Capitolo 9

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Ho passato la Domenica praticamente a letto, dormendo, leggendo, fantasticando. Non ho ancora smesso un attimo di pensare alla serata che abbiamo passato insieme ma, non ho avuto sue notizie da quell'ultimo messaggio, chissà cosa ha fatto tutta la giornata, soprattutto, evidentemente, non mi ha neanche pensata. Perché avrebbe dovuto, sono io che ho solo travisato il significato di quell'uscita, avrà voluto solo instaurare un rapporto più stretto con la sua editor per poter lavorare meglio insieme, con più affiatamento, o addirittura sincerarsi di quanto io fossi affascinata da lui, certi uomini è così che si divertono. Non avrei mai dovuto accettare. Ma poi penso alla sua mano che teneva la mia. Basta.

« Buongiorno»

dico un pò troppo entusiasta mentre saluto Anna, già seduta alla sua postazione,

« Buongiorno a te, siamo allegre stamattina»

ecco, non era proprio questo quello che volevo trasmettere, solo che andava tutto bene e che nulla mi avesse scosso e invece.

Raggiungo il mio ufficio, appena entro vedo i fiori, sono ancora vivi, ma agonizzanti, dovrò decidermi a buttarli però mi tengono compagnia. E anche questa cosa mi scuote un pò, non sapere chi si nasconde dietro questi gesti, finirò per impazzire, devo non pensarci, concentrarmi solo sul lavoro, è questo quello che conta. Prendo il vaso e mi dirigo diretta alla cucina, getto i fiori nell'umido, l'acqua nel lavandino e sciacquo il vaso prima di riporlo su una mensola libera. Ben fatto Aurora, adesso potrò concentrarmi. Mi siedo alla mia scrivania e come uno struzzo immergo, letteralmente, la testa tra le pagine, nel mio lavoro, senza pensare più a tutte queste sciocchezze.

L'iPhone vibra illuminandosi, ed eccoli che li vedo, la foto dei fiori, il mio screensaver, che idea malsana ho avuto, comunque sblocco e leggo il whatsapp di Anna che mi chiede di raggiungerla per una pausa, ma che ore sono, guardo l'orologio le undici passate, non me ne ero neanche accorta, la mia full immersion stava funzionando. Lascio tutto e mi alzo.

« Eccoti»

« si, eccomi, caffè?»

« Si, andiamo»

Anna mi segue ed entriamo in cucina, metto le cialde e preparo due caffè, uno per lei e uno lunghissimo per me.

« Tutto bene?»

Mi chiede curiosa « si, perché»

« Non lo so, stamattina mi sei sembrata così allegra, non è da te, invece adesso sei così tu ma più cupa« « grazie del complimento, insomma, sono una persona triste»

« no, dai, certo non sei un clown»

dice ridendo

« menomale, non sarebbe né il luogo né la situazione giusta per esserlo»

« che hai fatto sabato? Io, Paolo ( suo marito) e Liliana ( sua figlia) siamo stai al Luna Park»

dice, anch'io avrei voluto tanto andare a Luna Park e invece, ora cosa le dico, non posso dirle la verità, ci leggerebbe qualcosa che non è,

« solite cose, palestra, faccende, casa»

 « che felicità»

« non mi lamento»

« devi uscire di più Aurora, quanto tempo è che te lo dico e tu invece che fai, rimani a casa di sabato sera»

abbasso gli occhi perché ho paura che possa leggervi la verità,

« mercoledì ho fatto un aperitivo con Saverio e dei suoi colleghi»

« oh sai che divertimento, non fraintendermi, adoro Saverio ma visto che per te è out, non puoi neanche divertirti a flirtare con lui quindi che palle»

Quando il cielo non bastavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora