CAPITOLO 10

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"La mia piccola ombra assassina." Sorrise staccandosi dall'abbraccio per guardarmi.
"Vieni." Dissi trascinandolo dentro camera mia.
Chiuse la porta con un calcio e si fiondó sulle mie labbra. "Mi sei mancata." Sussurrò. "Tutto di te mi é mancato." Mi baciò ancora, spingendomi sul letto. "Tutto. Le tue labbra, le tue mani. Tutto." "Johnny. Chiudi quella bocca e baciami." Lo supplicai.
Sorrise sulle mie labbra. "Non cambierai mai!" Disse levandomi la maglietta.
"Nemmeno tu..." Sorrisi levandogli la maglietta e slaccaiandogli il primo bottone dei jeans.
Ripresa a baciarmi avidamente come sempre, ma lo fermai quando sentii suono del campanello.
"Va tua madre ad aprire." Sussurrò sulle mie labbra con tono supplichevole.
"É a lavoro." Sorrisi come per scusarmi.
"Vuol dire che riprenderemo dopo." Mi fece l'occhiolino alzandosi per farmi andare ad aprire.
Alzai gli occhi al cielo ed andai ad aprire.
"Cazzo..." Sussurrai appena mi accorsi di essere davanti alla porta, praticamente in reggiseno.
"Tieni!" Disse John dalle scale lanciandomi la sua maglietta. "Non voglio che qualcun altro oltre a me, ti veda così." Sorrise maliziosamente. Alzai gli occhi al cielo,e solo dopo aver messo la maglietta, aprii la porta.
Oh merda! Per poco non svenni quando mi ritrovai davanti le due imponenti figure di Cole e Justin.
"C-ciao." Balbettai forzando un sorriso.
"Chi é, piccola?" Chiese John scendendo le scale.
Porca puttana, sono nella merda più totale...
"Lui che cazzo ci fa qui?!" Sbottò Justin entrando in casa.
"Che cazzo ci fate voi qui?!" Rispose a tono John.
"Questa é la nostra città, qui siamo noi che facciamo le regole." Disse Cole, squadrando prima John e poi guardando me chiedendomi implicitamente spiegazioni.
"Ehm... ragazzi, lui é Jo-" Iniziai cercando di rompere il ghiaccio.
"John." Mi precedette Justin.
"Bieber." Disse Johnny con un sorriso bastardo, facendo un cenno con il capo a mo' di saluto. "Brown." Fece lo stesso anche con Cole, che rimase impassibile.
"Ti abbiamo disturbato, Shade?" Chiese Justin cercando si essere dolce con me, anche se si vedeva lontano un miglio che era molto infastidito dalla presenza del mio amico.
"Si, io e Shade stavamo per fare..." Disse John rispondendo al posto mio, lasciando in sospeso la frase e mettendo visibilmente alla prova la pazienza dei due.
Merda! Perché John deve sempre complicare la situazione?!
"Tu cosa?!" Sbottò Justin puntandogli un dito contro. "J-justin. É tutto okay!" Tentai di calmarlo mettendogli una mano sul petto e facendolo indietreggiare un po'.
"Già. Tutto okay." Lo provocò John facendogli un sarcastico occhiolino.
"Ma io ti ammazzo, pezzo di merda!" Disse Justin a denti stretti prima di spostarmi da davanti per scaraventarsi su John.
Io e Cole ci guardammo e, dopo aver alzato entrambi gli occhi al cielo, ce ne andammo in cucina, lasciando quei due a picchiarsi.
"Bambini..." Commentai.
"Ma davvero?!" Chiese incredulo Cole che, dopo la mia espressione confusa, spiegò. "Voglio dire: tu e John state insieme?" Domandò sedendosi su uno degli sgabelli della cucina.
"Cosa? No!" Dissi ridendo e dandogli una leggera botta sulla spalla. "Tra me e lui c'é solo sesso." Precisai un po' in imbarazzo.
"Oh... beh, quando non c'é lui se vuoi ci sono io." Sorrise maliziosamente.
"Ahahahahahah. Ne terrò conto." Scherzai.
"Ehm! Ehm!" Qualcuno dietro di noi ci interruppe, attirando la nostra attenzione.
Mi girai e vidi Justin, con il labbro spaccato e qualche livido in faccia, con accanto John, non messo molto meglio. "Dove possiamo trovare del disinfettante?" Chiese Justin.
"Io del ghiaccio, per favore." Disse John.
Scossi la testa e mi alzai dallo sgabello. "Il giaccio é li." Dissi indicando il freezer. "Tu, vieni, il disinfettante é di la." Presi Justin per la manica del giubbotto e lo portai in bagno.
Gli indicai la lavatrice e cercai il disinfettante. Presi un batuffolo di cotone, e dopo averlo impregnato di disinfettante, mi avvicini a lui e gli iniziai a tamponare il labbro inferiore.
"Ahi!" Fece una smorfia e si ritrasse a causa del dolore.
"Justin sta fermo!" Lo rimproverai continuando a tamponargli le ferite.
Mi fermò la mano e mi costrinse a guardarlo negli occhi. "Sei arrabbiata con me?" Mi chiese dolcemente.
"No guarda!" Risposi sarcastica. "Quasi, quasi adesso ti do un premio!"
"Non é stata colpa mia!" Tentò di giustificarsi. "Mi ha provocato!"
"Pff! Ma da che pulpito!" Dissi lanciando il cotone ormai sporco di sangue nel cestino.
Mi prese per il colletto della maglietta e mi avvicinò al suo viso. "É solo che odio il pensiero che qualcuno ti abbia avuto prima di me."

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora