CAPITOLO 36

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Justin's Point Of View

Io e gli altri ragazzi stavamo aspettando Tris, Rebecca e Shade.
Ero elettrizzato e molto, troppo curioso di vedere la mia bellissima dama, vestita elegante. Ma allo stesso tempo, non potevo non pensare che c'era qualche probabilità che la sera stessa, qualcuno avrebbe potuto farsi gravemente male.
Scacciai quel pensiero dalla testa e aspettai le ragazze.
La prima a scendere fu la mia piccola sorellina. Era incantevole, bellissima. Una bellissima principessina. D'altronde era la mia sorellina.
Poi scese anche Reby, anche lei vestita benissimo. Guardai il mio amico Bradley, sorriderle come un ebete.
Erano così felici!
Rivolsi lo sguardo in cima alla scala dalla quale erano scesero le ragazze, e aspettai l'arrivo della mia ragazza.
Quasi non morii quando quella meraviglia entrò nel mio campo visivo.
Era splendida, incantevole, bellissima, e chi più ne ha, più ne metta.
Ero senza parole.
Con le giuanche arrossate per l'imbarazzo, scese le scale e venne verso di me.
"Hey." Sussurrò abbassando lo sguardo e sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Sei bellissima." Presi il suo mento tra l'indice e il pollice, e le alzai il viso, facendo incontare i nostri occhi.
"Non é vero..." Rise nervosamente.
"Non sono mai stato così sincero." Affermai prendendole la mano. "Andiamo principessa?" Le chiesi accompagnandola alla porta, e facendo aumentare il rossore sulle sue guance.

***

Arrivammo al Ballo, tutti in silenzio.
In parte le maschere coprivano le nostre espressioni, ma la tensione era palpabile. Probabilmente, come me, tutti si stavano ripassando il piano in mente.
Quando entrammo nella palestra, allestita per l'occasione, la musica classica, scelta per il tema ottocentesco, mi rimbombò subito nel petto.
Ci dividemmo, e ognuno di noi prese la propria dama.
Shade era tesa, potevo vederlo dal modo in cui si guardava intorno, mordendosi il labbro.
Non ce la facevo più a vederla così, quindi la presi e la trascinai sulla pista da ballo.
All'inizio mi guardò spaesata, ma quando le avvolsi un braccio intorno alla vita, e la tirai verso di me, capì e si mise a ridere.
"Che ci trovi di tanto divertente?" Le chiesi unendomi alla sua risata contagiosa.
"Io, te, noi. Guardaci. Siamo passati dall'odiarci, al ballare insieme su una musica classica."
Quanto era vero?
"Già..." Sorrisi prendendole la mano e appoggiandola sulla mia spalla.
Il ricordo di quel giorno a casa sua, quando ballammo il tango, mi tornò alla mente, facendomi sprridere ancora di più.
"Perché sorridi in quel modo?" Si morse il labbro guardandomi da sotto le folte ciglia, coperte da un leggero strato di mascara nero.
"Ti ricordi quel giorno a casa tua, quando ballammo il tango?" Sorrisi maliziosamente.
"Come posso dimenticarlo? Sei arrivato a casa mia fradicio e bagnato come un barboncino. Ti ho prestato i pantaloncini dei Lakers, e ti ho asciugato i capelli con un'asciugamano. Poi mi hai obblogato a ballare, e ho finito per puntarti la mia pistola alla tempia."
"Touchè." Inclinai il capo. "Mi hai fatto prendere un colpo quel giorno, lo sai?" Domandai fermandomi insieme alla musica.
Mi accarezzò la guancia, e mi godetti quel momento magico.
"Hey! Fai attenzione!" Una ragazza rovinò il momento andando addosso a Shade.
Oh! Oh! Qui si metteva male...
Shade si staccò da me e si girò verso quella ragazza.
"Scusa?! Sei tu che mi sei venuta addosso!" Sbottò la mia ragazza, rivolta verso quella sottospecie di femmina.
Indossava un vestito alquanto bizzarro; era un abito a sirena, sopra verde e sotto, la gonna, fatta di tante rose, fuxia. Una specie di fiore capovolto. Una cosa molto inguardabile, aggiungerei.
La troietta fuxia, guardò con sufficienza la mia piccola.
"Oh tesoro, non sai con chi ti stai mettendo contro." Disse la tizia.
- Sei tu che non lo sai - Pensai tra me e me.
Come non detto, Shade spinse violentemente la ragazza per terra. "Oh tesoro, sei tu che non sai con chi ti stai mettendo contro." Diede voce al mio pensiero, guardando dall'alto in basso la ragazza.
Sorrisi e presi la mia ragazza per mano, trascinandola lontano da lì, per evitare che la picchiasse seriamente.
"Prendiamo da bere, va." Le porsi un bicchiere di quello che penso fosse champagne.
"Brindiamo a noi." Disse sicura alzando il suo bicchiere in alto.
La imitai facendo scontrare i due bicchieri, provocando un piccolo tintinnio, prima di portarlo alla bocca, e scolarmelo in un sorso.
"Justin." Richiamò la mia attenzione appoggiando il bicchiere sul tavolo.
"Si?"
"Mi fa male la testa. Andiamo da un'altra parte." Mi scongiurò con lo sguardo.
"Dove desidera signorina." Le sorrisi divertito e la portai fuori dalla palestra.
"Com'é strana la scuola quando nessuno gira per i corridoi, nessuno viene sbattuto fuori dalla classe, e nessuno fa risse con i professori." Mi diede una spallata lasciandomi intendere che alludeva alla volta in cui io e Ethan, ci eravamo presi a pugni in corridoio.
"Già." Mi limitai a sorriderle.
Si morse il labbro, non sapendo cosa dire, ed io non mi trattenni più.
La baciai.
Avevo bisogno di quel contatto. E anche lei sembrò apprezzare.
Presi il suo labbro inferiore tra i denti, facendola gemere, e poi la lasciai, senza allontanarmi troppo dal suo corpo.
"É la fine, piccola." Sussurrai.
"Scriveremo un nuovo inizio insieme." Affermò decisa.
Sorrisi, ma quel sorriso, venne spento dalla sveglia che ognuno di noi aveva messo nel telefono e che segnava l'ora di andare. La guardai negli occhi, e le chiesi: "Pronta?"

"Pronta."

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora