Fissavo immobile le mattonelle color celeste del mio bagno mentre sedevo a gambe incrociate con la testa e le spalle appoggiate alla parete.
Sentivo freddo in ogni angolo del mio corpo, la mia pelle cadaverica, era ricoperta da pelle d'oca.
Vedevo la stanza che mi girava attorno a causa delle forti vertigini.
Avevo il respiro affannato come se avessi corso una maratona, ma piano piano lo sentivo sempre più affievolirsi, all'unisono con le mie energie.
La vista aveva iniziato ad appannarsi e a stento riuscivo a tenere gli occhi aperti.
Dall'altra parte della porta, chiusa a chiave, qualcuno stava battendo forti pugni come se volesse sfondarla.
Voci ed urla accompagnavano i violenti colpi, qualcuno pronunciava il mio nome ma in quel momento ero incapace di associare le voci ad un volto conosciuto.
Vedevo che, di fianco al mio ginocchio, era comparso un rigo di sangue identico a quello che mi stava scorrendo sulla mano.
Iniziai a piangere, il mio volto adesso, era un misto di sangue e lacrime.
Volevo che questa agonia finisse il prima possibile, non ce la facevo più.
Le urla e i colpi aumentavano, mentre io non avevo più forze neanche per alzare un dito.
Qualche minuto dopo cominciai a non vedere più niente, il buio totale, però mi sentivo bene, mi sentivo in pace.
*****
Avete mai pensato a come ci si sente quando si sa di dover morire? Quando si hanno gli anni, i mesi, i giorni, le ore contate?
Quando si sa che ormai non c'è più niente da fare e per quanto tu possa lottare, allo scadere del tempo tu te ne andrai ugualmente, che tu sia una cattiva persona o una brava persona, magari una moglie, una lavoratrice, una madre costretta a lasciare i figli da soli in un mondo troppo grande e crudele per loro.
Mi svegliai di soprassalto, il cuore nel petto mi batteva a mille, avevo appena avuto un cazzo di incubo...di nuovo.
Mi misi seduta sul letto, la stanza intorno a me era completamente avvolta nel buio, i lampioni al di là della finestra non ne illuminavano neanche una minima parte.
Presi il bicchiere d'acqua dal mio comodino, e lo mandai giù in un batter d'occhio, cercando di tranquillizzarmi.
Posai il bicchiere e notai l'ora scritta sulla sveglia: 5.30 del mattino.
Nonostante l'ora, decisi di alzarmi, sapevo che non avrei più ripreso sonno, e se anche fosse accaduto un altro incubo mi avrebbe tormentato.
Non ci tenevo affatto.
Scesi dal letto in punta di piedi, sia per non farmi sentire dai ragazzi che dormivano nelle stanze affianco, sia perché detestavo con tutta me stessa il cigolio che emetteva sotto ai piedi questo vecchio pavimento in legno.
Rabbrividii per il freddo, maledicendomi silenziosamente per non aver indossato le calze la sera prima.
Cercai di non inciampare o sbattere contro oggetti, e per mia fortuna riuscii a raggiungere la porta del bagno.
La prima cosa che feci, come da abitudine, fu aprire l'acqua della doccia lasciandola pian piano scaldare, e nel mentre, mi tolsi vestiti.
Una volta che la stanza fu completamente avvolta da una bollente nuvola di vapore, entrai sotto al getto d'acqua.
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Teach me to dream
Romance"ʟᴇɪ ᴀᴠᴇᴠᴀ ʙɪꜱᴏɢɴᴏ ᴅɪ ʟᴜɪ" "ʟᴜɪ ᴀᴠᴇᴠᴀ ʙɪꜱᴏɢɴᴏ ᴅɪ ʟᴇɪ" "ᴇɴᴛʀᴀᴍʙɪ ᴀᴠᴇᴠᴀɴᴏ ꜱᴏʟᴏ ʙɪꜱᴏɢɴᴏ ᴅɪ ꜱᴀᴘᴇʀʟᴏ" ⚜️ 🅃🅁🄾🄿🄴 ⚜️ 🥀ᴇɴᴇᴍɪᴇꜱ ᴛᴏ ʟᴏᴠᴇʀꜱ 🥀 ʙʀᴏᴛʜᴇʀ'ꜱ ʙᴇꜱᴛ ꜰʀɪᴇɴᴅ 🥀ʙᴜʟʟʏ ʀᴏᴍᴀɴᴄᴇ