Hyade

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Già, questo capitolo lo dedico a lui.
Le cose andarono più che bene nella mia vita e Jack continuava a dire che avrei dovuto provarci con Hyade, ma io volevo agire in modo diverso con lui.
Spesso nelle assemblee si alzava, arrivava davanti a me e mi abbracciava senza alcun motivo o mi faceva complimenti. Io mi sentivo felicissima.

Un giorno a penultima ora avevo un giro di interrogazioni di storia, ma ero già stata interrogata perciò appoggiai la testa sul banco e mi persi tra i miei pensieri.
Fin quando non sentii bussare alla porta e qualcuno parlare, mi girai verso Jack che mi sorrideva e allora capii. Era la voce di Hyade.

«Alaska Niltson può uscire?»

In quel momento sentii il mio battito fermarsi. Il professore annuì e lo raggiunsi.
Era insieme a un suo amico. Mi salutarono e il collega iniziò a farmi un discorso sul candidarmi nella loro lista di rappresentati di istituto per rappresentare il mio indirizzo.
Nel frattempo Hyade si avvicinò a me e mise il suo braccio sulle mie spalle. Io mi appoggiai a lui e in quel momento tutte le parole che sentii si mischiarono e riuscivo a percepire soltanto il suo calore.

'Perchè lo fa? E se ora un mio compagno esce dalla classe?' mi domandai.

In quel momento vidi la porta muoversi e un mio compagno uscire. Ci vide in quella posizione e guardò sorridendo. Lo odiavo. Quando finì il discorso rimasero fermi a guardarmi aspettando una mia risposta.

«Dove devo firmare?» accettai la loro richiesta.

Si guardarono e sorrisero. L'amico mi abbracciò per la gioia e si unì anche lui. Mi salutarono e io mi diressi verso la mia classe.

«Ti voglio bene» la sua voce rimbombò nella mia testa.

Rientrai in classe sorridendo come una bambina che aveva appena ricevuto un gelato.
Secondo Jack ci stava provando con me. Ma a differenza di come feci con altri ragazzi decisi di lasciare accedere le cose senza forzature.

In quel mese accaddero tanto cose con Hyade. Per fare propaganda elettorale a scuola, ci vedevamo tutti i giorni compresi i pomeriggi. Mi metteva sempre il braccio attorno alle spalle dal nulla, mi abbracciava, faceva finta di tirarmi cose o di darmi calci per scherzare, mi toccava la testa.
Ma un giorno rimasi con lui fino a sera.

«Come torni a casa? Ti vengono a prendere, giusto?» domandò.

«No, devo farmela a piedi» risposi.

Lui ero contrariato, voleva addirittura accompagnarmi a piedi per poi farsi il doppio della strada perciò non ci pensai neanche un secondo ad accettare.

«Va bene, allora ti tengo compagnia in chiamata»

Lo salutai abbracciandolo e pochi metri dopo mi arrivò la sua chiamata. Parlammo di quella giornata, delle elezioni che sarebbero state a breve, del motivo per cui avevo scelto quel indirizzo.
Ma a un certo punto...

«Guarda il telefono, ti ho aggiunta in un gruppo»

Presi il telefono e rimasta a bocca aperta.

'Compleanno Hyade, ciao sei stato/a invitato/a al mio diciottesimo'

Mi emozionai, ma cercai di contenermi. Ero stra felice e in ansia. Non me lo sarei mai aspettato.
Dopo un po' cambiò discorso.

«Comunque non va bene che non hai mangiato a pranzo, la prossima se dovesse capitare di nuovo di compro qualcosa con forza e te la faccio mangiare con ancora più forza»

Ci scherzai sù, ma non credevo l'avesse detto veramente. Si era preoccupato per me!
Quando arrivai a casa riprese nuovamente questa discussione.

«Ora sali a casa, mangia fino a ingozzarti e poi vai a dormire dato che sei stanca»

Nel mio stomaco si fecero vive quelle farfalle che non sentivo più da tanto tempo. Sorrisi.
Glielo promisi e la mantenni.
La sera chiamai Jack e gli raccontai tutto.
Inutile dirvi che secondo lui erano dei segnali per farmi capire che stava iniziando a provare qualcosa per me.

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