CAPITOLO 30

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Ero sdraiata sul mio letto a fissarmi le mani, ancora sporche di vernice.
Un ticchettio sulla finestra mi fece spaventare.
"Justin..." Sussurrai posandomi una mano sul petto, cercando di far tornare regolare il mio battito.
Mi alzai dal letto e andai ad aprire.
"Shade." Forzò un sorriso.
"Justin, entra." Lo feci entrare in camera, e dopo aver controllato che non ci fosse nessun altro, richiusi la porta-finestra. "Che ci fai qui?"
"C'é una cosa di cui devo parlarti..." Si sedette sul letto, passandosi le mani tra i capelli.
Mi sedetti accanto a lui e aspettai che parlasse.
"Harper... te lo ricordi? Lo avevamo ucciso insieme, quella volta che mi avevi accompagnato?" Chiese senza guardarmi.
"Si..." Annuii.
"Siamo sospettati. Delle telecamere di sorveglianza ci hanno ripreso mentre fermavamo l'auto vicino al pub." Scosse la testa.
"Cazzo..." Sussurrai.
"Dobbiamo trovarci un alibi." Suggerì guardandomi e mettendo le mani a preghiera davanti alle sue labbra.
"Mmh..." Ci pesai un attimo. "Davanti al pub c'é un motel, giusto?" Gli chiesi per essere sicura.
"Si." Mi guardò come per chiedermi di arrivare al punto.
Inarcai um sopracciglio e sorrisi maliziosamente. "Beh... sai com'é? Siamo due ragazzini..." Alzai le spalle.
"Woah... Intendi dire che ci siamo fermati al motel e abbiamo fatto sesso?" Sorrise maliziosamente.
Alzai gli occhi al cielo. "Dobbiamo solo entrare nel software del motel e fare in modo da far comparire la nostra prenotazione."
"Conosco una persona che potrebbe aiutarci." Disse Justin prendendo il telefono. Compose un numero e scrisse un messaggio. "Fatto." Sorrise.
"Dobbiamo solo metterci d'accordo per tutto il resto..." Mi alzai dal letto.
"Alle 10:30 siamo arrivati li e abbiamo affittato la camera 216. Abbiamo fatto sesso, e poi siamo tornati a casa. Non abbiamo ne visto, ne sentito nulla." Alzò le spalle.
"Spero non chiedano particolari." Mi sistemai il ciuffo dietro l'orecchio.
"Beh, potresti sempre recuperare ora, così avrai qualcosa da raccontare." Disse in tono malizioso avvicinandosi a me.
"Hey! Tieni a bada gli ormoni Bieber." Gli misi una mano sul petto.
"Mi piace un sacco quando mi chiami per cognome." Sorrise prendendo la mia mano.
Alzai gli occhi al cielo e gli sorrisi. "Sei un idiota."
"Il tuo idiota preferito." Mi schiacciò la punta del naso con il dito.
*DLIN! DLON!*
"Cazzo." Sussurrò Justin andando verso la finestra. "I bastardi ci hanno messo poco ad arrivare." Disse indicando le due auto della polizia, che erano ferme davanti al vialetto di casa mia.
"Shade! Puoi venire qui un secondo?" Gridò mia madre dal piano di sotto.
"Andiamo, scendo con te." Justin mi prese per mano iniziando a camminare verso la porta.
"Cosa?! E se ti chiede da dove sei entrato cosa gli dici, eh? Dalla finestra?!" Sbottai piantando i piedi.
"Si." Alzò le spalle.
"Cristo Santo!" Alzai gli occhi al cielo e scesi al piano di sotto con Justin.
"Che succede?" Mi guardai intorno.
Il salotto era pieno di agenti della polizia. Mia madre era ferma davati a me con gli occhi sgranati.
"Justin? Ma da dove sei entrato?" Chiese mia madre guardandolo sbigottita.
"Dalla porta." Risposi io.
"Non l'ho nemmeno visto entrare..." Disse più a se stessa che a noi.
"Comunque..." Iniziò uno degli agenti. "Lei, e il signor Bieber, siete sospettati di omicidio doloso ai danni del signor Harper." Altri due agenti si avvicinarono a me e a Justin, ci presero i polsi, mettendoceli dietro la schiena, e chiudendoli nelle manette.
"Dobbiamo portarli in centrale per interrogarli." Il poliziotto informò mia madre.
"Okay." Annuì lei, cercando di mantenere la calma.
"Forza, andiamo." Il poliziotto che mi aveva ammanettato, mi strattono, portandomi fuori e poi dentro l'auto.
Accanto a me fecero sedere Justin, che subito mi guardò, facendomi un occhiolino.
Per tutto il viaggio, pregai in silenzio che tutto andasse secondo i piani.
"Forza. Scendete." Ci disse il poliziotto di prima.
Brutto deficiente! Abbiamo le manette. Spiegami come cazzo la apro la portiera?!
Mi trattenni dall'urlargli contro, e aspettai che venissero ad aprirmi.
Ci portarono dentro, e ci divisero in due stanze diverse.
Quella in cui entrai io, era vuota, se non fosse stato per un tavolo e tre sedie in mezzo alla stanza. Ad illuminare il tavolo, c'era una semplice luce appesa al soffitto.
"Siediti." Uno dei due poliziotti, mi indicò una sedia.
"Certo..." Senza troppi problemi mi sedetti.
Darrell, così c'era scritto sulla targhetta, si sedette di fronte a me.
L'altro uscì dalla stanza.
"Dobbiamo aspettare il mio collega prima di iniziare.
"Annuii. "Sei il poliziotto cattivo o quello buono?" Chiesi cercando di trattenere un sorriso.
Inclinò la testa di lato e si morse il labbro. "Sei capitata male... qui non ci sono poliziotti bravi." Strinse gli occhi.
Non feci in tempo a ribattere, che Jasper, il mio amico Jasper, entrò nella stanza.
"Buona sera." Salutò il suo collega, prima di rivolgermi uno sguardo di complicità.
"Sai perché sei qui?" Chiese Darrell.
"É mezzanotte e mezza, sono in pigiama, e non ho la più pallida idea del perché io sia qui." Sorrisi.
"Conosce il signor Harper?" Intervenne Jasper.
"So che ha un pub sulla trentasettesima, ma non credo di averlo mai visto." Risposi.
Voglio l'Oscar!
"Beh, il signor Harper é stato ucciso."
"E io che centro?" Domandai rivolta verso Jasper.
"Sa dirmi dove si trovava l'8 Dicembre alle 10:32?" Chiese Darrell, ignorando la mia domanda e avvicinandosi di più a me.
"Non lo so. Dimmelo tu." Mi avvicinai anche io, provocandolo.
"La mattina dell'8 Dicembre, tu e il signor Bieber, eravate, guarda caso, proprio davanti al pub di Harper." Fece un sorriso forzato.
"Hey! Che stai insinuando con quel 'guarda caso'?" Sbottai indicandolo e imitando la sua voce.
"Rispondi alla domanda! Cosa ci facevi sulla trentasettesma?" Jasper sbatté i pugni sul tavolo.
Okay... il premio Oscar dobbiamo dividercelo...
Sospirai alzando gli occhi al cielo. "Io e il signor Bieber," usai il loro stesso tono di voce. "eravamo nel motel che c'é di fronte al pub del signor Harper."
"E che cosa ci facevate in un motel alle 10:30 del mattino?" Darrell inarcò un sopracciglio.
"Due ragazzini, 17 e 18 anni, da soli, in un motel... stavamo facendo una ricerca di scienze, ovvio, no? Lei non crede?" Dissi sarcastica cercando di trattenere una risata.
"Senza che faccia troppo la spiritosa... Che cazzo avete fatto in quel motel?" Sbotto incazzato Darrell.
"Abbiamo affittato una camera, abbiamo fatto sesso, e poi siamo tornati ognuno a casa propria." Risposi fredda.
In realtà, non eravamo andati ognuno a casa propria. Justin mi aveva portato al capanno per curarmi la ferita che il proiettile uscito dalla pistola di Harper, mi aveva procurato. Tra le altre cose, lo stesso giorno, avevo scoperto che mio padre era vivo e vegeto...
"Dobbiamo sentire la versione di Bieber, e poi le faremo sapere. Nel frattempo aspetti qui." Darrell, si alzò e uscì dalla stanza, lasciando me e Jasper soli.
"Faremo delle ricerce per controllare se ciò che hai detto é la verità." Si avvicinò al tavolo dove ero seduta io e ci poggió sopra un foglietto.
Lessi velocemente ciò che aveva scritto.
'Sei stata grande!'
Sorrisi prima di guardarlo e tornare seria.

