Nonostante gli ultimi pensieri prima di addormentarmi, ho dormito davvero bene, è come se mi fossi sentita meno sola, anche se lui era al di là di un muro.
Mi preparo per scendere a fare colazione, Jeans, camicetta e giacca, i tacchi per ottenere un aspetto maggiormente professionale, coda di cavallo, perché i capelli sciolti potrebbero essere troppo sensuali, matita nera che contorna l'occhio e gli occhiali da vista già pronti sulla testa.
Basta, ho deciso, oggi non vi sarà spazio per nient'altro, devo smetterla, tutelarmi, ritrovare la Dottoressa Augusti, apprezzata da tutti gli autori con i quali ho collaborato durante questo anno.
Quando arrivo nella sala colazioni mi guardo intorno, ci sono già diversi tavoli occupati.
« Ho portato già tutto al tavolo... comunque Buongiorno»
la sua voce mi sorprende alle spalle, mi volto ed eccolo, sono le nove del mattino eppure lui sembra già così sveglio, come se lo fosse da ore, ma, questo non intacca il suo sguardo né tantomeno il suo fascino, deglutisco riprendendomi immediatamente«Buongiorno a te»
lo seguo al tavolo e capisco cosa voleva dire prima, ha disposto sulla tovaglia bianca tutte le cose più buone del Buffet, sorrido perché è bello che qualcuno abbia fatto questo per me
«grazie, ma non dovevi disturbarti»
«assolutamente, devi essere in forze per la nostra giornata di duro lavoro»
sorrido anch'io e mi siedo
«non sapevo solo cosa prepararti, se caffè, tè, cappuccino... questo, purtroppo, non lo so ancora»
«caffè macchiato ma lascia vado io, tu cosa prendi?»
«No, no, resta seduta, torno subito»
mi dice mentre cerco di alzarmi e si avvia verso il bancone, sospiro e mi sento già stanca, sarà una lunga giornata, lunghissima, lo so che è solo gentilezza la sua, che è un uomo educato, per bene ma queste attenzioni mi emozionano, non perché io non ne abbia ricevute ultimamente ma, perché da lui hanno tutto un altro sapore, ogni suo gesto mi spiazza e mi colpisce profondamente anche se non dovrebbe.
Facciamo colazione in silenzio, menomale, lui è impegnato a leggere il giornale e io a controllare le mail sul mio iPad.
«Vogliamo chiedere uno studio riservato alla reception, così da non essere disturbati?»
Chiedo cercando di essere il più fredda possibile, chiude il giornale
«io pensavo di lavorare in terrazza, almeno di mattina, c'è un sole meraviglioso, quando sentirai freddo ci sposteremo in camera mia, in quanto suite ha un salotto davvero comodo dove potremmo lavorare»
camera sua, camera sua, è l'unica cosa che ho capito di quello che mi ha appena detto
«va bene, sistemiamoci in terrazza»
dico sperando che non scenda mai la temperatura.
***
Lavoriamo ininterrottamente, ho indossato immediatamente i miei occhiali e li tengo su come se fossero uno scudo che mi protegge dai suoi occhi, che mi scrutano ogni volta che lavoriamo ad un nuovo paragrafo. Nonostante il sole non è che ci sia proprio caldo ma per adesso resisto, non oso immaginare se dovesse capire che sento freddo. A metà mattinata si è alzato e dopo qualche minuto è tornato con due caffè, ovviamente il mio era macchiato. Adesso sono quasi le due del pomeriggio, non sono stanca, anzi sono fiera di me stessa, professionale, diligente, instancabile. Non ho ceduto neanche un momento per tutta la mattina. Non gli ho lasciato spazio per intraprendere discorsi che ogni volta sembrava stessero per decollare quando non eravamo d'accordo su qualcosa, divagazioni non necessarie e troppo intime, le ho tutte stroncate sul nascere, lui sembrava sorpreso ma, non ha insistito. Un cameriere, all'improvviso, si presenta con in mano un vassoio,
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Quando il cielo non bastava
RomanceIl Destino sa esattamente cosa fare, anche se non sembra così.