Mi sedetti accanto a lui nell'ultimo banco accanto alla finestra e aprii il libro di chimica.
"Quanti anni hai?" Domandò lui mettendo i piedi sul tavolo.
- Educato mi dicono... -
Alzai mentalmente gli occhi al cielo e risposi. "17, tu?"
"18, sono stato bocciato l'anno scorso."
Perché la cosa non mi stupiva?
"Non l'avrei mai detto." Ironizzai con sarcasmo.
Sorrise compiaciuto, come se ci fosse da vantarsi...
Scrollai la testa e spinsi le gambe di Cole giù dal tavolo.
"Hey! Perché?!" Si lamentò agitando le mani. "Sei a scuola, non sul divano di casa tua!" Lo rimproverai.
Rise di gusto.
"Okay, mamma." Disse enfatizzando l'ultima parola, spostandomi dietro l'orecchio una ciocca ribelle. "Sembri così tenera e innocente, Hamilton..." -
Hamilton? - Hey aspetta! Non mi ricordo di avergli detto il mio cognome..."Oh, non mi conosci affatto."
***
Dopo due lunghe ore di chimica, in compagnia del mio nuovo e simpaticissimo 'amico', mi aspettavano un'ora di inglese e due di matematica e scienze.
"Cos'hai ora?" Chiese Cole riferendosi alla lezione che avrei dovuto seguire. "Inglese, tu?" Oh, Dio fa che sia nella mia stessa classe! "Oh, io ho fisica..." Il sorriso che aveva poco prima svanì, per poi ricomparire qualche istante dopo, per qualche strana idea che li attraversò la mente. "Sei venuta a scuola in macchina?"
"No a piedi, perché?" Domandai confusa. Sorrise compiaciuto. "Che stai pensando?"
"Ti riaccompagno io!" Esclamò felice. - Shade! Aspetta! Rifletti... Nel peggiore dei casi potrebbe portarti da qualche parte e stuprarti, ma solo nel peggiore dei casi... e comunque sapresti difenderti. Tuo padre e John ti hanno insegnato un sacco di cose che ti tornerebbero utili in un momento come quello. E poi non dimenticare il tirapugni che hai in tasca! -.
"Cole, per quanto ne so, potresti essere un pazzo maniaco omicida."
Si mise una mano sul petto fingendosi offeso e ferito a causa delle mie parole, per poi scoppiare in una fragorosa risata. "Oh andiamo! Davvero ti sembro un pazzo maniaco omicida?!" Mi prese in giro.
Sinceramente, si. "No... forse. Non lo so! Non ti conosco, di te non so niente!" - Brava Shade! Non fidarti di nessuno! -
"Appunto, avremo tempo per parlare e conoscerci meglio." Mi prese le spalle scuotendomi. "Dai Shade!" Mi supplicò facendo la faccina tenera.
"Manipolatore!" Lo rimproverai scherzosamente. "Inizia con il portarmi in classe." Alzò gli occhi al cielo e mettendo nuovamente il braccio intorno alle spalle, iniziò a camminare tra gli affollati corridoi della scuola.***
Finalmente suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni. Presi i miei libri e andai al mio armadietto. Appoggiato ad esso c'era Cole che mi aspettava guardandosi intorno. Quando i suoi occhi incontrarono i miei, sul suo volto spuntò un dolce sorriso.
"Com'è stato il tuo primo giorno di scuola?" Chiese spostandosi da davanti al mio armadietto, per farmi riporre i libri.
"Bene, credo." Chiusi l'armadietto e insieme ci incamminammo verso il parcheggio.
"Shade, ti dispiace se prima saluto degli amici?" Sorrise innocentemente con un'aria di scuse.
"Tranquillo, non mi dispiace." Lo rassicurai.
Mi lanciò uno dei suoi migliori sorrise e prendendomi per mano mi condusse verso un gruppetto di ragazzi, tutti con la stessa giacca di pelle nera e la stessa medaglietta di Cole.
- Oh merda! Cole fa parte di una gang?! Cazzo come ho fatto a non capirlo prima? Avevo visto qualche ragazzo in giro per la scuola con la stessa giacca di pelle del mio amico, ma pensavo a stupide coincidenze!
John me lo diceva sempre: "Guardati intorno, ma non solo con gli occhi, anche con la mente. Potrebbe essere anche un solo stupido particolare per far scattare il campanello d'allarme."-
"Lei chi é?" Chiese un ragazzo dai capelli dello stesso colore che ha il cielo d'estate dopo la mezzanotte, e gli occhi di ghiaccio.
"Shade." Risposi fredda e distaccata, guardando attentamente quei sette ragazzi.
