Capitolo 30

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POV MARCO


La serata è bellissima, lo so che le ho promesso che l'avrei aspettata a casa ma, voglio provare ugualmente a chiamarla, chissà magari ha cambiato idea e potrò raggiungerla. Sono diventato proprio un pappamolle, uno di quegli uomini che ho sempre deriso, adesso però li capisco, comprendo e non mi importa di rendermi ridicolo voglio solo raggiungerla e stringerla tra le mie braccia.

Faccio partire la chiamata e il suono cadenzato degli squilli si espande in tutto l'abitacolo. Dai amore, rispondi. Poi la linea si interrompe, deve essere in una zona con poca copertura. Va bene, la lascerò in pace, tanto più tardi tornerà da me e la stringerò per tutta la notte.

Entro a casa, non è ancora tornata, lo sapevo, ma ci speravo, accendo le luci del salotto e lascio le chiavi della macchina nello svuota tasche. Il cellulare inizia a squillare, mi sta richiamando, lo prendo e invece leggo che a chiamarmi è Manatti, come mai a quest'ora, cosa è successo.

« Si, pronto Claudio»

« Marco ciao, scusami per l'ora ma Katia non ha il tuo numero e voleva sapere come si sente Aurora»

« scusami ma non sono insieme?»

« Oh beh, aspetta te la passo»

« Marco ciao scusami ma Aurora ha il telefono spento e io volevo solo sapere se stava meglio»

« Katia ma Aurora non è con me, io sapevo che sareste dovute uscire insieme»

« si, ci siamo viste ma poi siamo state solo in un negozio e quando siamo uscite da lì mi ha detto di avere una forte emicrania, io volevo accompagnarla a casa ma mi ha detto di no che sarebbe tornata da sola»

non sono un uomo che si fa prendere dal panico ma sento che c'è qualcosa che non va

« aspetta, io sono appena arrivato a casa magari è in camera a riposare»

« senza chiudere la chiamata vado a controllare ma lei non c'è, in nessuna stanza, non c'è traccia del suo passaggio, è tutto come lo abbiamo lasciato questa mattina»

« qui non c'è»

« magari è rimasta ancora un pò in giro»

« non avrebbe senso altrimenti sarebbe rimasta con te»

« Va bene fammi chiudere, provo a richiamarla»

« ok, io chiamo Anna magari l'ha sentita, fammi sapere»

« va bene»

faccio partire la chiamata ma, l'odiosa voce registrata mi risponde immediatamente, confermando che il telefono non è irraggiungibile ma proprio spento. Non riesco a capire. Scendo di nuovo in garage, metto in moto la macchina ed esco. Non ho idea di dove potrei andare, o cercarla ma non posso rimanere qui senza fare niente. Non sono di certo una persona ansiosa di natura ma, potrei impazzire se non riesco a trovarla o a sentire la sua voce a breve. Quando non sapevo neanche dove fosse era come se sentissi dentro il mio cuore che lei comunque c'era e stava bene, ora ho solo freddo e buio dentro di me.

La suoneria del telefono rimbomba espandendosi dal vivavoce, è Claudio.

« Pronto, l'avete trovata?»

« Sono Katia, no e si»

« che cazzo vuoldire?»

« Ho chiamato Anna e neanche lei l'aveva sentita poi però si è ricordata che tempo fa aveva chiesto ad Aurora di aggiungerla tra i famigliari nelle opzioni dell'iPhone così da sapere sempre dove fossero, per aiutarsi insomma»

Quando il cielo non bastavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora