CAPITOLO 29

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Parcheggiai la macchina nel vialetto e scesi.
Feci un respiro profondo, salii le tre scalette che davano sul pianerottolo, e mi fermai davanti alla porta.
Chiusi gli occhi qualche secondo prima di riaprirli, e suonare il campanello.
"Arrivo!" Gridò da dentro.
Aprì la porta qualche secondo dopo.
"Hey." Sorrise. Aveva i capelli scompigliati, che gli davano un'aria molto sexy, i boxer del Calvin Klein che uscivano dai pantaloni della tuta grigi, portati rigorosamente a vita bassa, il petto nudo, e in mano un bicchiere trasparente con un dito di scotch dentro.
"C-ciao." Balbettai.
"Vieni." Disse spostandosi di lato per farmi entrare.
Feci qualche passo in avanti, prima di fermarmi.
Lui era dietro di me.
Le mie spalle aderirono completamente al suo petto, e le sue mani, mi afferrarono da dietro, tenendomi stretta.
"Ti stavo pensando..." Sussurrò.
Un brivido mi percorse la schiena.
"Vieni, ti offro qualcosa da bere." Mi prese per mano e mi condusse nell'enorme salone.
Vicino al divano c'era un tavolino di legno con sopra alcune bottiglie, di cui una stappata.
"Scotch?" Chiese mostrandomi il suo bicchiere.
"Si." Annuii.
Si avvicinò al tavolino, e prendendo un altro bicchiere, lo riempì di quel liquido giallognolo, chiamato scotch.
"Tieni." Sorrise e mi porse il bicchiere.
"Grazie." Ricambiai il sorriso e mi accomodai sul divano accanto a lui.
Presi un sorso, facendo scivolare velocemente il liquido nella mia gola, e sentendola bruciare subito dopo.
"Resta..." Sussurrò girando la testa verso di me. "...stanotte."
Appoggiai sul tavolino il bicchiere, e mi sedetti a gambe incrociate verso di lui. "Justin, c'é qualcosa che non va? Ti vedo strano..." Gli accarezzai la guancia.
"Sto bene... ora che tu sei qui con me." Bevve un altro sorso di scotch.
Studiai il suo volto ancora una volta.
Aveva la mascella contratta, un accenno di barba non fatta, gli occhi spenti e vuoti, non più di quel colore caramello fuso che mi faceva sciogliere, e i capelli scompigliati, che lo rendevano ugualmente sexy, anche in un momento stupido come quello.
Gli accarezzai la mascella... quella mascella che tanto avrei voluto baciare, assaggiare, assaporare, e che ora si stava rilassando sotto il mio tocco.
Fece un respiro profondo, chiudendo gli occhi, prima di riaprirli e appoggiare il bicchiere sul tavolino.
"Perché non hai reagito oggi?" Chiese riferendosi allo schiaffo di Nathaniel.
"Eravamo due contro una decina di ragazzi, non saremmo mai usciti vivi da quel negozio se avessi reagito." Risposi.
"Mmh... okay." Annuì.
"Justin..." Sussurrai avvicinandomi ancora di più a lui.
"Vieni." Disse facendomi mettere a cavalcioni su di lui. "Sto bene, ok?" Chiese alzando le sopracciglia.
"Voglio che tu mi dica se c'è qualcosa che non va..." Gli presi il viso tra le mani.
"Va bene." Sussurrò avvicinandosi alle mie labbra.
"Justin..." Sussurrai a pochi centimetri dal suo viso.
"Ssh." Mi zittì facendo entrare a contatto le nostre labbra.
Le mie dita si intrecciarono tra i suoi capelli, mentre le sue mani mi accarezzarono la schiena.
"Non andartene." Sussurrò senza staccarsi dal bacio.
"Non voglio andarmene." Lo abbracciai.
"Facciamo un bagno?" Sorrise interrompendo l'abbraccio.
Lo guardai un attimo confusa prima si annuire.
"Bene. Allora andiamo." Si alzò con me in braccio e salì le scale.
"Dove stiamo andando?" Gli chiesi quando mi accorsi che avevamo superato le scale per andare in terrazzo, dove c'era la piscina, e stavamo proseguendo lungo il corridoio.
"Nella vasca idromassaggio." Disse entrando in una porta sulla sinistra.
"Non ho il costume..." Sussurrai ridacchiando.
"Qual é il problema? Faremo il bagno nudi, come mamma ci ha fatto." Sorrise mettendomi giù.
"Justin!" Gridai tirandogli una sberla sul braccio.
"Che c'è?" Rise mentre si levava la maglietta.
"Stai dicendo sul serio?" Inarcai un sopracciglio.
"No scema, sto scherzando! In mutande e in reggiseno credo che andrà bene." Girò una manopolina, e la vasca iniziò a riempirsi, liberando una nuvola di vapore che continuò ad espandersi.
"Sei un pazzo, Justin..." Sussurrai levandomi la maglietta e i pantaloncini.
"Lo so." Sorrise maliziosamente e mi prese la mano, portandomi nella vasca piena di acqua bollente.

***

"Vieni!" Gridò tirandomi nel letto. "Domani abbiamo scuola!"
"Ma c'era SpongeBob!" Mi lamemtai cercando di fare resistenza.
Scosse la testa ridendo. "Andiamo!" Mi prese in braccio come un sacco di patate e mi buttò sul letto di camera sua.
"Uffi! Io volevo vedere SpongeBob!" Feci la faccinada cucciola.
"Nemmeno la mia cuginetta fa tutti questi capricci." Sorrise Justin rimboccandomi le coperte.
"Tu dove dormi?" Chiesi mentre andava verso il bagno.
"Con te." Rispose come se fosse ovvio.
"E dove stai andando?"
"In bagno... devo fare la pipì." Ridacchio.
"Ah... Okay." Mi coprii un po' di più.
Quando tornò dal bagno, si tolse la maglietta bianca, e i pantaloni da basket, rimanendo in mutande. Mi fece un enorme sorriso e si avvicinò a me, per poi sedersi sul bordo del letto.
"Grazie." Sussurrò.
"E per cosa?" Gli chiesi.
"Per essere rimasta qui, con me." Mi accarezzò la guancia.
"É sempre bello passare del tempo con te." Sorrisi.
Sorrise anche lui e, dopo aver alzato le coperte per infilarsi sotto, le risistemò e mi avvolse con un braccio, stringendomi a se.
"Buonanotte piccola." Mi diede un bacio sul collo.
"Notte Justin." Sorrisi.

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora