CAPITOLO 19

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Cole era andato via per concludere degli affari, mentre io cercavo qualcosa da mangiare, visto che ogni volta che stavo per mangiare arrivava qualcuno. Ma ora nessuno mi avrebbe fermato. Presi un'insalata e la mangiai, velocemente. Avevo fame e avevo finito in meno di cinque minuti. Ed esattamente mentre riponevo la ciotola nel lavandino qualcuno bussò alla porta.
"Cazzo Shade! Muoviti ad aprire!"

Era Justin.

Mentirei se dicessi che non sono andata ad aprire la porta saltellando con un sorriso a trentadue denti.
Arrivai davanti alla porta e in un millisecondo mi ricomposi, tornando seria e responsabile come sempre.
"Che vuoi?!" Sbuffai aprendo la porta.
Dio santo! Era così sexy con quella maglietta bianca bagnata dalla pioggia che lasciava in bella mostra tutto il suo fisico molto... molto allenato.
"Mah... non saprei, secondo te?" Chiese sarcastico indicando il cielo dietro di lui, che stava "buttando" giù acqua in una maniera assurda.
Mi morsi il labbro trattenendo una risata e gli chiusi la porta in faccia.
Corsi in bagno a prendere degli asciugamani, per poi tornare da Justin. Aprii di nuovo la porta e lo vidi seduto sui gradini del pianerottolo.
"Ehm! Ehm!" Tosii facendolo girare verso di me. "Forza! Vuoi stare ancora sotto la pioggia, oppure entri?" Domandai cercando di non scoppiare a ridere.
Alzò gli occhi al cielo e venne verso di me. "Grazie." Forzò un sorriso prendendo un asciugamano dalle mie mani.
Lo lasciai entrare e appoggiai gli asciugamani sul divano, prendendone solo uno per asciugargli i capelli.
Gliela appoggiai in testa e senza troppe cerimonie gli sfilai la maglietta fradicia.
"Hey! Se volevi che mi spogliassi bastava chiedere." Sorrise maliziosamente.
"Justin, vorrei ricordarti che sono fidanzata." Mentii sapendo quanto gli desse fastidio.
"Non mi freghi... Cole non sa mantenere i segreti." Rise alzando le spalle.
Alzai gli occhi al cielo. "Me la pagherà!" Sussurrai continuando ad asciugargli i capelli.
"Hey! Non sono un cane!" Disse ridendo per il modo in cui stavo strofinando l'asciugamano sulla testa.
"Davvero? Pensavo che tu fossi un barboncino..." Lo presi in giro. "Dai Fufy, levati i pantaloni."
"Mmh... le cose si fanno sempre più interessanti." Sorrise appoggiando l'asciugamano bagnato per terra. Iniziò a slacciarsi i pantaloni, e io sentendomi leggermente in imbarazzo mi girai per andare di sopra a prendere almeno dei pantaloncini da basket.
Lo sentii ridacchiare prima di entrare completamente in camera mia.
Aprii l'armadio, e solo dopo aver messo sotto sopra il cassetto dei pantaloni, ne trovai uno dei Lakers più o meno della sua misura.
Non avevo intenzione di dargli una maglietta.
C'é, voglio dire: perché avere una statua greca e coprirla con un semplice pezzo di stoffa?
Sorrisi e tornai al piano di sotto, dove Justin era in mutande ancora intento ad asciugarsi i capelli con l'asciugamano.
"Tieni." Gli lanciai addosso i pantaloni.
"Sono da maschio?" Chiese un po' incredulo.
"Si, perché?" Domandai sedendomi sul divano.
"Oh... no, nulla." Alzò le spalle infilandosi i miei pantaloni prima di venire accanto a me sul divano.
Presi il telecomando e accesi la tv.
"Beh... Quindi sei single?" Chiese cercando di nascondere un sorriso.
"Dove vuoi arrivare?" Domandai inarcando un sopracciglio girando la testa verso di lui.
"Da nessuna parte... per ora." Sorrise come se sapesse qualcosa che voleva nascondermi.
"Mmh." Annuii poco convinta.
Si alzò dal divano e andò verso lo scaffale con sopra dei CD di musica.
"Sai ballare il tango?" Chiese divertito girandosi con un disco di musica da tango in mano.
Annuii guardandolo storto.
Sorrise soddisfatto e infilò il CD nello stereo, poi venire verso di me invitandomi a ballare.
"No, Justin." Incrociai le braccia al petto rifiutandomi.
Fece il broncio e mi prese la mano costringendomi ad alzarmi.
"Justin..." Tentai di fermarlo, ma mi zittì strattonandomi in modo da far combaciare il mio corpo contro il suo.
Che sensazione stupenda...
E a quel punto, le lezioni di tango, salsa, e baciata che mia madre mi aveva obbligato a fare con lei, tornarono utili.
Mi tirò a se con un abile movimento delle braccia, e iniziò a fare dei passi lenti e sensuali.
Insomma é Justin. Potete immaginare quanto fosse sexy...
Finì la nostra improvvisata coreografia con un sensualissimo casquet.
Beh, l'unico "problema", se così si può definire, era che io non avevo un elegante e sexy vestito rosso e lui non aveva addosso un bellissimo completo nero che metteva in risalto tutti i suoi muscoli. Anche se ad essere sinceri Justin a petto nudo non mi dispiaceva affatto.
-Cazzo Shade! Concentrati-
Ehm si... giusto.
Ma cazzo! Come faccio a stare concentrata con uno così davanti agli occhi?!
Tra l'altro il suo corpo era ancora appiccicato al mio, il che mi rendeva impossibile concentrarmi.
I nostri petti si alzavano e si abbassavano contemporaneamente, e i suoi occhi color caramello, bruciavano nei miei.
"Dove hai imparato a ballare così?" Chiese tenendomi stretta con l'intento di non lasciarmi.
"Mia madre e io facevamo un corso un po' di tempo fa." Sussurrai.
"Te la cavi molto bene." Sorrise vedendo la mia reazione.
Sentivo caldo... Molto caldo.
"Okay, Justin lasciami andare." Cercai di divincolarmi ma mi strinse ancora di più a se.
"E se non lo facessi?" Sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra.
"Potrebbe finire molto male." Dissi divincolandomi dalla sua presa.
"Ma perché?" Si lamentò seguendomi in camera mia.
"Perché siamo nati per essere nemici." Spiegai cercando il telefono.
"Tu non fai più parte dei Destroyers!" Gridò cercando di attirare la mia attenzione.
"Chi ti dice che non é solo un modo per farvi fuori tutti." Dissi puntandogli la mia pistola alla tempia.

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora