44 - A correre nel fuoco

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Kyoko, pur una generazione prima, aveva ricevuto gli stessi insegnamenti di Sylvia. Dopo che la maghetta azzurra fu atterrata sullo stesso palazzo dove si era diretta quella viola spiccarono il balzo successivo assieme, puntando lo stesso edificio, ma finendo su due angoli opposti del tetto, perché in questo modo rimanevano insieme, ma potevano sorvegliare un'area più vasta. Erano nel territorio ghoul solo perché la mappa di Graziani lo diceva, ma non potevano sapere esattamente dove i ghoul si trovassero anche perché non avevano mai affrontato un'infestazione così vasta e estesa. Azure Foxtrot aveva comandato il pod verde di Tally affinché continuasse a orbitargli intorno, rendendole più difficili da individuare, ma nel farlo aveva ammesso di non avere ancora ben chiaro come il potere di Emerald Pulse funzionasse, per cui non sapeva nemmeno quanto fosse efficace. Al terzo salto da palazzo a palazzo salirono così in alto da vedere il centro comando ghoul che si stagliava davanti a loro, in lontananza. Dalla strada, invece, si udiva distintamente il latrare dei mastini.

«Tieniti pronta.» disse Purple Vengance. Invece di saltare avanti si avvicinò a Sylvia, facendo roteare lo scettro.

I pipistrelli ghoul sorsero dal basso come un fiume nero, Kyoko cominciò ad abbatterli con il suo potere che stavano ancora salendo, ma molti arrivarono all'apice della parabola e cominciarono a ridiscendergli addosso. I pipistrelli ghoul non erano un nemico molto pericoloso e infatti non venivano impiegati quasi mai in battaglia, ma in quel caso erano ovunque perché si erano rivelati molto efficaci contro gli elicotteri. Le sfere di energia di Purple Vengance ne avevano già abbattuti un gran numero e quando si misero a ridiscendere il picchiata per attaccare anche le onde di energia di Azure Foxtrot cominciarono a polverizzarli. Per quanti fossero alla fine dell'assalto ne erano rimasti pochi, sparuti e confusi, che si dispersero subito.

«Sanno dove siamo.» disse Purple Vengance, inducendo Sylvia a richiamare il pod verde, che stava risultando inutile.

Cercarono di saltare più in fretta. Dall'altra parte della città le esplosioni si erano fatte più intense, un secondo razzo verde segnalò che anche la seconda squadra aveva iniziato a combattere. Graziani diceva che c'era la possibilità che sfondassero la linea nemica e in quel caso le truppe ghoul si sarebbero dovute precipitare a fermarli lasciando alle maghette via libera. Naturalmente quella era solo una teoria. Appena atterrarono su un nuovo tetto cominciarono a essere bersagliate da colpi di fucili. Questa volta il pod verde fece il suo lavoro creando una barriera che impedì ai colpi di raggiungerle, mentre rotolavano in mezzo ai grandi cassoni dei condizionatori d'aria. I colpi iniziarono a rimbalzare contro i motori di metallo, dandogli un po' di tregua.

«Hai visto dove sono?» chiese Purple.

«Si, i colpi venivano tutti dall'edificio giallo alla nostra sinistra.»

«Allora dobbiamo saltare lì!» Purple Vengance fece sbocciare una sfera di energia nella sua mano e questa volò a parabola fino al tetto indicato da Sylvia, esplodendo con fragore. Sylvia non aveva ancora capito come funzionasse il potere di Purple, di solito ogni maghetta comandava le sue onde di energia in un certo modo. Golden, che era la più adatta al tiro da lontano, lanciava scariche sottili in linea retta, Ruby, che comunque contava sul contatto col nemico, dei globi larghi che però non facevano molta strada. Quelle di Azure e Emerald, invece, erano delle vampate di energia simili a qualcosa di fluido, che però si vaporizzavano a media distanza diventando innocue. White, che comunque usava pochissimo quel tipo di potere, lanciava sferzate simili a colpi di spada. Purple Vengance invece sembrava poter fare quello che voleva coi suoi globi, crearli di qualsiasi dimensione, lasciarli a orbitare intorno a lei, lanciarli come palle di cannone o proiettili di mortaio, anche farli esplodere direttamente nella sua mano. Qualsiasi possibilità distruttiva le era aperta, qualsiasi gesto facesse era fatto per devastare.

