 723 che mi porta a Laurentina e li prendo un altro autobus che mi lascia direttamente sotto casa mia. La fermata è deserta e mi sento sola mi dispiace di aver finito la giornata così con Edward e soprattutto con quella top model che si è messa in mezzo.

"Bella" Sento qualcuno chiamarmi disperatamente

"Bella, dove sei?" Quella voce la riconosco molto bene è Edward! Mi è venuto a cercare!

Tu sei la mia musica [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora