Capitolo 28

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30 DICEMBRE


« Aurora che stai combinando?»

La voce di Saverio mi fa sobbalzare e dallo spavento la scatola che tenevo con entrambe le braccia mi cade a terra, per fortuna all'interno non c'è nulla di fragile.

« Scusami non volevo farti spaventare»

mi dice mentre chiude la porta dell'ascensore e mi raggiunge

« figurati, mi conosci, sono sempre soprappensiero»

« che fai? Mi sembra di stare vivendo un dejavù. Un altro trasloco?»

ido perché non è andato poi cosi lontano dalla realtà.

« Come stai?»

Gli chiedo cercando di sviare la domanda, non ci vediamo da prima di Natale, quando ci siamo salutati prima della sua partenza per trascorrere le Feste con la famiglia. Ora che ci penso era lo stesso giorno della Festa della Catullo, quante cose sono cambiate da quel momento, anche se sono trascorsi meno di dieci giorni. Ma Saverio non sa nulla e io non so davvero come dovrò dirgli quello che ho deciso e che in parte sto già facendo adesso.

« Io sto bene, ho mangiato così tanto, sai come sono giù da noi»

rido

« lo so bene, lo ricordo ancora»

« ho preso almeno tre chili, tu invece sei sempre stupenda anzi mi sembri ancora più bella di quando ti ho vista prima di partire, non dirmi che hai passato tutte le vacanze natalizie in palestra?»

« No dai, sono sempre la stessa»

« ti dico di no, c'è qualcosa, non so...»

« bimba, non trovo le chiavi della macchina, le hai viste?»

dice Marco uscendo dal mio appartamento senza fare caso a Saverio, poi si ferma e ci guarda

« scusate non volevo interrompere»

e io guardo Saverio, l'espressione sul suo volto dice tutto, mi guarda e sorride. Un sorriso di quelli suoi, sinceri, gli appare sul volto e nonostante una parte del mio cuore sia dispiaciuta per lui, so che il suo affetto è genuino e vuole solo che io sia felice.

« Piacere Saverio»

porge la mano a Marco che prontamente la stringe

« Piacere mio, sono Marco Vascolaro»

poi tutti e due guardano me che continuo a rimanere in silenzio

« già scusate, Marco lui è Saverio, il mio salvatore, amico»

« aggiungerei tuttofare»

« anche, preziosissimo vicino fraterno»

« ho usato la mia cassetta degli attrezzi più a casa di Aurora che a casa mia»

« esagerato, ti sei offerto tu»

« sto scherzando, lo so, per me è sempre un piacere lo sai»

gli sorrido grata per tutto

« e lui è Marco, il mio...»

entenno ma solo perché non abbiamo mai definito questa cosa, non ci siamo mai dati etichette, non è da noi

« sono il suo psicologo e amante»

quanto è stupido, lo guardo scioccata e incredula

« scusalo Saverio, è solo tremendamente spiritoso»

Quando il cielo non bastavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora