𝚃𝚑𝚒𝚛𝚝𝚢-𝚝𝚑𝚛𝚎𝚎

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Stamattina, dopo essermi svegliata di buon ora come sempre, la prima cosa a cui avevo pensato era stata la festa organizzata da Ryan, alla quale ero stata invitata e al fatto di non aver niente da indossare.

Non ero solita prendere parte alle feste, non mi piacevano per niente, ma l'idea di poter passare un po' di tempo con Ryan cambiava tutto.

Avevo perciò indossato qualcosa al volo e preso l'autobus, Noah ancora dormiva beatamente, perciò mi ero diretta in città per fare un po' di shopping.

Con Ryan non c'era mai da annoiarsi, quando da piccoli stavamo assieme, ridevamo e scherzavamo ogni momento.

Ero felice di averlo rincontrato e di poterci passare qualche tempo assieme, chissà dopo la sua partenza quando lo avrei rivisto.

Oggi la giornata non era delle migliori.

Il cielo era grigio e coperto.

L'aria era fredda, a tratti umida, e i raggi del sole, che erano attenuati dalle grandi nubi che li ricoprono, creavano un'illuminazione che rendeva i colori meno vividi e più malinconici.

Per fortuna, avevo avuto il buon senso di uscire con l'ombrello.

Dopo aver girato un paio di negozi, ancora non avevo trovato niente che mi piacesse.

Mi stavo annoiando a morte, speravo di tornare a casa il prima possibile.

Non so neanche perché stessi cercando qualcosa che mi facesse apparire 'carina'.

Alla fine però avevo trovato ciò che faceva al caso mio.

Una gonna nera, ne troppo corta ne troppo lunga che con un bel paio di calze sotto, non mi avrebbe lasciato troppo scoperta, facendomi sentire a disagio.

Dopo averla provata ero stra convinta, mi piaceva molto e avrei sicuramente trovato qualcosa da abbinarci tra gli abiti che mi aveva comprato Margaret.

Uscii soddisfatta dal negozio ma con un velo di tristezza per le parole dette da Abel al pub ieri sera.

Doveva sempre rovinare ogni momento e intromettersi in questioni che non lo riguardavano.

Al mio rientro, avevo trovato Noah di fronte al televisore, intento a divorarsi una scodella di latte e cereali.

Presa alla sprovvista, avevo nascosto dietro alla schiena il sacchetto con ciò che avevo comprato.

"Sei uscita presto stamattina" osservò sorridendo.

"Già.." risposi sbrigativa.

A Noah non avevo raccontato niente della festa.

Non ero del tutto sicura che Ryan avesse invitato anche lui e gli altri, così per non farcelo rimanere male, avevo preferito rimanere in silenzio.

"Salgo a farmi una doccia" l’avevo avvisato prima di salire e lasciarlo con spongebob di sottofondo.

Dopo una calda doccia, mi ero buttata a peso morto sul letto, ancora con l'asciugamano avvolto intorno al corpo, e per passare il tempo avevo ripreso a leggere il libro comprato pochi giorni fa, che tra una cosa e l'altra avevo quasi terminato.

Verso l'ora di pranzo, Noah era salito per chiedermi cosa preferissi mangiare, ma avevo deciso di saltarlo per quel giorno, ero troppo agitata e il mio stomaco era in subbuglio.

Nel primo pomeriggio indossai una comoda tuta, giusto per stare in casa, e mi sistemai meglio sulla sedia della scrivania, per passarmi la piastra ai capelli.

Un messaggio sul mio cellulare mi interruppe a metà dell'opera.

Ryan mi aveva appena inviato l'indirizzo della casa in cui si sarebbe tenuta la festa.

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