Justin's Point Of View

Ero nella stanza dell'interrogatorio. Shade era in quella accanto, probabilmente avevano quasi finito di interrogarla, e presto sarebbero venuti da me.
Forse più presto del previsto, visto che Darrell, il mio "amico" Darrell, entrò seguito da Jasper.
"Bieber, ci incontriamo di nuovo." Si avvicinò a me con quel suo solito sorriso di superiorità.
"Si, e sentiamo... questa volta per cosa sono sospettato? Chi ho "ucciso"?" Mimai le virgolette su 'ucciso'.
"Harper. Ti dice qualcosa?" Chiese inclinando la testa di lato, prima di sedersi dall'altra parte del tavolo.
"Quello del pub sulla trentasettesima, vicino al motel. Si so chi é." Risposi.
"Bene. É stato ucciso." Intervenne Jasper.
"E voi pensate che sia stato io..." Continuai il suo pensiero.
"Beh, sei stato visto con la signorina Hamilton sulla trentasettesima il giorno in cui il signor Harper, é stato ucciso." Darrell mi squadrò.
"La mattina dell'8 Dicembre." Puntualizzò Jasper.
"L'8 Dicembre?" Ci pensai un attimo. "Dev'essere stata la mattina in cui io e Shade, siamo andati al motel." Conclusi.
"Che ci facevate lì?" Chiese Darrell guardandomi sempre con lo stesso sguardo bastardo di sempre.
"Stavamo scopando." Risposi tranquillamente. "Volete anche i particolari?" Sorrisi maliziosamente.
"Credo possa bastare." Darrell serrò la mascella, prima di alzarsi e uscire dalla stanza, seguito dal suo collega.
C'é voluto poco...

