42 - Dio della fortuna, prega per me

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Avevano requisito tutto il palazzo, ma per tenere le linee di comunicazione corte si erano insediati solo negli uffici delle poste aperti al pubblico. Graziani affidò il comando al suo secondo in grado e puntò una doppia porta anti-panico che sapeva portare al reparto smistamento. I nastri di trasporto erano fermi con corrispondenza di ogni genera ancora bloccata indefinitamente sopra, altra carta, altri pacchi, altre lettere erano ammonticchiati in ogni angolo. A stare lì dentro si sarebbe detto che l'internet non era stato ancora inventato. Raggiunsero un banco di lavoro per l'imballaggio, lo sgomberarono spingendo a terra tutto quello che ci si trovava sopra, dopodiché il colonnello stese la cartina della città e prese qualcosa per scrivere. Penne ce n'erano ovunque, lì addirittura recuperò un grosso pennarello rosso.

«All'inizio sono arrivate delle torme di creature simili a cani.» spiegò. «Non davano idea di avere un obiettivo per cui sono rimasti in un'area ristretta» ne tracciò i confini sulla cartina col pennarello «e visto che eravamo all'erta già da qualche giorno per i vari... fenomeni rilevati nell'area siamo potuti intervenire rapidamente. Non si sono dimostrati un nemico pericoloso, erano proprio solo animali, ci è bastato schierare delle mitragliatrici qui» una X sulla cartina «qui» un'altra X e «qui» una terza X. «Naturalmente era una soluzione provvisoria, ma siamo riusciti a fermare il grosso delle loro forze mentre le nostre truppe scendevano da qui.» Una larga freccia rossa, forse così larga per una sorta di inconscio ottimismo.

«I mastini ghoul non vengono nemmeno considerati parte della forza d'invasione.» disse Purple Vengance «Si muovono in autonomia quando si muove l'esercito. Seminano panico e terrore e riportano prede nelle situazioni isolate in cui possono bastare.»

«Prede.» disse Graziani.

«Carne umana.»

«Cannibalismo» commentò il colonnello. «Meraviglioso.»

«In realtà non è cannibalismo, non apparteniamo alla loro razza.» precisò petulante Azure Foxtrot.

Graziani tornò alla cartina. «Le vere... diciamo truppe d'invasione sono arrivate dopo. Soldati a piedi, con dei fucili. Grossi soldati, capaci di resistere a diversi colpi di mitragliatrici. Come avevo detto quella linea era provvisoria così abbiamo dovuto indietreggiare» Piccole, piccolissime frecce di ritirata. «fino a costruire una solida linea di difesa qui.» Sempre piuttosto grezzamente, Graziani disegnò una sorta di confine correndo col pennarello lungo le strade che si ricordava avevano definito come linea del fuoco fino a circoscrivere qualcosa che era forse il quaranta per cento della città. «Come vedete li stiamo tenendo con con le spalle verso il lago, sto cercando di capire quanto il lago sia un problema per loro. So che possono volare, ma non ho idea di come funzionino con l'acqua.»

«Da quello che so non hanno molta dimestichezza con l'acqua.» disse Purple Vengance. «Sui pianeti ghoul non ce n'è così tanta, ma potrebbero essersi adattati per combattere qui.»

«Sembra una buona notizia.» disse Graziani. Ormai la cartina che aveva davanti era tutta uno scarabocchio rosso, prese un pennarello verde. «Se ho capito bene i ghoul arrivano mediante dei portali più o meno fissi che quindi dovrebbero essere in posizioni precise. Se calcoliamo le ondate dei loro attacchi, la direzione e tutto il resto questi dovrebbero trovarsi qui» X verde «e qui» X verde «ma quello che ci preoccupa maggiormente è qui.» Cerchio verde ben calcato in una posizione in mezzo alle due X.

«Cioè?» chiese Francis.

Graziani li lasciò senza dire nulla, superò la doppia porta spalancandola mentre già urlava qualcosa e tornò indietro con delle grosse foto in bianco e nero, che sparse sul tavolo. «In qualche modo, mentre le truppe avanzavano, lì hanno approntato questo.»

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