24 - Quello a cui teniamo di più

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Azure Foxtrot non si era mai interrogata molto su quello che faceva come maghetta. Il suo compito era facile, sotto certi punti di vista: tutte le volte che aveva incontrato i ghoul loro stavano facendo male a delle persone  e lei aveva il potere di impedirlo, non aveva mai avuto dubbi su cosa fare.

Poi, un giorno, mentre si trovava da sola, una creatura molto strana, simile a un albero senza fronde, un lungo stecco con una testa rotonda in cima, era venuto in contatto con lei e le aveva che le maghette dovevano cambiare. Stava rischiando la vita, diceva, ma doveva parlarle.

Non sapeva perché lo aveva ascoltato. All'inizio era stata affascinata dalla sua strana figura, a parte i moderator e i ghoul non aveva mai visto altre creature aliene, anche se sapeva che esistevano. Il semplice fatto di parlargli aveva un che di ipnotico, come aprire ulteriormente la mente.

L'essere aveva capito che non stava facendo breccia nel suo cuore, che anni e anni di indottrinamento da parte di Joyjoy la stavano difendendo dalle sue parole così gli aveva detto del destino della maghetta di Nokata, di come lei sicuramente avrebbe potuto convincerla che doveva fare qualcosa. Che doveva salvarsi. Che doveva salvarle tutte.

Era per questo che a sentire le parole di Emerald Pulse era stata assalita dallo sconforto. Se Tally aveva parlato con la maghetta di Nokata eppure era rimasta dalla parte di Joyjoy allora forse non c'era scampo, erano costrette a continuare con la vita che stavano facendo. «Hai incontrato la distruttrice?» chiese con stupore.

«Purple Vengance.» Tally guardava lontano come se avesse fatto qualcosa che non doveva fare e ora lo stesse confessando. 

Sylvia le prese le mani. «E cosa ti ha detto?»

La sua migliore amica rabbrividì. «Non era più una... persona... come siamo noi. Era stata corrotta dall'odio e dal rancore, mi ha fatto paura. Anche lei, come te, aveva abbandonato Joyjoy e pensava di poter raccontare quello che sapeva ad altre maghette, ma nei suoi occhi c'era una febbre che non aveva niente di razionale. Sapeva di essere diventata una creatura malvagia.»

Anche quelle, in un certo senso, erano parole di Joyjoy. Joyjoy aveva parlato loro del disastro di Nokata, di come era stata colpa dei ghoul che avevano cercato di conquistare la città, ma che una maghetta, rimasta coinvolta nella battaglia, era andata fuori controllo e aveva perso il senno. Era una storia dell'orrore con cui le spaventava da sempre. «Va bene, ma avrai ascoltato le sue parole!»

«Non puoi stare a sentire certi personaggi! Noi sappiamo molto poco di quello che sta accadendo là fuori. Siamo solo delle ragazzine! Dobbiamo solo fare quello che ci dice Joyjoy. E' l'unico modo per proteggere tutti. Punto.»

«Tutti chi, Tally?»

«Le persone, tutte le persone. E' per questo che siamo maghette.»

Azure aveva sentito quella frase un milione di volte. Non sapeva quando avesse smesso di crederci. Era stato dopo l'incontro con la creatura-albero, ma forse contava più di quanto potesse mai dirle Purple Vengance. «Ma non c'è nessuna persona a cui teniamo, là fuori.» decretò.

Non c'era più. Era così per tutte e due, era così per tutte e cinque, forse, anche se Golden Mariposa non aveva mai parlato del suo passato e White Bishop aveva solo confessato di essere orfana anche lei. C'era stato un prima con delle persone a cui loro tutte volevano bene, poi a quelle persone era successo qualcosa contro cui non avevano potuto fare nulla. Non gli era rimasto che il dopo in cui loro difendevano tutti, senza che ci fosse nessuno che contasse davvero.

D'improvviso, Emerald Pulse la abbracciò. L'avvicinarsi dei loro campi magici le fece risplendere debolmente nel buio, assieme. «Io tengo a te.» le sussurrò. «Se la mia migliore amica. E Golden Mariposa...» arrossì.

Sylvia si arrese all'abbraccio e ricambiò. Lei, Tally e Alexa avevano combattuto a lungo assieme, poi c'era stata una riorganizzazione e aveva fatto coppia solo con White Bishop. Tally era andata in team con Golden Mariposa e anche se non avevano avuto più molto modo di vedersi aveva sentito dire che era nato un certo sentimento, tra loro due.

Ma era tutto parte della trappola, gli aveva detto la creatura-albero. Tenerle separate dal resto del mondo e unite tra di loro, per controllarle. L'Integrità e i Moderator puntavano principalmente a quello. 

La creatura albero le avrebbe sicuramente detto di più, ma erano apparsi i ghoul e avevano distrutto tutto. Non era riuscita a salvare l'essere, era stato ucciso nello scontro e così lei era rimasta pieni di dubbi. Dubbi che col tempo avevano scavato voragini nella sua coscienza.

«Va bene.» disse staccandosi lentamente da Tally. Non avrebbe distrutto quello che più contava, non le avrebbe detto che l'amicizia e l'amore tra maghette era un artefatto dell'Integrità. Perché non lo era, tutti quei sentimenti erano sinceri e profondi. Solo che qualcuno li stava usando per i loro scopi. «Ti prego, capiscimi. Non posso tornare a dare ascolto a Joyjoy, non finché non avrò fatto chiarezza dentro di me.»

Incredibilmente Tally sorrise e annuì. «Lo posso capire. Joyjoy verrà a chiederti di restituire il pod. Lo sai che è sempre stato possibile.»

«Se restituissi il pod non avrei più modo di scoprire cosa sta succedendo.»

«Non ti mettere contro Joyjoy.» la voce di Tally era sinceramente preoccupata, nient'altro. «Prima... prima che succeda qualcosa di irreparabile promettimi che ti metterai in contatto con me. Che ne parleremo ancora.»

Sylvia guardò il volto di Tally e si sentì più leggera. Aveva temuto che la sua amica non la ascoltasse, ma l'aveva sottovalutata. Forse Tally non era pronta a mettere in dubbio il suo ruolo come maghetta, ma non per questo la rinnegava come amica. E questo a Sylvia bastava. Il giorno che fosse stata certa che qualcosa non andava nella loro guerra sapeva che sarebbe potuta tornare almeno da Tally e sarebbe stata ascoltata. Questo la rendeva forte nella sua ricerca della verità, la rendeva meno sola.

Poi, mentre ancora si stavano guardando, il cielo assunse una colorazione soprannaturale, le stelle scomparvero e lampi di tenebra attraversarono l'aria.

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