***

"Ce l'abbiamo fatta!" Esclamai battendo il cinque a Shade, che rideva felice.
Eravamo appena tornati a casa ed eravamo sdraiati a pancia in su nel suo letto.
"Che buono il sapore della libertà!" Sospirò.
Sorrisi e mi girai verso di lei. "Sai, sono stato sospettato molte volte, ma nessuna é stata divertente come questa."
"Ahahahahahah, si, é stato molto divertente." Rise.
"Che gli hai detto quando ti hanno chiesto cosa ci facevo nel motel?" Le chiesi divertito.
"Gli ho detto: Due ragazzini, 17 e 18 anni, da soli, in un motel... stavamo facendo una ricerca di scienze, no?"
"Cosa?! Davvero?" Iniziò a ridere. "Non ci credo! Cavolo avrei voluto vedere le loro facce!" Esclamai iniziando a ridere insieme a lei.
"Oh Dio!" Cercò di smettere di ridere. "Mi fanno male le guancie."

Shade's Point Of View

La mattina seguente mi svegliai a causa della luce del sole.
Mi rigirai nel letto prima di fermarmi.
Dov'era Justin?
La sera prima era rimasto a dormire con me, ma ora non c'era.
Probabilmente doveva andare in bagno.
Mi strofinai gli occhi e mi alzai dal letto.
Ancora in pigiama scesi ed andai in cucina.
"Oh Cristo! Justin!" Gridai mettendomi una mano sul cuore. "Mi hai fatto spaventare!" Ero entrata in cucina e mi ero spaventata nel vedere Justin appoggiato al bancone, con in mano una tazza di latte e cereali.
-Oh! Che visione!-
Justin era a petto nudo, e con solo delle mutande nere della Calvin Klein addosso.
*immagine di copertina*
"Scusa, non volevo." Sorrise innocentemente. "Ah, tua madre é uscita dieci minuti fa, ha detto che dobbiamo andare a scuola." Alzò le spalle.
"Uff... Okay." Sbuffai prendendo il succo di frutta dal frigo.

***

Justin aveva appena parcheggiato la macchina nel parcheggio della scuola.
Finalmente, oggi, tutti avrebbero visto chi comandava.
Scesi dalla macchina, cercando subito con lo sguardo il resto dei ragazzi.
La maggior parte degli studenti, guardava incantato il disegno sul muro di fronte alla scuola.
"Ma che cazz..." Sussurrò Justin venendo vicino a me.
"Carino no?" Sorrisi soddisfatta.
Mi guardai ancora una volta intorno e notai Matthew appoggiato alla sua auto sportiva.
Mi guardò e mi sorrise facendomi l'occhiolino.
Ricambiai il sorriso, e mimai un 'grazie'.
Poi, sfortunatamente, il mio sguardo si incontrò con quello di Ethan. Mi guardava come se mi volesse uccidere.
Al contrario suo, sorrisi bastardamente.
"Dio... come farò a resistere fino al ballo. Non lo sopporto... non posso vederlo. Mi fa salire il crimine!" Disse a denti stretti Justin guardando in cagnesco Ethan.
"So che è difficile, ma devi farcela." Marcai sulla parola 'devi'. "Vieni, andiamo dai ragazzi." Lo presi per mano e lo trascinai dai ragazzi.
"Ciao." Salutai.
"Cazzo Shade! É una figata!" Esclamò Ryan indicando la scritta.
"L'hai fatta tu?" Chiese Bradley.
"Con l'aiuto del mio nuovo amico." Alzai le spalle.
"Chi é?" Si intromise Justin.
Era geloso. Gli si leggeva in faccia.
Sorrisi a me stessa e gli risposi. "Matthew."
Non fece in tempo a ribattere, che suonò la campanella.

***

Finalmente anche la terza ora era finita.
Mi aggiravo per i corridoi della scuola, in cerca del mio armadietto, quando la mia attenziome fu catturata da una massa di studenti accerchiati.
Cosa?! Stanno facendo una rissa e nessuno mi ha invitato?!
Velocemente corsi tra i ragazzi e guardai una scena che avrei preferito non vedere...

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora