"É stato rilasciato." Nella sua voce potevo sentire un po' di dispiacere.
"Fa niente... Un uomo in più, un uomo in meno... é la stessa cosa." Alzai le spalle, consapevole del fatto che non potesse vedermi.*il giorno dopo*
Mi svegliai di colpo.
La mia maglietta, il mio cuscino e persino le mie mutande erano bagnate.
"Oh Dio..." Sospirai passandomi una mano sul viso.
Mi alzai dal letto per andare in bagno a lavarmi la faccia, e quando tornai in camera, la mia attnzione fu catturata dal sole, che piano piano cominciava a salire nel cielo.
Guardai l'orologio che c'era appeso in camera mia. Dava le 04:37.
Mi legai i capelli in uno chignon disordinato e uscii sul balcone.
Subito l'arietta fresca mi riempì i polmoni.
Mi appoggiai alla ringhiera del balcone e rimasi a fissare il sole che sorgeva.
"Che ci fai già sveglia a quest'ora?" Sobbalzai sentendomi prendere i fianchi, da dietro.
Istintivamente, mi giari per vedere chi fosse.
"Justin..." Sospirai. "Mi hai fatto prendere un colpo!" Gli diedi una leggera sberla sul petto.
Sorrise. "Scusami, non era il mio intento..." Mi accarezzò la guancia.
"Che ci fai qui?" Gli chiesi rigirandomi verso il panorama.
Si mise accanto a me e sospirò. "Non avevo niente da fare."
Ridacchiai. "Quando tu non hai niente da fare, vieni a casa mia?" Lo guardai divertita.
"Solitamente dormo... ma non avevo sonno." Alzò le spalle.
Non riuscivo a smettere di sorridere...
"E sei venuto da me?" Gli chiesi.
"Si... mi piace guardarti dormire." Disse come se fosse la cosa più normale del mondo.
"Quante volte sei entrato in camera mia di notte?!" Domandai cercando di trattenere una risata.
"In realtà, questa è la prima." Rispose rivolgendo il suo sguardo all'alba. "Quei giorni che sei stata a casa mia." Spiegò.
"Ah, già, é vero."
"Comunque... che ci fai sveglia alle 04:39?" Chiese guardandomi qualche secondo, prima di tornare a guardare il cielo.
"Mi sono svegliata e ho visto che il sole stava per sorgere." Indicai il panorama con un cenno del capo.
Restammo in silenzio, a contemplare il sole, fin quando Justin, interruppe il silenzio.
"Ti va di saltare scuola, oggi?" Chiese di punto in bianco.
"Saltare scuola? Per far cosa?" Mi girai completamente verso di lui.
"Ti porto in un posto." Sorrise.
"Justin... non lo so..." Ci pensai un attimo.
"Dai!" Mi supplicò.
"Sei una cattiva influenza, sai?" Gli chiesi scherzosa rientrando in casa.
"Eh già." Mi seguì. "Scelgo io." Mi superò andando verso l'armadio.
"Cos'hai intenzione di farmi mettere questa volta?" Gli chiesi ridacchiando.
"Questo." Tutto sorridente, prese un vestitino azzurrino chiaro, molto leggero, simile a quelli che si usano per andare al mare, e me lo porse.
"Okay." Lo guardai un po stranita, prima di avviarmi verso il bagno.
"Aspetta!" Mi fermò. "Dove li tieni i costumi?" Chiese guardando nell'armadio.
"I costumi?" Gli chiesi confusa.
"Si, i costumi." Alzò le spalle.
"Posso fare una domanda?" Mi riavvicinai a lui.
"No. Puoi dirmi solo dove sono i costumi." Sorrise.
Sospirai. "Lì." Indicai uno scaffale in alto.***
"Justin, ma dove mi stai portando? É da due ore che siamo in macchina!" Mi lamentai per l'ennesiama volta.
"Ti fidi di me?" Mi chiese staccando qualche secondo lo sguardo dalla strada, per guardare me.
"Certo che mi fido di te!" Gli risposi alzando di poco la voce. "Spero almeno che ne valga la pena..." Sussurrai.
"Dimmelo tu: ne vale la pena?" Chiese fermando la macchina.
Girai lo sguardo e, solo dopo aver prerso una decina di anni, mi resi conto che dal South Bronx, eravamo arrivati al North Bronx, sulla riva dell'omonimo fiume.
"Oh Dio Justin..." Sussurrai incantata dalla meravigliosa acqua cristallina, illuminata dal sole, e contornata da una fine sabbia bianca.
"Il mio piccolo angolo di paradiso." Sorrise.
"Dio..." Ero senza fiato.
Rise e iniziò a togliersi la maglietta.
"Tu hai intenzione di farti il bagno?" Gli chiesi guardandolo male.
"No." Mi sorrise. "Noi abbiamo intenzione di farci il bagno." Si abbassò i pantaloni, rimanendo con il costume.
Scossi la testa in segno di diniego.
"Oh si invece." Si avvicinò a me prendendomi per il braccio. "Se non ci vieni di tua spontanea volontà, ti ci porto dentro con la forza." Iniziò a tirare verso l'acqua.
"No! No! Okay! Vengo da sola." Mi fermai.
Sorrise compiaciuto, e io iniziai a levarmi il vestitino.
"So già che me ne pentirò." Scossi la testa e iniziai a correre verso il fiume.
Mi irrigidì appena il mio corpo entrò a contatto con l'acqua.
"Cazzo che fredda!" Gridò Justin, un pochino dietro di me.
Risi e mi immersi del tutto, tornando a galla qualche secondo dopo.
"É bellissimo." Mi guardai ancora una volta intorno.
"É per questo che vengo qui spesso." Sussurrò.
Improvvisamente, le sue braccia tatuate, mi avvolsero la vita, da dietro. "Sono felice che tu sia qui con me."
"E io sono felice di essere qui con te." Sorrisi.
Mi diede dei baci sul collo prima di interrompersi. "Qualcuno ti ha invitato al ballo?" Chiese restando con le labbra molto vicine al mio collo.
"No..." Sussurrai in preda a una semi-crisi ormonale.
"Quindi verrai con me?" Domandò tra un bacio e l'altro.
"Mi stai invitando?" Sorrisi divertita.
"Probabile..." Questa volta si avvicinò al mio orecchio.
"Quindi? Verrai con me al ballo?" Mi girò verso di lui, facendo si che lo guardassi negli occhi.
"Si." Annuii.
"Posso baciarti ancora una volta?" Chiese come se fosse un bisogno.
"Credo di si..." Risposi abbassando lo sguardo, leggermente imbarazzata.
Mi prese il viso tra le mani e posò le sue labbra sulle mie, dando inizio ad un dolce, dolcissimo bacio.
Era come se ne avesse bisogno almeno quanto me.
Dal mio viso, le sue mani scesero fino ad arrivare sui miei fianchi, per tirarmi più vicino a se.
Gemette sulle mie labbra, approfondendo il bacio.
"Dio!" Esclamò staccandosi di poco. "Tu mi stai uccidendo." Sussurrò.
"Ricordati che sono il tuo capo." Sorrisi interrompendo il bacio.
"Il capo dei BlackJacks." Disse prima di spingermi sott'acqua.
"Stronzo." Respirai uscendo subito.
"Ti amo anche io." Sorrise facendomi l'occhiolino.
Ahia! Questa é una dichiarazione!
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My Trouble // Justin Bieber
Fiksi PenggemarIl Bronx è universalmente noto per essere uno dei quartieri più violenti e pericolosi, dove tutt'ora gran parte della criminalità è concentrata unicamente nell'area del South Bronx. Guarda caso, proprio dove mia madre ha trovato casa... Sono Shade...