Mentre salgo le scale per raggiungere la Catullo Editori mi sento stranamente allegra, forse perché oggi è giovedì e questa settimana mi è sembrata interminabile.
Tutte le sere mi sono addormentata ricordando lo sguardo di Marco, quando Domenica il taxi si è fermato davanti casa mia e io sono scesa, era uguale a quello che ci eravamo scambiato la famosa sera della festa, della giacca, quanto avrei voluto che fosse sceso insieme a me ma, lui non ha detto niente, così mi sono voltata e sono entrata nel portone chiudendolo alle mie spalle.
« Buongiorno Aurora»
«Buongiorno Anna»
le rispondo interrompendo i miei pensieri
«Hai sentito che freddo? In Tv hanno detto che è prevista neve per il weekend»
«Neve?»
«Si, si»
«sarebbe bellissimo»
«ma cosa dici succederebbe un disastro, non siamo certo una città pronta per questo tipo di evento»
«no, lo so, però, non ho avuto molte occasioni di vedere la neve nella mia vita, per noi era sempre un evento meraviglioso, ma probabilmente hai ragione tu sarebbe meglio di no.»
In ufficio mi concentro immediatamente cercando di fare passare le ore più velocemente possibile ma niente, non faccio neanche pausa pranzo, rimango seduta alla mia scrivania mangiando una barretta, improvvisamente ho l'umore a terra, stasera dovrò impegnarmi più del solito in palestra per cacciare questo alone malinconico che mi avvolge. Anna, in questi giorni, mi ha chiesto come fosse andato il weekend con Vascolaro ma io le ho solo detto bene, le ho raccontato della conferenza, di quanto abbiamo lavorato, sembrava molto delusa, cosa avrei dovuto dirle, che ho dormito nella sua stanza, che stava quasi per baciarmi e se fossero solo voli pindarici della mia mente, sarei io la prima a mentire a me stessa. Quando sono con lui tutte le mie certezze vacillano, la mia forza, la mia volontà, mi ritrovo ad essere un'adolescente a cui tremano le gambe, davanti al ragazzo che le piace. Mi da fastidio l'effetto che mi fa ma, non riesco a non subirlo. Cosa mai potrebbe volere da me ma, soprattuto cosa mai potrei dargli io, sono solo un guscio vuoto. Probabilmente dovrei cedere alle lusinghe e godermi solo il sesso per sentirmi appagata ma, mi conosco non è una cosa che mi appartiene, non sono mai stata così ma forse potrei provarci, da quando l'ho rivisto fantastico su noi due aggrovigliati, immagino le sue mani che percorrono tutto il mio corpo, lui dietro di me, sopra di me, i suoi occhi che si accendono mentre sono sopra di lui e i suoi capelli che ricadono sul mio viso mentre mi fa sua. Mi mordo il labbro, sento già gli slip bagnarsi, devo essere proprio arrivata alla frutta, nessun uomo, mai, mi aveva fatto questo effetto, così a distanza, solo immaginandolo, anche il respiro accelera, devo calmarmi, stringo le cosce sotto la scrivania.
« Aurora»
sobbalzo come se mi avessero colto in flagrante, Anna entra come al solito nel mio ufficio, stile uragano che travolge tutto e tutti al suo passaggio, poggia un pacchettino sulla mia scrivania e io so già di cosa si tratta, sono quasi irritata che la mia fantasia sia stata interrotta ma meglio così.
«Ti rendi conto, ogni settimana puntuale, questa storia è meglio di qualsiasi fiction che trasmette Mediaset»
sorrido alzandomi
«anche se quasi ne sono stufa»
« cosa?»
Dice Anna sconvolta
«come puoi dirlo, io la trovo una cosa così eccitante, romantica»
«si ma io vorrei sapere chi sia a fare tutto questo, posso reggere fino ad un certo punto, poi nonostante la mia curiosità smodata dovrò smettere di pensarci»
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Quando il cielo non bastava
RomanceIl Destino sa esattamente cosa fare, anche se non sembra così.