Stasera rimarrò a casa, un altro eccitante sabato sera, ma ormai sono abituata, più che altro lo passo correggendo bozze o stirando. Non esco molto il sabato, da quando vivo qua, ma non mi ha mai pesato come oggi che avrei bisogno di distrarmi e non pensare. Ma non sono il tipo che chiama gli altri per accodarsi alle loro serate, preferisco aspettare di essere invitata. Dove è finito Mark? Proprio oggi che sarei uscita, lui, non mi ha neanche chiamato. Beh, giustamente, non sono stata molto disponibile nei suoi confronti e poi non sarebbe giusto, non ho mai pensato che funzioni il chiodo che scaccia l'altro chiodo e poi finirei col complicare maggiormente la situazione, niente, meglio così, meglio rimanere a casa da sola ma al sicuro.
Sto sistemando la roba da lavare nel cestello della lavatrice, sono quasi le otto, non ho neanche fame. Sembra non voler passare questo cavolo di sabato sera. Un minuto dura tre ore. Faccio partire il lavaggio e torno in cucina. Il mio iPhone lampeggia, non l'ho sentito suonare, un messaggio.< Ho pensato che dovrei fare in modo che il mio libro, per chi lo leggerà, possa essere un punto di partenza, di svolta, trasformare la sua visione negativa, come la tua, in una positiva che possa dare speranza. Cosa ne pensi?>
rileggo ancora una volta perché non capisco subito chi sia a scrivere, poi, boom, il mio cuore mi dà un colpo e quasi mi cade il telefono dalle mani, è lui. Rileggo per la terza volta perché devo rispondergli.
< Se riuscissi in questa impresa sarebbe davvero importante, ma bisogna esattamente sapere cosa scrivere senza illudere, e per farlo esiste un solo modo, averlo provato e averlo vissuto>
finisco di scrivere e invio. Poggio piano il telefono sul tavolo e mi allontano appoggiandomi al bancone della cucina. Pensavo fosse a qualche cena impegnata o seduto al tavolo di un bar del centro a sorseggiare un aperitivo insieme alla sua donna e invece cosa sta facendo? Sta lavorando? Sta scrivendo? Perché ha scritto a me? Aurora, riprenditi, sei la sua editor, a chi avrebbe dovuto scrivere per un consiglio se non a te.
Il trillo dei messaggi rimbomba nella stanza ed io sobbalzo. Afferro subito l'iPhone e leggo< Quindi tu non lo hai vissuto?>
che cosa significa, cosa non ho vissuto, non ho trovato la mia anima gemella e cosa centra adesso. Lo sapevo, lo sapevo, mi sta psicanalizzando.
< Non sono io l'autore del libro, non sono io a parlare al mio pubblico e ai miei pazienti>
scrivo di getto. La risposta arriva immediatamente
< ho capito, non ne vuoi parlare, ma potresti essere una di quelle persone che cambierà idea>
certo che non ne voglio parlare, non con lui soprattutto, questo tono accondiscendente mi innervosisce ancora di più e poi io cambiare idea, solo un miracolo, penso, ma lo tengo per me.
< Sicuramente sarò la prima a leggere le tue dissertazioni>
< Ho scritto molto da quando sei andata via, vorrei tanto che lo leggessi, ma adesso ti lascio alla tua serata>
Alla mia serata? Pensa che non sia a casa, che sia impegnata ma non lo sono, e forse non lo è neanche lui. Forse, dovrei, no no meglio di no ma voglio, voglio sentire la sua voce. Quando sto per pentirmene afferro di scatto il telefono e faccio partire la chiamata. Squilla, che cosa sto facendo, ma adesso non posso riattaccare, forse si,
« Pronto?»
No, adesso, assolutamente no.
« Aurora? Ci sei?»
Oh cazzo
« si, si sono qui. Ciao.»« Ciao« su di qualcosa
« spero di non averti disturbato»
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Quando il cielo non bastava
RomanceIl Destino sa esattamente cosa fare, anche se non sembra così.