Capitolo 28.

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"È STATA UNA GIORNATA FANTASTICA, INDIMENTICABILMENTE FANTASTICA!" Urla Stella entusiasta in viaggio per tornare a casa nella macchina di Edward.

In effetti mi sono divertita tanto. Soprattutto sulla giostra Cagliostro, l'abbiamo fatta tantissime volte. Per non parlare delle risate che ci siamo fatti sulle Rapide. Tranne lo Shock....

Mai più in vita mia.

"Già anche io mi sono divertita molto, tranne quando abbiamo fatto lo Shock e ce l'avrò con te per il resto della vita Edward sappilo!" Gli puntò il dito contro sorridendo.

"Ma dai Bella è stata solo una giostra". Si lamenta Edward.

"Che ha terribilmente tentato la mia morte". Preciso.

"Sì, certo". Mi schernisce.

"E non prenderti gioco di me!".

Mi guarda e ride.

"SMETTILA!" Lo rimprovero.

"SMETTILA TU!" Urla.

"SMETTETELA TUTTE E DUE!" Dicono all'unisono Stella e Josh facendoci guardare tutti per un istante e poi scoppiare in una fragorosa risata.

"Siamo arrivati". Ci informa Edward. Mi girai a guardarlo: ha ancora il sorriso stampato sul volto e dio santo quanto può essere bello quest'uomo. Non ne avrò mai abbastanza di lui. Lo amo troppo. Mi mordo il labbro e lui si gira verso di me sentendosi osservato.

"Che c'è?". Chiese.

"No, niente". Distolsi lo sguardo.

"Vi accompagniamo dentro per salutare anche i vostri nonni e poi torniamo a casa". Io e stella annuiamo e scendiamo dalla macchina. Frugo dentro la borsa cercando le chiavi e dopo qualche secondo riesco a prenderle. Faccio scattare la serratura ed apro la porta.

La casa era buia non si vede niente e rimango sorpresa. Sono solo le 23 i miei nonni vanno a dormire solo verso mezzanotte. Forse questa sera hanno deciso di andare a letto presto? Ma avevano detto che mi avrebbero aspettato. All'improvviso una strana sensazione di invade lo stomaco e presumo non sia niente di buono.

"Bells, magari stanno dormendo. Noi andiamo". Dice Edward.

"No, aspetta. Ti prego". Mi volto per cercare i suoi occhi ma con il buio non riesco a vederli. Il panino inizia a salirmi. Il buio mi ha sempre messo paura, non poter vedere mi ha sempre messo paura. Cerco l'interruttore, ma nel panico non lo trovo.

La luce si accende, ma non per mano mia. Né di Stella, né di Josh e né di Edward. C'è un uomo davanti alla cucina che mi osserva con un'espressione quasi malinconica. È alto, ha in aria trasandata, gli occhi lucidi, i capelli scuri come i suoi occhi ed ha dei baffi sopra le labbra. Lui si avvicina sempre di più a me. Stella si nascose dietro Josh ed Edward si mette davanti a me per farmi da scudo. Io rimango lì, ferma, a fissare quegli occhi familiari che più si avvicinano e più confondevano i miei pensieri.

Si ferma davanti ad Edward che ormai si è piazzato davanti a me con fare protettivo. Ma quell'uomo sembra non notarlo. Sposta lo sguardo verso Stella e con la stessa espressione che ha rivolto a me comincia a fissarla facendo innervosire Josh. In quel momento reagisco.

"Chi sei?". Chiedo con la voce che mi tremava. Lui scatta con lo sguardo verso di me appena sente la mia voce. Avendolo così vicino il cuore comincia a pompare sangue velocemente e non ne capisco il motivo. Ma penso che i miei occhi abbiano già capito chi fosse quell'uomo sono che il mio cervello rifiutava di crederci finché le mie orecchie sentono la sua voce.

Tu sei la mia musica [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora