Capitolo 11

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Raccolgo i capelli in una crocchia ed entro in doccia, voglio sentirmi fresca dopo il viaggio e questa lunga giornata. Apro l'armadio ed eccoli lì, i miei abiti, per la prima volta non mi pento di aver portato roba in più in valigia.Non so perché ma qualcosa mi dice che cammineremo, quindi opto per gli stivali neri quasi senza tacco ma che salgono fino a sopra il ginocchio, li abbino al vestito corto, grigio scuro di velluto che mi cade morbido, ha il collo alto ma le braccia scoperte, mi guardo allo specchio e mi sento bene, sistemo i capelli in una treccia laterale, mi trucco e appena finisco di spruzzarmi il profumo sento bussare alla porta, so già chi è, e anche il mio cuore, purtroppo lo sa, perché inizia a palpitare velocemente.

Esco dal bagno, prendo cappotto e borsa e senza indossarli apro la porta, lui è li, appena mi vede sorride, poi piano piano, fa scendere il suo sguardo, indugiando su ogni parte del mio corpo, indossa il completo blu di prima ma adesso senza cravatta, i primi bottoni della camicia sbottonati, il cappotto sul braccio sinistro.

« Allora andiamo?» 

Chiedo, interrompendo, questa volta io, il silenzio.

« Si, certo, scusami» 

figurati, penso, senza dirlo, è tutto il giorno che aspetto che mi guardi così ma, anche questo lo tengo per me. Chiudo la porta e ci avviamo.

« Sono contenta che tu mi abbia invitato alla conferenza»

« Davvero?»

« Si, è stata molto interessante, a tratti illuminante»

« addirittura»

« si»

« grazie.»

Ci fermiamo nella hall prima di uscire, mi aiuta ad indossare il cappotto, poi mi prende per mano e usciamo, stavo quasi pensando che non lo avrebbe fatto e stavo pure per restarci male, cosa mi passa per la testa, oh mio Dio, solo lui. Non chiama un taxi e sono contenta di aver indossato queste scarpe, lui, come se mi leggesse nel pensiero, guarda verso i miei piedi

« Ottima scelta»

« chissà perché ho immaginato che avremmo camminato parecchio»« perché mi conosci e lo sapevi.»

Queste sue risposte mi spiazzano sempre ma, le luci della città mi distraggono e inizio a guardare qualsiasi cosa, rispetto all'ora di pranzo, sembra tutto diverso, bello, anche se il freddo adesso si fa sentire maggiormente.

Arriviamo al corso principale, Via della Città, è pieno di gente, nonostante sia venerdì, palazzi eleganti si ergono su entrambi i lati, camminiamo tra la folla, io guardo in tutte le direzioni, Marco invece guarda me, gli sorrido e lui ricambia, non posso credere che sia così felice solo perché siamo qui insieme, eppure lo sembra davvero.

Camminiamo ancora, salendo un pò, poi dopo una sorta di curva ci troviamo davanti ad un panorama mozzafiato, uno scorcio davvero poetico, lui rallenta e io mi fermo. Si vede tutta piazza del campo e vista da qua è ancora più magnifica.

« Questo punto si chiama Costarella dei Barbieri, come hai già capito, è uno dei più bei panorami della città. Questo tratto di strada tra la piazza e il Duomo è conosciuto come La Mossa, è da dove, durante il Palio partono i cavalli e dove successivamente arrivano, quindi fondamentale.»

Continua

« La cosa più bella che è tutto coordinato da antichissime regole, definite addirittura all'inizio del milleesettecento, ma nonostante le regole che sanciscono le varie entrate dei cavalli, sono momenti molto concitati e spesso per questo la partenza viene ripetuta più volte.»

Quando il cielo non bastavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora