𝚃𝚑𝚒𝚛𝚝𝚢-𝚏𝚒𝚟𝚎

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🔥 = all' interno del capitolo sono presenti scene di sesso.
Se sei sensibile non leggere !

Victoria Pov's

Avevo tutte le ossa indolenzite a causa della posizione scomoda in cui avevo dormito.

A fatica riuscii ad aprire gli occhi, la tempia sinistra pulsò, facendomi digrignare i denti.

Fuori dal finestrino era calata la sera, accompagnata da un cielo nero, privo delle lucenti stelle.

Sentivo la necessità di bere, avevo tutta la bocca impastata.

Che ore erano? Perché Abel ancora non mi aveva riportata a casa?

Imperterrito, guardava concentrato la strada con una mano sul volante e l'altra rilassata appoggiata al finestrino.

"Abel..." mi decisi a parlare piano.

Al lieve suono della mia voce, il suo sguardo venne puntato su di me.

Mi sentii bruciare.

Sembrava più tranquillo e rilassato dall'ultima volta in cui ci avevo parlato.

"Come ti senti?" chiese in tono neutro, privo di qualsiasi emozione.

"Molto meglio" mentii.

Non mi sentivo bene, anzi..

Fisicamente ero apposto, ma moralmente ero davvero a pezzi.

Ancora ero incredula su ciò che era successo nel pomeriggio.

Sentivo il bisogno di sfogarmi, di farmi del male.

Punirmi per la mia ingenuità.

Ryan, il ragazzo che mi era stato vicino nei momenti più brutti della vita era diventato un mostro.

Come? Come era potuto accadere?

Non trovavo risposta a questa domanda, al perché quel ragazzo così gentile e innocente si fosse voluto trasformare in un criminale.

L'auto continuava a sfrecciare tra le vie buie, prive di lampioni.

Niente di tutto quello che riuscivo a scorgere mi ricordava la strada di casa.

"Dove stiamo andando?"

"Passeremo la notte nella mia casa fuori città, Noah non può vederti in queste condizioni, farebbe troppe domande".

Spiegò.

"Noah non sa niente?".

Perché non gli aveva raccontato ciò che era successo?

Non ricevetti risposta.

Mi specchiai rapidamente.

Facevo pena, mi facevo schifo.

Il trucco era tutto quanto sbavato lungo le guancie, la mia pelle emanava una luce spenta, priva di vitalità.

Gli occhi, i miei bei occhi verdi, erano carichi di tante altre lacrime ancora da piangere.

Il tragitto proseguì in silenzio, l'abitacolo era carico di tanta tensione, nessuno osava aprire bocca.

Nonostante ciò, avevo una marea di domande da fare ad Abel, volevo capire, esigevo sapere...

Era come se tutte quelle domande non fatte fossero spilli appuntiti che premevano contro il mio cranio.

Non molto tempo dopo, il ragazzo parcheggiò fuori da una casa completamente priva di luci.

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