So che è da tanto che non racconto come stanno andando le cose, ma non riesco più a trovare del tempo.
Sta andando tutto fin troppo bene.
È ricominciata la scuola, ho iniziato a ballare hip hop, ho un altro nuovo gruppo di amiche e sono entrata a far parte del collettivo della mia scuola.
Cos'è il collettivo?
È il gruppo del rappresentante d'istituto che fa attivismo.Sono l'unica ragazza e la maggior parte sono già in quinto superiore. Facciamo molte assemblee e manifestazioni.
Potrebbe sembrare una cosa noiosa, ma non lo è fidatevi.
Ci battiamo per questioni importanti e scherziamo tra di noi. Siamo tutti amici.Ne faceva parte anche Jack che continuava a mettermi in testa il rappresentante, Hyade.
So che potrebbe essere il ragazzo giusto per me, ma avevo paura di farmi avanti. Aspettavo che lui facesse il primo passo, sennò non sarebbe mai accaduto niente e io ci sarei rimasta dietro.
Erano successe delle scene che mi facevano pensare fosse ricambiato. Per salutarmi mi abbracciava a differenza degli altri che si davano il guancia guancia, mi interpellava sempre, voleva che mi candidassi alla consulta e tante altre cose.Nonostante ciò non volevo affrettare le cose, non volevo agire come avevo fatto con tutti i ragazzi precedenti. Con lui sarebbe stato diverso. Lui era diverso.
Era un bravissimo ragazzo, premuroso, dolce e maturo. Esteticamente magari poteva non essere uno dei migliori, ma caratterialmente si. Mi bastava questo.Passavo molto tempo con il collettivo, ma a volte non potevo perché dovevo andare a hip hop. Già, finalmente ci ero riuscita. Ero la più grande e inizialmente avevo tutte 11 anni, poi però arrivò una nuova ragazza, Chloe. Lei aveva 14 anni.
Ricordo perfettamente il primo giorno che la vidi.
Arrivai 15 minuti più tardi a lezione. Bussai alla porta preoccupata per quel mio ritardo, ma l'istruttore mi fece entrare ugualmente. Si stavano già riscaldando, perciò mi affrettai a mettermi al mio solito posto e notai che accanto a me c'era una nuova.«Ciao» mi salutò continuando a fare stretching.
Ricambiai il saluto sorridendo.
«Sei nuova?» le domandai.
«Si»
Da lì iniziammo a parlare. Le raccontai le lezioni precendenti, le insegnai alcuni passi anche se non era molto brava, scoprii che veniva nella mia stessa scuola al primo anno e ci scambiammo i numeri.
Nei giorni seguenti ci continuammo a sentire, era troppo carina e simpatica. Quando dicono che le amicizie migliori nascono nello sport hanno pienamente ragione.
Scegliemmo un cuore in comune e a ricreazione ci vedevamo spesso. Settimane dopo arrivò una nuova ragazza, Joyce. Anche lei veniva nella mia stessa scuola. Legammo anche noi molto velocemente, ma Chloe iniziò a metterci da parte fin quando decise di cambiare scuola e non venire più a lezione. Ci rimanemmo male.Con Joyce legai veramente in pochissimo tempo e anche noi decidemmo un cuore. Avevamo davvero tanti punti in comune. Anche lei leggeva e ascoltavano lo stesso genere di musica. Capiva la mia ansia e mi sosteneva ogni volta che dovevo parlare davanti gli studenti nelle assemblee o in qualsiasi situazione che metteva in risalto la mia timidezza.
Mi vide crescere in quei mesi. E non mi abbandonò mai nonostante la mia vita incasinata. Le dovevo tantissimo.
Nei momenti di debolezza riusciva a incoraggiarmi e tirarmi sù. Sia che si trattasse di rappresentanza, che di sentimenti, che di carattere, che di mia madre, che di qualsiasi altra cosa. Era una delle mie amicizie più importanti.L'unico problema è che a volte dovevo passare la ricreazione anche con il mio nuovo altro gruppo di amiche. Eravamo cinque ragazze. Due andavano in quarto, due in secondo e io in terzo. In comune avevamo la passione per le moto.
Guardavamo sempre tutti i motori che passavano e li commentavamo. Poi iniziammo anche a raccontare delle nostre esperienze con i ragazzi e a darci consigli, mi trovai molto bene.Ma a causa di queste mie nuove amicizie trascurai Sammy.
Mi lanciò anche una frecciatina quando mi disse:«Vedo che stai riuscendo a sconfiggere la timidezza»
Era come se fosse invidiosa. Anche lei era timida e magari il fatto che io stavo riuscendo a eliminarla le dava fastidio. Provai a farle conoscere delle mie amiche, ma non si trovava.
Inoltre una cosa che mi diede fastidio di lei era che stava iniziando a sembrare la mia copia. Aveva iniziato a leggere i miei stessi libri e a vestirsi del mio stesso stile.
Questa cosa la notò anche Jack.Non volevo ci fosse una mia copia, io dovevo essere l'unica me.
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The life of any teenager
SpiritualitéQuesto è un racconto INVENTATO su un'adolescente come tutti gli altri, ma allo stesso tempo diversa. Alcuni potrebbero invidiare la sua vita, mentre altri provano compassione per lei. Si chiama Alaska Niltson, la sua vita spensierata è finita all'e...