Teach me to dream

𝚝𝚑𝚒𝚛𝚝𝚢-𝚎𝚒𝚐𝚑𝚝

"Bene, signorina Miller...".

Il professore si sfiorò il mento con fare pensoso.

"Ancora una domanda" affermò riflettendo su quale quesito pormi.

Stavo avendo l'interrogazione di letteratura, interrogazione per la quale avevo studiato fino allo sfinimento.

Ero intenzionata a dare tutta me stessa.

Parlare alla cattedra, di fronte a tutta la classe, mi metteva in agitazione.

Per mia fortuna, eccetto Noah e Olivia, intenti a supportarmi, nessuno sembrava particolarmente interessato a me.

Metà della classe stava beatamente dormendo, appoggiata sugli scomodi banchi.

"Perfetto, può bastare".

Il professore, con sguardo carico d'orgoglio, chiuse fiero il taccuino su cui aveva preso annotazioni fino a qualche secondo prima.

"I miei complimenti signorina Miller, ottima interrogazione, mi sento di darle il massimo dei voti".

SI, SI, SI.

Il mio cuore esultò di gioia.

Mi ero impegnata davvero tanto, mi rendeva fiera aver raggiunto quel traguardo.

Nel bel mezzo del silenzio dell'aula, si levarono i gridolini di esultazione da parte dei miei amici.

Contenti tanto quanto me.

"Prego, può accomodarsi" mi congedò infine.

Lo ringraziai e silenziosamente tornai al mio banco.

Al termine dell'ora di letteratura, erano seguite due noiosissime ore di chimica.

Alla fine però la tortura era giunta al termine col suono della campanella.

Gli studenti si erano frettolosamente riversati nel cortile esterno, approfittando della bella giornata per fermarsi a chiacchierare in gruppo, io e i miei due amici compresi.

Noah, con passo deciso, fece zig zag tra gli studenti raggiungendo me ed Olivia, tranquillamente sedute su una panchina nei pressi dell'ingresso.

"Ho un idea..." esclamò fiero.

Tra lui ed Olivia ci fu uno scambio di sguardi complici, poi le labbra di Noah si posarono delicatamente sulla guancia di lei.

Li guardai interrogativa, senza però proferire parola, il mio sguardo valse più di mille parole.