Appena il tetto del palazzo giallo esplose saltarono e vi atterrarono sopra. In mezzo alla polvere sollevata dalla detonazione individuarono i ghoul con i fucili e li abbatterono. Azure forgiò una lama con il pod verde, vista la breve distanza. In cuor suo Sylvia sapeva che non poteva abusare dell'uso di un doppio pod, il peso della doppia magia la stava già mangiando dentro, ma era terrorizzata all'idea che se non avesse fatto così il suo divario con Purple Vengance sarebbe risultato fin troppo evidente e sarebbe finita con l'essere inutile all'attacco.

Mentre finivano di fare pulizia del tetto cominciarono a sentire altri colpi di fucile alla loro destra. «Dobbiamo continuare ad avanzare!» ordinò Purple. «Ignoriamoli!»

Graziani aveva un ultimo regalo per loro, un'incursione di elicotteri sulla direttrice del loro attacco. Accolsero il rombo delle pale con gioia mentre saltavano su un nuovo tetto, sfiammando a mezz'aria per impedire ai ghoul di tirare. Gli elicotteri accesero le mitragliatrici in full-auto sul tetto alla loro destra, dove altri nemici stavano uscendo allo scoperto per sparare. A quel punto una nuova onda di pipistrelli salì dal basso, sicuri di essere più efficaci contro i velivoli militari, ma Purple e Azure ne intercettarono la maggior parte, rendendo vita facile ai fucili con cui i soldati avevano imparato a colpire i mostri volanti.

Gli elicotteri non durarono molto, non osavano avvicinarsi oltre perché erano dei bersagli troppo facili. Riuscirono a tenere a bada i ghoul su un altro paio di tetti, ma quando le due maghette superarono quella linea si ritirarono. Ormai però l'effetto sorpresa era completamente esaurito, il nemico aveva ormai capito cosa avevano intenzione di fare. Loro intanto erano arrivate abbastanza vicino da vedere effettivamente cosa fosse la grande struttura costruita dalla forza d'invasione. Era certamente un cannone, il materiale ghoul, quella strana ossidiana nera traslucida che Sylvia aveva visto da vicino solo in The Box, costituiva la maggior parte della sua struttura e era anche come colata sul resto del tetto, ricoprendolo come fosse catrame. L'arma era imponente, ma apparentemente addormentata. Tutt'intorno brulicava di mastini e creature con i fucili.

«Un ultimo balzo.» disse Purple, digrignando i denti. C'era movimento ovunque intorno a loro e sempre meno tempo. Sylvia capì che se avessero saltato sarebbero arrivate certamente all'obiettivo, ma probabilmente non sarebbero mai tornate indietro. Ebbe solo un momento, brevissimo, di esitazione, prima di decidere che era giusto così. Spiccò il salto insieme a Kyoko.

A mezz'aria diedero sfogo a tutta la magia di cui avevano a disposizione. Le piogge di energia che aveva scatenato Golden Mariposa nei suoi ultimi momenti di follia erano niente rispetto alle sfere che Purple Vengance riusciva a generare e schiantare contro il nemici. Presto il tetto con il cannone fu oggetto di un vero e proprio bombardamento che sbaragliò chiunque vi si trovasse sopra. Azure Foxtrot, giudicando inutile unirsi a quella furia, si occupò di mantenere una barriera difensiva davanti a loro mentre lanciava vampate di energia verso gli altri tetti dove vedeva movimento. Erano come una piccola tempesta volante, il blu e il viola si intrecciavano in lampi di luce accecante bruciando tutto quello che c'era intorno. Probabilmente lo spettacolo era visibile da chilometri di distanza.

Il cannone però non cedeva, l'energia pareva rimbalzargli addosso senza toccarlo, la sua fibra era tutt'altra cosa rispetto i fragili soldati che venivano polverizzati dalla luce intensa. Purple Vengance se lo aspettava, quello che le interessava era poterlo avvicinare abbastanza per usare una magia più intensa per distruggerlo. Quando atterrò, Azure Foxtrot al suo fianco, non c'era più nessuno di vivo intorno a lei che potesse fermarla.

«No.» disse però una voce, una sorta di ruggito appena coerente per essere comprensibile. «Distruggi quell'arma e la città di Chicago verrà annientata.»

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