𝚃𝚠𝚎𝚗𝚝𝚢-𝚎𝚒𝚐𝚑𝚝

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"E' in arrivo un aereoplanino carico di carotine", pronunciò Noah emulando una vocina piccola e stridula.

Teneva a mezz'aria una forchetta e imitando il rumore di un aeroplano la faceva oscillare avanti e indietro.

Emily, la sua sorellina, lo fissava con sguardo divertito ed entusiasta.

Noah le avvicinò la forchetta e la bambina spalancò la cocca mangiando in un solo boccone tutte le carote.

Non era la prima volta che Noah doveva inventarsi modi buffi per far mangiare la sorellina capricciosa.

Stavamo cenando, come ogni sera, tutti assieme.

Io mi ero riempita il piatto di insalata ma alla fine ne avevo spiluccato solo qualche foglia, non avevo appetito.

"Bene ragazzi...", esordi Peter nel mentre che si versava un calice di vino rosso.

"Avete programmi per le vacanze di primavera?", si interessò guardando me e il figlio.

"Beh, in realtà ancora no", rispose Noah prendendo un boccone, era seduto al mio fianco.

"Io, papà ed Emily raggiungeremo i nonni a casa loro"", ci informò Margaret iniziando a togliere i piatti sporchi da tavola.

"Evviva!", esclamò ironico il marito.

"Ahi...", esclamò ancora lui massaggiandosi il punto colpito dalla moglie con una gomitata.

Io e il ragazzo seduto al mio fianco ridemmo sotto ai baffi.

"Beh se vi fa piacere...", la donna si rivolse a me.

"Sarebbero entusiasti di fare la tua conoscenza", mi sorrise dolce.

Mi rabbuiai.

Non avevo dubbi che i genitori di Margaret fossero brave persone ma ancora non mi sentivo pronta a "sostituire" mia nonna, l'altra metà del mio cuore, con l'amore di un altra donna a cui non ero realmente legata.

Noah sembrò accorgersi dei miei pensieri, mi strinse con la mano una coscia in simbolo di forza.

"Volentieri, però credo che...", iniziai a rispondere per non risultare scortese.

Noah mi sovrastò.

"Non preoccuparti mamma, troveremo sicuramente qualcosa di più eccitante da fare qua a Philadelphia".

Con le labbra mimai un grazie a Noah.

"D'accordo, se cambiate idea l'indirizzo lo avete".

Margaret lasciò la stanza carica di stoviglie.

Tra qualche giorno sarebbero iniziate le vacanze di primavera, assurdo come mancasse così poco al termine della scuola e pensare che sembra ieri quando per la prima volta ho iniziato le lezioni nel nuovo istituto.

"Credetemi non è così complicato, ripetete insieme a me...".

Olivia e Noah erano un caso perso.

Mancavano solo una manciata di test per terminare l'anno ma entrambi sembravano aver la testa altrove.

avevamo deciso di trascorrere il pomeriggio nella biblioteca della scuola al fine di ripassare tutti e tre assieme.

I due non erano però affatto collaborativi.

Si scambiavano strani sguardi e le mie parole sembravano entrargli da un orecchio e uscirgli dall' altro.

"Quale è perciò la formula chimica dell' etanolo?", chiesi alla mia amica dopo avergli ripetuto quella dannata formula per ben tre volte.

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