CAPITOLO 33

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Le ragazze stavano dormendo ormai da qualche ora. Io non riuscivo a chiudere occhio. Ero tormentata, e probabilmente, se non avessi avuto delle risposte, sarei uscita pazza.
Cercando di fare meno rumore possibile, scesi dal letto in cui stavamo dormendo e uscii dalla stanza. Improvvisamente gli anni di danza classica che avevo fatto da piccola, mi tornarno utili. Con tutta la leggerezza possibile e immaginabile, riuscii a non fare rumore e ad uscire dalla casa.
Non sapevo il motivo, ma stavo andando da Justin.
Mi ero ripromessa che non avrei mai più agito d'impulso come la volta in cui avevo sparato a Paul, ma questa volta non ci riuscii. Dovevo andare da lui.
Nel frattempo, arrivai davanti alla porta di casa sua.
Schiacciai sulla maniglia, e sorrisi quando la trovai aperta.
Sempre cercando di non fare rumore, salii in mezza punta scalino dopo scalino, fino ad arrivare davanti alla porta chiusa di camera sua.
Oh! Ma che diavolo sto facendo?
Mi misi una mano tra i capelli cercando una risposta.
Dovevo entrare, o non dovevo entrare?
-Oh! Andiamo! Che cosa aspetti?! Entra cazzo!- Mi gridò la mia vocina.
Restai per un tempo che sembrava non finire mai, immobile davanti alla porta della sua camera.
Entra!
Mi ripetei più volte.
Chiusi gli occhi, feci un respiro profondo e li riaprii.
Con non so quale coraggio, appoggiai la mano sulla maniglia ed aprii la porta.
Justin era sdraiato sul suo letto a pancia in su, con lo sguardo fisso sul muro.
A coprire il suo corpo c'erano solo i boxer, il che, mi fece arrossare violentemente.
Non si era nemmeno accorto che ero entrata, così, mi schiarii la voce.
Girò di scatto il volto, piantando i suoi occhi color caramello nei miei.
D'un tratto essere andata lì, mi sembrò un'idea stupida.
"Shade." Sussurrò alzandosi dal letto e venendo verso di me.
Assunsi un'aria decisa e sorrisi.
Mi tirò per un braccio, facendomi entrare completamente, e richiuse la porta.
Mi sedetti sul letto e lo fissai mentre iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza, con lo sguardo fisso sul pavimento.
Io semplicemente restavo ferma a guardarlo, seduta a gambe incrociate sul suo letto disfatto.
"Perché lo hai fatto?" Smise di camminare e mi guardò, con un espressione confusa sul volto.
"Fatto cosa?" Chiesi con ara innocente.
Sapevo benissimo a cosa si riferiva, e sapevo benissimo che si sarebbe irritato se lo avessi "preso in giro".
"Sai benissimo cosa!"
"No, non ne ho proprio idea. Perché non me lo dici tu?" Mi alzai dal letto e feci un passo verso di lui.
Ormai non ero più arrabbiata con lui, era troppo adorabile per tenergli il muso. Ora, stavo solo cercando di infastidirlo e di provocarlo, e dalla sua espressione devo dire che ci stavo riuscendo.
"Perché mi hai baciato e poi te ne sei andata?"
"Oh quello!" Esclamai facendo un altro passo verso di lui.
"Qual é il problema? Voglio dire, non era la prima volta che ci baciavamo..." Sussurrai eliminando la poca distanza che ci separava. "Cos'é che ti ha dato fastidio? Il fatto che me ne sia andata?" Lo provocai.
"Si- c'é no!" Si correse facendo qualche passo indietro. "Non riesco a ragionare se mi stai così vicino e parli con quel tono di voce così provocante." Sbottò, probabilmente senza pensarci troppo, dato che sgranò gli occhi e arrossì un poco quando si rese conto di ciò che aveva detto.
Non avevo mai visto Justin così strano... Effettivamente era molto strano in questi ultimi giorni.
Si girò di scatto per nascondere il rossore sul suo viso, ma gli accarezzai la guancia, costringendolo a rigirarsi verso di me.
"Mi fai uno strano effetto, Shade." Scosse la testa. "E non posso tollerare un secondo di più il fatto che tua sia arrabbiata con me."
Sorrisi. Non poteva più tollerare che io fossi arrabbiata con lui?
"Non sono più arrabbiata con te." Mi addolcii.
Mi guardò negli occhi e chiese conferma. "Davvero?"
"Si, oggi pomeriggio ho esaggerato un po'..." Mi scusai.
"No, no." Mi prese il viso tra le mani. "Avevi ragione, non avrei dovuto reagire in quel modo."
Non diedi peso alle sue parole. Le sue labbra mi confondevano.
"Justin..." Sussurrai in un flebile sussurro.
"Mh." Si morse il labbro aspettando quello che gli dovevo dire.
"Non farlo." Con il pollice liberai il suo labbro inferiore.
Sorrise e abbassò lo sguardo.
Gli rialzai il viso e lo baciai.
I quel momento mi sembrava una cosa così proibita. Le mie labbra sulle sue...
Era come commettere un crimine, solo che questo era molto meglio.
Le sue mani raggiunsero la mia schiena. Le mie mani, invece, andarono ad infiltrarsi nei suoi capelli. Lui strinse ancora di piu la presa su di me e i nostri baci diventarono sempre piu veloci e i nostri respiri sempre piu affannati. Si stacco da me con violenza per togliermi la maglietta, lasciandomi in reggiseno, e io lo lasciai fare. La sua segui poco dopo e una volta che fummo entrambi a petto nudo, mi fece sdraiare sul letto. Lui si mise a cavalcioni sopra di me e ricomincio a baciarmi, mentre le mie braccia andavano ad arpionare la sua schiena nuda. In quella posizione riuscivo a sentire la sua eccitazione che premeva sulla mia intimità. Comincio a muoversi lentamente sopra di me e io istintivamente assecondai i suoi movimenti. I nostri respiri affannati si stavano trasformando in gemiti veri e propri. La sua mano inizio a scorrere lungo il mio addome fino ad arrivare all'elastico dei miei pantaloncini.
"Justin." Lo fermai.
Alzò lo sguardo e incatenò i suoi occhi ai miei.
"Noi non... noi d-dobbiamo essere lucidi per il ballo, e tu..." Non riuscii a completare la frase e ad ammettere che lui era la mia più grande distrazione.
"E io?" Mi chiese sorridendo. Aveva capito cosa intendevo, e voleva che lo dicessi ad alta voce.
"E tu sei un elemento di distrazione per me, soprattutto se ti lascio continuare ciò che stavamo per iniziare." Cercai di formare una frase di senso compiuto.
Sorrise compiaciuto mordendosi il labbro inferiore. "Sono una distrazione, eh?"
"Di tutto quello che ti ho detto hai capito solo quello?" Scossi la testa.
"É solo che io non pensavo di piacerti..." Sorrise innocentemente.
"Okay, non vantarti troppo e levati da sopra di me, prima che io cambi idea." Lo spinsi via dalla posizione in cui era, facendolo sdraiare accanto a me.
"Comunque io e i ragazzi abbiamo deciso che domani mattina saltiamo scuola. Manca poco al ballo, e preferiamo sfruttare il tempo che ci resta per allenarci. Ti unisci a noi?" Chiese con una nota di speranza nella voce.
"Si." Annuii guardandolo.
Rimase fermo a guardarmi per qualche secondo prima di sbuffare e dire: "Anche i baci sono di distrazione?"
Sorrisi a quella sua domanda e scossi la testa in segno di negzione.

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora