NOAH' POV'S
Ero dispiaciuto di aver lasciato da sola Victoria, le avevo promesso che avremmo passato il pomeriggio assieme, d'altra parte la telefonata di Abel era arrivata inaspettata.
Sinceramente ero stranito da quel gesto, era qualche giorno ormai che non ci sentivamo ne vedevamo, mi aveva colto di sorpresa.
Tirai dalla sigaretta accesa poco prima premendo sull' acceleratore, Abel odiava quando andavo a prenderlo in ritardo.
Per telefono mi aveva solo detto che c'era del lavoro da sbrigare e che avrei dovuto accompagnarlo, niente di nuovo insomma, se non fosse che la sua voce mi era sembrata strana.
Quando accostati di fianco al marciapiede di casa sua ancora non lo vidi fuori, suonai perciò il clacson per avvisarlo della mia presenza.
Lo vidi uscire di fretta dalla porta.
Era vestito in modo sportivo, nero dalla testa ai piedi con un enorme felpa con cappuccio, calato sulla testa, che gli donava quell' area da cattivo e misterioso ragazzo.
"Ehi fratello".
Lo salutai mettendo di nuovo in moto l'auto e dirigendosi verso la destinazione indicata poco prima per telefono.
Non ricevetti risposta da parte sua che anzi, era intento a spippolare con il cellulare, immerso in chissà quale assurdo pensiero.
Ogni volta che ci trovavamo di fronte queste situazioni Abel era strano, non quello di sempre, ma oggi era ancora peggio, qualcosa non andava, lo capivo anche attraverso il suo silenzio.
"Hai controllato di aver preso tutto?".
Chiesi un po per smorzare l'aria tesa che si era creata tra di noi.
"Zitto e pensa a guidare".
Tuonò in risposta senza sollevare il capi da quel cazzo di aggeggio che era il cellulare.
Non detti tanto peso alla sua risposta, si, avevo capito che Abel avesse qualcosa ma avrei aspettato la fine della commissione per parlargliene.
La destinazione, poco lontana da casa sua, era stata raggiunta.
Spensi l'auto, feci per togliere la chiave dal lunotto quando Abel, con la sua voce possente, mi fermò.
"Tu resti in auto, non ci vorrà molto".
Si sistemò meglio il cappuccio sulla testa e indossò degli enormi occhiali da sole per far sì che nessuno, nei peggiori dei casi, lo riconoscesse.
Senza attendere una possibile obiezione al suo ordine, scese dall' auto.
Non esisteva che Abel mi desse ordini, ero incazzato più che mai, cosa gli frullava per quella testa.
Dall' auto, che avevo appositamente parcheggiato a qualche metro dalla casa, lo guardai raggiungere la porta di ingresso per poi bussare.
Qualche secondo e la porta si aprì e lui varcò la soglia.
Nella mia testa iniziai a contare i secondi, i minuti, che trascorrevano.
Abel sapeva quanto odiavo lasciarlo andare da solo e quanto stavo in ansia nel doverlo aspettare senza sapere cosa stesse succedendo.
Preso dall' angoscia accesi una nuova sigaretta.
Non passò molto, una manciata di minuti all'incirca, che lo vidi tornare tranquillamente, come se stesse facendo una normalissima passeggiata, verso l'auto.
Misi in moto l'auto e non appena si fu accomodato partì all' istante, sempre meglio allontanarsi il prima possibile.
"Andato tutto liscio?".
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Teach me to dream
Romance"ʟᴇɪ ᴀᴠᴇᴠᴀ ʙɪꜱᴏɢɴᴏ ᴅɪ ʟᴜɪ" "ʟᴜɪ ᴀᴠᴇᴠᴀ ʙɪꜱᴏɢɴᴏ ᴅɪ ʟᴇɪ" "ᴇɴᴛʀᴀᴍʙɪ ᴀᴠᴇᴠᴀɴᴏ ꜱᴏʟᴏ ʙɪꜱᴏɢɴᴏ ᴅɪ ꜱᴀᴘᴇʀʟᴏ" ⚜️ 🅃🅁🄾🄿🄴 ⚜️ 🥀ᴇɴᴇᴍɪᴇꜱ ᴛᴏ ʟᴏᴠᴇʀꜱ 🥀 ʙʀᴏᴛʜᴇʀ'ꜱ ʙᴇꜱᴛ ꜰʀɪᴇɴᴅ 🥀ʙᴜʟʟʏ ʀᴏᴍᴀɴᴄᴇ