Capitolo 21

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Suga's pov

Apro gli occhi con leggermente meno fatica del solito.
Me li stropiccio mentre calcio le lenzuola lontano dalla mia faccia, stiracchiandomi nel processo.
C'è silenzio.
Adoro svegliarmi il sabato mattina, nella tranquillità di una casa dove sono l'unico che oggi non ha scuola.
Accendo il telefono, trovando la solita lista di faccende e menù del pranzo che mia madre mi fa avere ogni settimana.
Oggi tocca al portare in salotto le scatole di vestiti che si è finalmente decisa a buttare, compito gentilmente delegatomi causa il mal di schiena di papà.

Nessun problema, mi dico.
E cazzo, non ci prendo per niente.
Inizialmente tutto a posto, riesco a non uccidermi con gli scatoloni e in linea di massima anche a sistemarli in modo decente vicino alla porta.
Poi però mi faccio prendere dalla curiosità e inizio a vedere cosa ho appena trasportato.

Grosso errore.
Il pavimento attorno a me si riempie presto di vestiti recuperati che maledizione a me potrebbero anche starmi.
《Non dovrei farlo》lo so cazzo, lo so.
Dovrei smetterla con tutta questa situazione.
È diventata ripetitiva.
Però...
《Non se ne può accorgere》lo so che mi piaccio così.
Per quanto non abbia il coraggio di ammetterlo ad alta voce.
Per quanto ancora ogni volta sia difficile.

Prendo una manciata di quei maledetti vestiti, sistemo il resto e torno nella mia camera.
《Li doveva buttare, tanto》cerco di convincermi durante il percorso.
Cazzo, se proprio devi continuare a fare questa vita sarebbe apprezzabile fosse un po' più semplice.
E invece no.
Ogni volta la testa si riempie di pensieri di troppo, ma comunque riesco a mettere un abito che, a vedermelo addosso, mi sta un pelino corto.
E non riesco neanche a chiuderlo come dovrei.
Maledetti lacci sulla schiena.

Mi guardo allo specchio.
Ecco, vedi che hai fatto bene a sostituire le mutande ai boxer?
Non solo ti aiutano a non farti schifo, ma non si vedono nemmeno sotto i vestiti.
Porto gli occhi sulle mie gambe, finendo per guardarle vagamente male.

《Dovrei toglierli》mormoro a mezza voce guardando i peli che le coprono.
Sospiro.
Perché ogni volta che mi metto davanti ad uno specchio finisco per trovare qualcosa di nuovo che non mi piace di me?
Non...
Non lo sopporto.
Non mi sopporto.
Perché devo essere così complicata?

Sospiro di nuovo, spogliandomi e provandomi altri pezzi del mio bottino.
Scartate un paio di magliette decisamente troppo piccole finisco per indossare una casacca e la vecchia gonna verde di mamma.
La adoravo questa quando ero piccola.

Abbasso gli occhi.
《Meglio》le gambe non si vedono.
Ma mi sa che dovrò trovare una soluzione.
Non posso provare... beh, disforia ogni volta che mi vedo.
...mi fa ancora strano usare quella parola.
Ma non è un problema che voglio affrontare adesso.
Dicevo.
Dovrò chiedere dei consigli a Shimizu.
Tanto lo so che ha già capito qualcosa.
Quella ragazza è fottutamente intelligente.

《Ecco, così ci sta davvero bene》mormoro riuscendo finalmente a non detestare il riflesso nello specchio.
Abbasso gli occhi per sistemare la gonna, trovando però il motivo per cui mia madre ha smesso di utilizzarla.
《È macchiata》e nemmeno poco.
《Maledizione》sussurro, per poi sbuffare.

《Beh, tanto mica devono uscire da qui》la sistemo in modo da non vedere più la macchia, per poi fare qualche giro su me stesso.
Fa strano.
Ancora non sono abituato.
Però sono io.
Anche se quel riflesso non sembra ancora rappresentarmi del tutto.
E questo pensiero cancella il lieve sorriso che era riuscito a nascere sul mio viso.

Vengo riportato coi piedi per terra dal suono del campanello.
Cazzo, vero, mamma aveva ordinato dei libri da Internet.
Abbasso gli occhi.
Non ho il tempo di cambiarmi.
Prendo un respiro profondo e corro verso la porta.
Non ti conosce.
Qualcuno ti vedrà così.
Perché sei così emozionata?
Apro la porta.

Best Friend ~DaisugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora