Capitolo 31

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Sono passati giorni, ma nessuna notizia di Edward. Da una parte mi dispiace di averlo trattato così, anzi il senso di colpa mi sta mangiando viva. Ho una strana sensazione come se gli fosse successo qualcosa... spero davvero che Carlisle non gli abbia fatto niente sennò se la vedrà con me.

Questi giorni sono stati infernali. Dovrei essere felice; mio padre è vivo, tutti questi anni pensavo che fosse morto in un incidente invece eccolo lì, con mia sorella cercando di tirarla su di morale. Già, neanche Josh si è fatto più sentire... e questo non fa che impaurirmi di più.

Stella non ricorda quasi niente del nostro passato. Era troppo piccola per immortalare immagini felici o tristi che siano. Era in quel periodo dove non sai cosa succede, che piangi perché hai fame, che rompi qualcosa involontariamente, non ti accorgi della sofferenza intorno a te, sei troppo innocente e piccola per capire il male nel mondo. Quel periodo che ti viene raccontato dalle mamme quando hai 14-15 anni. Ti dicono "eri proprio una peste" con un sorriso sulle labbra, immagini la scena, non ti rendi conto che tu eri lì, eri tu la protagonista del ricordo. Solo che il cervello immagazzina la parte innocente della vita perché il suo obbiettivo è farti crescere soffrendo, per poi rialzarti ed andare avanti. È sempre stato così è sempre sarà.

I nonni sono usciti a fare una passeggiata al parco qui vicino. Mi avevano proposto di venire con loro, ma feci un cenno con la testa assente. Sono preoccupati per me, lo so. Anche io sono preoccupata per me, anzi no, sono preoccupata di quello che potrebbero pensare gli altri di me.

È possibile? Come può mancarmi una persona così tanto da farmi diventare uno zombie senz'anima che gira per casa? E possibile amare fino al tal punto? Fino a farti morire interiormente? Non credete a quello che dice la gente... Non credete a nessuno quando dicono "l'amore è l'emozione più bella del mondo" perché la frase non ha un senso. Sapete perché è la più bella? Perché è capace di farti toccare il cielo con un dito, ma può farti cadere da un momento all'altro. E se cadi e ti fai male, il dolore e la ferita rimarranno sempre segnati nell'anima. Perché non è il cuore che ama, ma è l'anima. Il cuore è solo un'organo che tiene in vita il corpo, l'anima invece è quella che soffre, quella che muore. E se muore l'anima, allora il cuore non serve a molto.

"Hey, Bells. Ti piace questo film?" Giro la testa di scatto. Le parole, che cercavo di elaborare e capire, appena pronunciate da papà mi riportano alla realtà.

Alla triste realtà.

"Eh?", ero confusa. Di quale film sta parlando?

"Quello che stai guardando". Con una mano papà indica il televisore davanti a me.

Non mi ricordo di averlo acceso e perlopiù neanche di star seguendo un film. Forse sto solo pensando troppo.

"Già, è molto...." Non riesco a trovare un aggettivo per nascondere la mia disattenzione. "Interessante". Dico infine.

Papà mi guarda frustrato: "Bells, sai... So che non ne vuoi parlare, ma... Ecco, per me quel giorno sei stata un po' dura con..." Si interrompe, sa che pronunciare quel nome mi avrebbe fatto male. "Con lui, insomma. Beh, penso che potresti chiamarlo per spiegargli un po' la situazione, no?" Dice papà insicuro.

Mi volto verso di lui. So che sta cercando di recuperare gli anni perduti e che non si dà pace per averli perduti. Non ha voluto che io denunciassi Carlisle per omicidio di mia madre. Non voleva riaprire il libro che ormai era chiuso. Ma mia madre non era un semplice libro da buttare e lasciarlo bruciare nel fuoco, io voglio giustizia, ma lui dice che è meglio così ed io non ho le forze di combattere ancora.

"Non risponde", dico inerme. Senza espressione, senza emozione, senz'anima.

"Oh", riesco a dire. "Beh, mi dispiace". Dice sincero.

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