L'unica luce nella stanza era quello del potere di Azure Foxtrot che scendeva come una pioggia gentile su Gloria. La ragazzina, sdraiata sul divano, non aveva ancora ripreso i sensi, ma si agitava come in preda a un incubo.
«Quindi può o non può trovarci?» chiedeva intanto Francis ad Alexa. La maghetta bianca, senza costume, dava idea di essere una di quelle adolescenti troppo prese dallo studio per capire il mondo intorno a lei: pallida, con gli occhiali, i capelli ramati tenuti insieme alla bell'e meglio in una coda. Indossava un maglione sformato e dei pantaloncini. «Ha sollevato un tale polverone che oggi nessuno può trovare niente in questa città.» disse, abbracciandosi il corpo. «Non mi sarei dovuta impegnare tanto a circoscrivere l'area, avrei dovuto fare in modo che tutti la vedessero. Tanto stanno già parlando di attentato terroristico e di far intervenire la guardia nazionale, non sarebbe cambiato molto.»
Azure Foxtrot aveva addosso il costume e non sembrava quasi accorgersi degli altri intorno a lei, concentrata a salvare Ruby Atlanta. Gloria, in automobile, aveva tossito sangue ed era stata presa da convulsioni, tanto che lei aveva dovuto trasformarsi già per strada per stabilizzarla. Francis non riusciva neanche a capire cosa avesse, c'era qualcosa nel modo in cui le maghette si facevano male che sfuggiva alla sua comprensione. In quel caso, poi, anche loro stesse sembravano confuse, forse perché non avrebbero mai pensato di arrivare a farsi male a vicenda. L'unica cosa che Francis capiva, però, era il grande impegno che ci stava mettendo Sylvia. Non era un processo semplice per lei, stringeva i denti e sudava abbondantemente, senza fermarsi un attimo nemmeno per riprendere fiato.
«Come avete fatto senza di lei finora?» si trovò a chiedere ad Alexa.
La ragazza scrollò le spalle. «Possiamo guarirci anche tra di noi, solo non così bene. Potenzialmente tutte le maghette hanno le stesse capacità, poi la diversa inclinazione ci rende più brave in una cosa piuttosto che in un'altra. In ogni caso gli scontri con i ghoul che abbiamo avuto non erano niente rispetto a quello che ha fatto Golden Mariposa stanotte.»
Gloria ebbe un lungo sospiro e aprì gli occhi. Sembrava confusa, incapace di capire dove si trovasse. Si aggrappò al divano e cercò di mettersi seduta. «Come sono arrivata qui?»
Azure Foxtrot smise di irrorarla col suo potere. «Ti abbiamo portata noi, Arianne ti aveva ridotto male.»
«Tu.» Le poche energie della maghetta rossa si concentrarono per accendere un lampo d'odio nel suo sguardo.
Alexa non guardò nemmeno nella sua direzione. «Ti ha salvato la vita.»
Gloria si girò di scatto verso l'amica. «Ma è...»
«E' Azure Foxtrot, una di noi.»
Reepon fino a quel momento se ne era stato in disparte. Con un paio di agili balzi si portò sul tavolo, alla vista di tutti, le orecchie nuovamente ritte, una sorta di atteggiamento fiero che doveva essere quello con cui i Moderator si rivolgevano alle maghette. «Tu non hai mai creduto a Joyjoy.» disse, rivolto alla maga bianca.
«E questo... chi diavolo è?» Gloria sembrava aver recuperato tutte le energie, si tirò in piedi e fece comparire il pod rosso. Solo a quel punto ebbe un'esitazione, un giramento e allora Azure Foxtrot andò a sostenerla. Appena la maga azzurra la toccò, però, diede di matto e se la scrollò di dosso, andando in un angolo della stanza, come se qualcuno stesse cercando di farle del male. «Lui non è Joyjoy! E se sta con... lei di certo non è dalla parte di Joyjoy! Ti ricordi cosa ci hanno detto, Alexa, ci sono dei traditori da cui dobbiamo guardarci!» Teneva il pod davanti a sé come una torcia, ma le sue ginocchia tremavano, stringeva i denti per non barcollare ancora.
Reepon conservava la consueta impassibilità perché in fondo trattare con le maghette era nel suo DNA. Francis si chiese cosa avrebbe potuto fare se avesse avuto la capacità dei Moderator di manipolare le adolescenti. «Si, sono un traditore.» disse, agitando una zampa in aria «ma questo è l'ultimo dei vostri problemi, vero?»
Alexa tornò verso il tavolo, forse aveva un anno più delle altre, ma non era solo quello che le dava un'aria tanto matura. «Ti ho permesso di entrare in casa mia, ma non per fare i tuoi giochetti.»
«Quanti giorni sono che Joyjoy non si mette in contatto con voi?»
La maga bianca stava per rispondere, ma poi scosse la testa. «Cosa hai detto prima di me?»
Reepon alzò il musino, come a fissare più intensamente la ragazza sopra di lui. «Joyjoy vi ha raccontato che Azure Foxtrot ha ucciso Emerald Pulse. Lo ha fatto contando sul fatto che le maghette non possono pensare che lui menta. Ma tu non gli hai mai creduto, vero? Le White vengono scelte anche per il loro acume tattico e capacità strategica. Tu sei troppo intelligente per esserti fatta fregare.»
«E lui non lo sa?»
Reepon inclinò la testa. «Il punto debole dei Moderator è la loro arroganza.»
Sylvia si tolse in costume, non ne aveva bisogno e forse cominciava a capire anche lei che la magia offuscava il suo giudizio. Cercò di avvicinarsi ad Alexa. «E' vero? Hai sempre saputo che non ero stata io?»
Alexa stava per dire qualcosa, ma si fermò. Quello che le avevano insegnato, dell'essere un capo, era che non poteva far trasparire le sue debolezze. Doveva esserci riuscita a lungo, nascosta dietro il suo cappuccio, anche se a un prezzo altissimo. La ricomparsa di Azure Foxtrot sembrava aver reso quasi impossibile riuscirci. Per questo la guardò con rabbia. «Chi ha cominciato, Sylvia?»
Quella domanda spiazzò la ragazzina. «Chi ha cominciato...?»
«Chi ha cominciato a non avere fiducia nelle altre? Chi è stata la prima che ha deciso di abbandonarci?»
Alexa aveva ridotto il suo ruolo a qualcosa di semplice, perché non sarebbe stata in grado di fare di più: eseguire gli ordini, fare sì che stessero tutte bene, tenere il gruppo unito. Aveva fallito in tutti e tre i suoi propositi e la sua sconfitta non era cominciata con la morte di Tally, era cominciata con la ribellione di Sylvia.
«Non me ne sono andata per colpa tua, Alexa!» Dovevano essere stati momenti terribili e confusi, quelli che aveva affrontato Sylvia dopo aver ascoltato le parole della creatura-albero. Di certo le era diventato ostile Joyjoy, ma quali sentimenti aveva provato per tutte le altre? Forse il fatto di non comprenderli l'aveva fatta fuggire via.
Solo in quel momento si accorse che era stato il suo più grande errore. Eppure, fino a quel momento, non si era nemmeno accorta di averlo commesso.
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Maghette
FantasyLe light novel non sono un formato di racconto molto diffuso al di fuori del Giappone, ma hanno comunque una loro importanza. Molto spesso manga o anime di successo che arrivano fino a noi hanno origine in questa forma e solo in una seconda fase ven...