"Strano nome." Aggiunse un altro, facendo un passo avanti verso si me. "Sean." Mi tese la mano.
Esitai qualche secondo prima di decidermi a stringergli la mano.
"Loro sono Michael, Stefan, Logan, Bradley, Set e Justin." Li presentò velocemente Cole. "Ragazzi, la riporto a casa e poi arrivo." Non feci quasi neanche caso a quelle parole, perché mi ero soffermata a guardare quel ragazzo dai capelli biondo cenere e gli occhi color caramello fuso di nome Justin. C'era qualcosa di strano in quel ragazzo. Non so cosa, ma volevo andarmene. "Cole, non fare tardi!" Lo avvertì Justin, risvegliandomi dai miei pensieri. "Afferrato capo." Si scambiarono guardi d'intesa e poi, fortunatamente, Cole mi trascinò lontano da li.
Entrammo in una macchina bianca e partimmo.
"Dove abiti?" Interruppe il silenzio, spostando per un attimo lo sguardo dalla strada per guardare me.
- E mo' che faccio? Gli dico davvero dove abito oppure mi faccio lasciare li qualche isolato prima? -
"Abito tra la sesta e la settima." Sussurrai. "Posso farti una domanda?" Domandai curiosa.
"Anche due piccola!" Sorrise gentile come sempre.
"Fai parte di una gang?" Lo vidi muoversi nervosamente sul sedile.
"Si." Rispose, per la prima volta, freddo. "Ma non sono cose che dovrebbero interessarti..."
"No, no... Mi interessano molto." Risposi testarda come sempre.
"Non sai nulla di ciò che facciamo." Insistette lui, cercando di chiudere il discorso.
Non te la caverai così facilmente, Cole... "Fidati, so più di quanto tu pensi."
"Ah si?" L'aria nella macchina si fece più pesante.
"Si," iniziai. "Non so, credo che tu abbia sentito parlare dei Destroyers di Detroit." Lui annuì restando attento a quello che stavo dicendo. "Beh, ecco... io facevo parte della loro gang. Quindi so di cosa vi occupate." Fermò la macchina esattamente davanti casa mia, spense il motore e si girò verso di me. "Hai conosciuto John McCrae?" Chiese evidentemente confuso e incredulo.
"Si, é stato il mio mentore e il mio migliore amico. Sono stata per più di un anno il suo braccio destro. Mi ha praticamente cresciuta lui." Non so perché ma lo dissi come se dovessi giustificarmi.
"Cazzo!" Disse ancora più incredulo di prima.
"Okay, forse é meglio che vada." Feci per aprire la portiera, ma la sua voce mi bloccò.
"Aspetta!" Disse allungandosi per richiudere la mia portiera, impedendomi di uscire dalla macchina. "Non parlare dei Destroyers davanti ai ragazzi, ma soprattutto non dire che ne hai fatto parte. Non so come potrebbero reagire. E seconda cosa..." Prese il mio telefono dalla tasca aperta della mia giacca e digitó quello che penso fosse il suo numero per poi chiamarsi, per memorizzarsi sul telefono il mio numero. "Ora ho il tuo numero di telefono." Sorrise soddisfatto.
"Stalker!" Lo rimproverai. "Ora posso andare?"
Scrollò la testa in segno di diniego e indicò con il dito la sua guancia, chiedendo implicitamente un bacio.
Alzai gli occhi al cielo e lo accontentai. "Grazie." Sorrise come un bimbo.
Uscii dalla macchina ed entrai in casa. "Mamma sono tornata!" Gridai lasciando che il mio Eastpak blu jeans mi scivolasse dalle spalle per poi cadere pesantemente sul pavimento.
"Sono in cucina!" Gridò di rimando. Andai da lei e la salutai con un bacio sulla guancia. "Com'è andato il tuo primo giorno di scuola? Hai già conosciuto la preside?" Ironizzò punzecchiandomi.
"Ah. Ah. Ah. Spiritosa!"
Rise. "No dai, seriamente. Com'è andata?"
Ehm, vediamo. Da dove inizio? Ho conosciuto un ragazzo, anzi mi correggo, un criminale, che mi ha presentata alla sua banda di criminali e si é anche preso il mio numero di telefono. Sintetizzando... "Bene." Sorrisi. "Mamma vado su a fare una telefonata, non ci metterò molto."Dovevo chiamare John.
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My Trouble // Justin Bieber
FanfictionIl Bronx è universalmente noto per essere uno dei quartieri più violenti e pericolosi, dove tutt'ora gran parte della criminalità è concentrata unicamente nell'area del South Bronx. Guarda caso, proprio dove mia madre ha trovato casa... Sono Shade...