Capitolo 3

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Sono le sette e mezza, salgo sull'Uber che ho prenotato per portarmi all'albergo dove si terrà la festa. Non prendo mai la metropolitana di sera e poi con quest'abito sarebbe stato davvero scomodo e poco indicato. Dopo la doccia sono andata dal parrucchiere. Ormai frequento il salone accanto alla palestra da diversi mesi, prima ne ho cambiati diversi, poi parlando con le ragazze conosciute durante le lezioni me lo hanno consigliato e un giorno ho provato. Sono stata accolta subito benissimo e Lucrezia, la titolare, è davvero simpatica, la tipica borgatara, come si definisce lei stessa, ma che rivela ad ogni discorso, atteggiamento, il suo impegno promulgato in anni ed anni di studio, lavoro e ampie letture. Quando ha saputo che lavoro facessi mi ha subito chiesto consigli e titoli che avrebbe dovuto leggere per ampliare la sua cultura generale. Mi racconta sempre cosa sta leggendo in quel momento, è talmente piena di entusiasmo che è piacevole starla ad ascoltare. Oggi, ho lasciato anche che mi truccassero, dovevo essere impeccabile per stasera e per quanto a me possa piacere truccarmi e cavarmela, una professionista è sempre la scelta ideale in queste occasioni. Le palpebre sono scure con sfumature di grigio, le mie pupille risaltano ancora di più e le ciglia sono lunghissime, più di quanto io non le abbia, già, di solito. I capelli perfettamente acconciati mi ricadono morbidi sulla spalla sinistra, sopra il bolero in pizzo di cashmere che indosso.
Ho speso davvero molto per questo completo ma non potevo rischiare di sfigurare, il Dresscode è fondamentale durante questi eventi. Non avevo mai indossato e tantomeno posseduto un vestito del genere prima. Ho faticato così tanto in palestra in questi ultimi anni che adesso non mi sembra vero che io riesca ad indossarlo. Credo che non mi abituerò davvero mai a questa mia nuova taglia, a questa mia forma fisica, nonostante mi senta benissimo adesso e il mio corpo rispecchi la mia ritrovata volontà e la mia nuova vita. Scendo dall'auto aiutata dall'autista, che probabilmente ha capito quanto possa essere complicato muoversi su questi tacchi e fasciata completamente in quest'abito di jersey lungo fino ai piedi.
Seguo le indicazioni affisse dagli allestitori, un lungo tappeto rosso porta fino all'ingresso della sala, è meravigliosa, lampadari di cristallo, isole colme di qualsiasi prelibatezza, più che una presentazione per un libro sembra quasi il ballo d'inverno alla corte dei Romanov, sono fiera di aver scelto questi organizzatori. Non rientrava proprio nei miei compiti questa parte organizzativa ma non mi è dispiaciuto occuparmene, mi sono sentita ancora più integrata nell'azienda e non vedo l'ora di sapere cosa ne pensano i grandi capi.
Sono ancora immobile proprio all'ingresso della sala

 « Aurora»

 sento la voce di Manatti chiamarmi, lo raggiungo, è insieme a Katia, Anna e ad altri Direttori di sezione, saluto tutti, 

« Aurora sei uno spettacolo, lo sei sempre, anche nei tuoi tailleur ma stasera sei stupenda» 

dice Katia facendomi arrossire un pò, sento altri commenti concordare con il suo e abbasso gli occhi imbarazzata. 


« Grazie, è una serata molto importante»

« Si, lo è Aurora ma devo dire che hai fatto un ottimo lavoro, adesso lasciamo gli ospiti ai loro cocktail, ci stanno aspettando»

 seguo Manatti verso il centro della sala dove il Sig. Bergàmi, l'amministratore delegato in persona, si sta intrattenendo con vari autori e diversi responsabili. Alza lo sguardo stringendo la mano del mio capo 

« Claudio, caro, la stavamo aspettando» 

dice rivolgendosi a Manatti che gli stringe la mano 

« e Aurora, bentrovata, l'artefice di questa serata, devo dire che io stesso non avrei saputo fare meglio» 

stringo la sua mano

« grazie Signore, sono lieta di rappresentare, nel modo migliore, la Catullo Editori»

Quando il cielo non bastavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora