𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚝𝚑𝚒𝚛𝚝𝚎𝚎𝚗

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Le parole di Noah mi ronzavano ancora nella mente.

Con una sola mossa era riuscito ad abbattere le barbiere alzate da me contro il mondo esterno.

Sapevo che sarebbe finita così, dal primo istante in cui lo conobbi, capì all' istante quanto Noah sarebbe stato speciale ed importante nella mia vita, dovevo solo ammetterlo a me stessa e lasciarlo avvicinare a me.

Quel giorno, qualche giorno fa, li al cimitero, tra le sue braccia, decisi che niente e nessuno ci avrebbe più divisi.

'All the small things' cantavano i Blink mente Noah, alla guida della sua auto, sfrecciava tra le strade di Philadelphia.

Io, seduta al suo fianco, a tratti canticchiavo e a tratti ridevo a crepa pelle per le sue stupide battute.

Dopo diversi giorni di pioggia finalmente Philadelphia oggi si era svegliata baciata dai caldi raggi del sole.

Dove stavamo andando io e Noah così di fretta?, a casa di Jennifer.

Già, neanche io riuscivo a crederci.

La mia compagna di classe, con cui non avevo per niente un buon rapporto, aveva invitato qualche amico a passare il fine settimana nella sua casa fuori città.

Avremmo così potuto sfruttare le calde giornate ed utilizzare la piscina.

L'idea non mi entusiasmava molto ma Noah mi aveva praticamente costretto a seguirlo.

Lungo il tragitto passammo a casa di James per prendere sia lui che Luke, gli amici di Noah.

Da quel momento l'abitacolo si riempì di discorsi sullo sport e sui motori.

Mi annoiai a morte.

Dopo un tempo, che a me sembrò infinito, Noah posteggio fuori da un enorme villa.

Caspita, erano tutti molto poveri da quello che potevo notare.

"Finalmente, sto morendo di fame" bofonchio James stiracchiandosi tutto intorpidito dal viaggio.

"Io devo pisciare" aggiunse Luke provocando la risata di tutti.

Una volta scesi scaricammo le valigie.

Mi guardavo intorno estasiata, sia la casa, che il quartiere in cui ci trovavamo era estremamente elegante e ben curato.

"Siete arrivati" granchio una voce alle nostre spalle.

Jennifer, appoggiata allo stipite della porta.

Indossava un costume intero con cut out sulla vita, color fucsia.

Dovevo ammettere che aveva un corpo mozzafiato.

"Eccomi principessa" le rispose Luke.

"Idiota" lo rimbeccò lei ridacchiando.

"Sbrigatevi, stavamo per pranzare".

Seguì Noah, da come si muoveva all' interno della casa si capiva non essere la prima volta che veniva qua.

Mi portò al piano superiore.

Mi mostro la mia stanza, avrei dormito in una camera singola, lui, Luke e James invece sarebbero stati nella stanza affianco.

Presi qualche minuto per aggiustare le cose che avevo portato.

Avevo parecchia ansia, non mi trovavo per niente a mio agio con persone che non mi stavano simpatiche.

Iniziavo a chiedermi se avessi fatto bene a seguire Noah.

Forse sarebbe stato meglio se fossi rimasta a casa.

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