CAPITOLO 2

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Tanti pensieri mi frullavano nella testa... Sinceramente mi aspettavo il Bronx rumoroso, con gente che urla come nel caotico traffico di New York City, ma la realtà é diversa: silenzio. Un silenzio che ti aggiaccia e che ti paralizza.
Mi strinsi nella giacca di pelle, poggiando una mano sulla tasca con dentro il mio tirapugni argento, una 'sicurezza' che John, il capo della gang più temuta di Detroit, nonché mio ex migliore amico, mi aveva regalato. Mi guardai alle spalle, sentendomi osservata, ma non vidi nessuno. Sapevo già dove si trovava la scuola e quanto ci avrei messo per arrivare. Sbuffai e iniziai a camminare più veloce.
Qualche minuto dopo arrivai davanti a scuola. Tra gente che si faceva le canne e gli sfigatelli che ripassavano, non vidi molte ragazze. L'unica spiegazione logica era che, essendo ragazze, erano molto indifese, vulnerabili e facili da sottomettere e da violentare.
Scrollai la testa cercando di rimuovere quell'orribile pensiero e mi sedetti su un muretto poco distante dall'ingresso. Mancavano ancora cinque minuti prima del suono della campanella, così presi le mie bellissime cuffiette bianche e misi a caso una delle canzoni della mia playlist: Coldplay - The Scientist. Una delle canzoni più belle dei Coldplay. Finalmente o sfortunatamente, la campanella suonò. Senza curarmi degli sguardi incuriositi degli studenti, entrai nell'edificio, diretta in segreteria. "Salve, sono nuova." Dissi alla signora non molto vecchia che stava seduta dietro una scrivania.
Alzò lo sguardo da ciò che stava facendo e mi sorrise. "Tu devi essere Shade Hamilton. Strano nome." Sussurrò l'ultima frase cercando qualcosa nel cassetto. Sbuffai a causa di quella frase ormai ripetitiva ogni volta che mi presentavo. Molti lo definivano strano perché se tradotto significava 'Ombra'.
Prese dei fogli e me li porse. "Ecco. Una firma qui e qui. Questa é la combinazione del tuo armadietto e questi sono gli orari."
Presi la penna e firmai dove mi era stato detto, poi con un sorriso, salutai la segretaria e andai verso il mio armadietto.
Che il primo giorno di scuola abbia inizio!
Non ci misi molto prima di trovare l'armadietto. Inserii il codice e presi i libri per la prima ora: chimica.
Iniziai a vagare per i corridoi in cerca della classe di chimica. "Ma dov'è?" Sussurrai a me stessa.
"Lì." Un ragazzo, avendomi sentita, mi indicò una classe in fondo al corridoio. "Chimica giusto?" Chiese piazzandosi davanti a me. Classico ragazzo castano scuro con gli occhi marroncino chiaro che indossava un paio di jeans e una maglietta bianca, coperta in parte dalla giacca di pelle nera. A completare il suo look da 'duro', c'era una medaglietta di quelle da militare con sopra inciso qualcosa.
Annuii semplicemente senza dire nulla. "Piacere, io sono Cole." Sorrise porgendomi la mano.
Inarcai il sopracciglio confusa del fatto che volesse fare 'amicizia' con me e insicura gli strinsi la mano. "Shade." Forzai un sorriso. "Anche tu sei del corso si chimica?" Domandai cercando di fare conversazione, mentre ci dirigevamo verso la classe.
"Si." Sorrise. Come fa ad essere felice il primo giorno di scuola?! Si fermò e mi guardò per un attimo piegando la testa di lato. "Tu non sei una di quelle ragazze tutte strane che ascoltano solo musica punk o heavy metal e si tagliano le vene, vero?"
Risi per la sua spontaneità. "Cosa te lo fa pensare?" Aggrottai la fronte.
"Non lo so, forse per la tua maglietta nera e gli anfibi." Disse insicuro stringendosi nelle spalle.
Scossi la testa e sorrisi sinceramente, per la prima volta quella mattina. "No."
"Okay." Sorrise ancora una volta sollevato e mi mise un braccio attorno alle spalle. "Credo che diventeremo ottimi amici." Mi schioccò un bacio sulla guancia ed entrammo in classe.
Io non ci conterei troppo se fossi in te... 'Non fidarti mai di nessuno.'

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora