DUE MESI DOPO O POCO PIÙ
POV AURORA
Saranno almeno cinque minuti che continuo a guardarmi allo specchio e non è per vanità o per chissà quale motivo puramente estetico ma, sto provando, senza riuscirci, a credere che quel riflesso sia davvero il mio. Vedo una donna che non riesce a smettere di sorridere e nonostante, sia ancora impossibile da percepire dalle forme, la collana che porta al collo non lascia dubbi sul suo stato. È la prima volta che la indosso, anche se in questi mesi l'ho spesso tolta dal suo cofanetto per guardarla, aspettando con impazienza il momento in cui l'avrei indossata. Ho, letteralmente, proibito a Marco di comprare qualsiasi cosa per il bambino, non ho mai seguito le tradizioni alla lettera, e non ho certo pensato che avrei infranto una assurda credenza ma dovevamo aspettare, era giusto così, ogni giorno era un tassello in più, un piccolo passo verso quel concretizzarsi che ancora non mi sembra vero, non riesco a capacitarmene, nonostante le nausee che mi accompagnano per quasi tutto il giorno. Marco ha capito immediatamente ed è stato subito d'accordo con me ma, questo non gli ha impedito di tornare una sera a casa con il regalo che non avrei mai pensato di poter ricevere in tutta la mia vita. È stato il giorno in cui abbiamo ritirato i risultati delle beta per la seconda volta e con nostro enorme stupore, non solo il dato si era raddoppiato ma, addirittura triplicato, ancora oggi posso sentire quel sollievo e quell'emozione che pervadano tutto il mio essere.
« So cosa abbiamo deciso ma l'ho vista nella vetrina della gioielleria che ci piace tanto mentre tornavo a casa e non ho saputo resistere»
ho accettato il regalo e aperto la confezione, il Chiama Angeli più bello che io avessi mai visto era davanti ai miei occhi, l'ho sfiorato senza toglierlo dalla scatolina e mi sono lanciata tra le sue braccia
« non devi indossarlo, almeno non ancora, ma voglio che tu abbia tutto quello che hai sempre sognato e poi quando sarà il momento sono sicuro che il suo tintinnio piacerà tanto a nostro figlio»
« nostro figlio»
ho ripetuto quelle due parole che lui ha pronunciato così bene come a rafforzare l'idea, assurda, che invece è così vera
« è bellissimo, grazie»
« non devi ringraziarmi»
Poi ci siamo baciati e abbiamo fatto l'amore continuando a rimanere abbracciati per tutta la notte.
A parte il mio ginecologo, nessuno sa ancora nulla, abbiamo deciso così. Certo è stato più semplice mantenere il segreto visto che le persone a noi più care vivono tutte in Italia, fossimo stati lì, non avrei saputo, ad esempio, come giustificare il fatto che non vado più a correre. Alla prima visita il dottore mi disse che il mio piccolo patatino, lo chiamo così, è attaccato a me con le unghie e con i denti, si fa per dire, visto tutte le corse che ho fatto quando non sapevo che lui fosse già dentro di me. Ho chiesto anche al dottore come fosse stato possibile e lui ridendo ci ha detto che quando un uomo e una donna, poi è tornato serio spiegandomi che la sindrome dell'ovaio policistico non rende una donna sterile ma comporta serie difficoltà, ho pensato fosse un eufemismo il suo, invece era assolutamente convinto di quello che stava dicendo.
« Lei probabilmente ovula una volta l'anno e non sempre gli ovociti sono pronti, evidentemente questa volta era quella giusta»
continuavo ad ascoltarlo riuscendo solo a pensare ad una cosa, ho preso la mano di Marco e gli ho sorriso, lui l'ha stretta guardandomi dritto negli occhi. Siamo tornati a casa senza dire una sola parola durante tutto il tragitto poi proprio sulla soglia, mentre entrambi eravamo sul gradino più alto, quello davanti il portone di casa, Marco si è fermato e prima di far girare la chiave nella toppa
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Quando il cielo non bastava
RomanceIl Destino sa esattamente cosa fare, anche se non sembra così.