45 - Chi deve essere distrutto

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La creatura doveva essersi fatta una sorta di nido sventrando l'ultimo piano del palazzo. Non ne uscì completamente, appoggiò solo gli artigli al bordo del tetto e si tirò su di tutta la testa e le spalle, lasciando intendere un corpo serpentiforme più lungo che rimaneva invisibile. La testa dell'essere era grande quanto tutta Purple Vengance e le andò davanti, un ghigno appena visibile sul volto. Era una spettrale testa ghoul, ma particolarmente espressiva.

«Nabugoel...» sussurrò Azure Foxtrot. L'essere evidentemente la spaventava per le sue dimensioni e perché rappresentava un livello di conflitto che non aveva mai raggiunto.

«Non è Nabugoel.» disse Purple Vengance. Conosceva Nabugoel, aveva ammazzato un Nabugoel detto il pilastro. Si trattava di un mostro enorme, ma completamente istintivo, una bocca che divora irta di denti, tentacoli, un ventre immenso. Nabugoel non aveva intelligenza, per questo quando la base ghoul era crollata e le sue catene si erano spezzate aveva cominciato a divorare qualunque cosa fosse sulla sua strada. La fame gli aveva fatto attraversare il portale e così si era trovato davanti uno dei pasti più abbondanti che potesse desiderare: la città di Nokata. Purple Vengance lo aveva ucciso. Aveva ucciso tutto. Non c'era stato altro da fare.

«Hirkan, la punta di lancia.» disse l'essere. Le parole erano così bizzarre e la sua voce così profonda che in un primo momento sembrò aver emesso solo un ruggito sconnesso. «Quando la legione ghoul avvia l'invasione di un mondo nasce un Hirkan punta di lancia a guidarla. Io sono il comandante dell'esercito ghoul.»

Una sfera di energia sbocciò nella mano di Purple Vengance. Non era intimidita dalla creatura che aveva davanti, ma quello che rappresentava le riproponeva spettri del suo passato. Di tutte le maghette era l'unica ad aver visto uno dei Superiori dei ghoul, uno degli esseri che la legione partoriva per precisi scopi. I superiori non erano realmente i padroni dei ghoul, chiunque guidasse quella razza era ben lontana dal fronte, erano solo degli altri prodotti della loro ingegneria militare, di un livello più elevato. La loro presenza non poteva essere altro che una maledizione. «Se sei il comandante dei ghoul allora è mio dovere ucciderti.»

«Hai imparato così tanto a disprezzare la vita da non sapere fare altro che uccidere, Purple Vengance? So chi sei. Tu sei penetrata in una base ghoul con propositi di sterminio e lo sterminio che hai portato è traboccato nel tuo mondo. Eppure solo uccidere sembra la risposta che sai dare. Hai ascoltato cosa ti ho detto? Distruggi questa arma e la città di Chicago cadrà.»

«Distruzione contro minacce.» continuò dura Kyoko. Sylvia, dietro di lei, non capiva come facesse a reggere quella conversazione con un mostro così gigantesco e terribile e come potesse tenere con tanta disinvoltura tutte le loro vite sulla punta delle dita. Non era sicura di ammirarla per questo, vedeva ora che era diventata qualcosa che lei non voleva diventare.

«Non sono minacce.» continuò paziente il mostro. «Questa è un'arma di difesa.»

«Difesa da cosa?»

L'essere si estese un po' di più verso l'altro, mostrando parte del suo largo ventre oscuro, alzando un artiglio verso il cielo, un dito teso. «Dalla nave dell'Integrità che è in agguato in cielo in questo momento. La nave dove si trova il tuo padrone Joyjoy.»

«Joyjoy!» disse Azure Foxtrot, guardando in alto a sua volta, senza vedere nulla.

«Stai giocando con la mia testa!» si lamentò Purple Vengance.

«Se questo cannone verrà messo fuori uso la nave dell'Integrità potrà apparire in cielo e fare quello che deve, ovvero obliterare la zona infestata dai ghoul così da farne scomparire ogni traccia. E' così che l'Integrità ragiona quando si trova su un mondo invaso.»

«Siamo noi maghette la difesa della Terra.»

Difesa della Terra. Era tutto quello che rimaneva a Purple Vengance, il motivo per cui, pur dopo essere scomparsa, era rimasta lì dove sapeva che c'era il fronte dello scontro. La vendetta da sola l'avrebbe corrosa, così l'aveva ammantata di qualcosa di nobile, di importante, che le avrebbe impedito di cadere. Nokata era stata distrutta per difendere la Terra, per impedire che Nabugoel potesse vagare per il mondo e portare più danni. Difendere la Terra era il compito che aveva assegnato alle maghette Joyjoy. Purple Vengance viveva di quello stesso fine, sia che questo fosse vero sia che significasse continuare a coltivare la menzogna del Moderator.

Il corpo di Hirkan salì ancora, ora il suo ampio petto e il suo addome serpentesco erano ben visibili. Aveva muscoli scolpiti sovrumani, sagomati in spigoli di quella carne nera che non sembrava carne, che costituiva i ghoul. «L'Integrità deve vincere una guerra, non difendere pianeti.» disse, sardonico.

«Che cosa intendi?»

«Quello che è importante per l'Integrità è che ci sia abbastanza di questo pianeta per fornire loro maghette. Se anche il resto della popolazione morisse oggi per mano mia o per mano loro non sarebbe un problema. Non hai mai difeso la Terra, Purple Vengance, hai sempre solo servito un padrone.»

Il fuoco delle sfere di energia riverberò mentre Kyoko se le passava di mano in mano. «La difendo adesso.»

«Allora devi accettare che la vera minaccia è l'aeronave sopra le nostre teste.»

Le fiamme scomparirono dalle mani di Purple Vengance. Lei stava esitando e Azure Foxtrot finalmente trovò il coraggio di andarle vicino. Temeva ancora che Hirkan aspettasse un momento del genere per attaccare, ma il comandante ghoul sembrava sincero nel suo desiderio di trattare. La maghetta azzurra prese il braccio di quella viola. «Gli credi?»

Ogni parola pronunciata da Hirkan corrispondeva a qualcosa che Purple Vengance aveva scoperto sulla sua pelle, era la verità disgustosa celata dietro l'inganno in cui era stata cresciuta. Ma ogni parola era stata pronunciata da un ghoul e i ghoul erano ancora i nemici, erano ancora il male. Ma anche lei, forse, era il male. Forse esisteva solo il male. Ghignò amaramente. «Certo che gli credo. Sta dicendo solo cose che sapevo già.»

C'erano ghoul su tutti i tetti che circondavano il palazzo, la legione si era raccolta intorno al suo centro di comando, quasi dimenticando l'assalto umano a cui doveva fare fronte. Se i ghoul avessero attaccato le maghette avrebbero avuto solo il tempo necessario a distruggere il cannone, non certo anche il tempo per fuggire. Sarebbero morte, avrebbero portato con sé molti nemici. Eppure la battaglia non iniziava.

«Non c'è bisogno che questo scontro prosegua.» disse Hirkan. «Posso proporti un patto.»

«Un patto? Con voi?»

«Per avere quello che desideri!»

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