Capitolo 34

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Daichi's pov

Supero l'ingresso ancora teso per Suga.
Ho il telefono nelle mani e salto in aria ogni volta che ricevo una notifica credendo che sia sua.
Speriamo stia andando tutto bene.
《Sono a casa》emetto senza troppa forza di volontà appena mi chiudo la porta alle spalle.
《Hai comprato il latte?》ciao mamma, buongiorno anche a te.
No che non l'ho preso.
《L'ho dimenticato》avevo altro a cui pensare oggi.
Quella alza gli occhi al cielo.
《Tanto era per te e tuo padre》acida come sempre, vedo.
Copio il suo gesto ed esco dalla stanza, andando a cercare il sopracitato.

Lo trovo quasi appisolato sul tavolo da pranzo.
《Papà?》lo chiamo piano.
È quasi ora di cena, ma mi dispiace comunque svegliarlo.
È sempre stanco.
《Ehi, sei a casa》mi sorride dopo un enorme e fin troppo contagioso sbadiglio.
《È successo qualcosa di interessante oggi?》
Allontano lo sguardo.
Giusto una cosina.
《Nulla di che》emetto però.

《Voti?》nego con la testa.
《Abbiamo un compito tra qualche giorno però》aggiungo.
Sembra soddisfatto.
《D'accordo》
Sorride e lo faccio anche io, azione come al solito interrotta dalla gentil donzella nella stanza accanto.
《Qualcuno mi dà una mano o devo sempre fare tutto da sola?》chiedere direttamente è per gli stronzi, vero?

Sospiro sconfitto e raggiungo mia madre in cucina, bloccando con un gesto papá quando fa per seguirmi.
《Arrivo》
Lui mi sorride e accende la TV.
A giudicare dagli occhi stanchi lo fa per tenersi sveglio.
Ma sua moglie questo mica lo nota, così emette un verso scocciato.
Papà non lo sente.
Menomale.
Non la sopporto quando fa così.

La mia felicità è immane appena finisco di cenare e finalmente posso riprendere il telefono senza farmi urlare contro.
Mi chiudo in camera mia e leggo i messaggi arrivati da Suga.
Ce l'ha fatta.
È andata bene.
Mi scappa un sospiro.
Vorrei fosse così anche per me.
Vorrei anche io avere una mamma con cui poter parlare, e non solo una madre ingestibile.

☆☆☆

Sbadiglio abbastanza sonoramente mentre cerco di sistemare le ginocchiere per l'allenamento.
So che lo chiedo spesso, ma perché l'allenamento deve essere così presto?
Io voglio dormire.
Suga mi dà pacche comprensive su una spalla.
Mi sa che è d'accordo.
Asahi sceglie questo momento per presentarsi, entrando velocemente nella palestra e raggiungendoci a bordo campo.

《Perchè c'è così tanto silenzio oggi?》domanda dopo qualche momento.
In effetti fa quasi strano.
《Nishinoya non c'è di nuovo》dico, e lui si guarda intorno, probabilmente rendendosi conto a sua volta dell'assenza del libero.
Gli scappa uno sguardo apprensivo.
《Tanaka dice che ha la febbre》aggiunge il mio ragazzo, per poi alzare le spalle.
《O almeno così gli ha detto》
Si gira quindi verso di lui.
《Tu sei riuscito a fare qualcosa?》

L'asso abbassa gli occhi.
Sono più tristi di quanto dovrebbero.
《Si rifiuta di parlarmi. È da qualche giorno dopo il suo compleanno che mi ignora》
Suga sospira.
《C'è qualcosa che non va》
《Lo so!》risponde esasperato l'altro.
《Ma non so che fare. Non servo mai a niente》

Gli porto una mano a dargli delle pacche il più gentili possibili sulle spalle.
《Non buttarti così tanto giù ragazzone》
Il mio ragazzo mi dà corda, prendendo per qualche attimo una mano del più alto tra le sue.
《Andrà meglio》e mette su un piccolo sorriso.
Il più rassicurante del suo catalogo.
《Prima o poi》

Detto ciò i nostri doveri da parti di una squadra ci costringono a tornare tra gli altri.
E Asahi...
Punto a suo favore, non ha più lo sguardo da cucciolo bastonato.
Ma sicuramente non sorride.
E non lo fa fino alla fine dell'allenamento.

《Va sempre peggio》è infatti la prima cosa che dice Koushi appena le nostre strade si dividono qualche ora dopo.
《Davvero, non poteva prendersi una cotta per uno più semplice?》e sospira.
《Nulla togliendo a Yumi, povera ragazza》
Lo prendo per mano quando ricominciamo a camminare.
《Ma Asahi infatti non insiste di non provare assolutamente nulla per Nishinoya?》commento.
Suga ride.
《Credimi, l'ho fatto anche io》
Oh.

《Ancora non vuole affrontare la cosa, così la seppellisce e fa finta che non esista》e alza le spalle.
Il suo sguardo è puntato avanti, molto lontano dalla strada che stiamo effettivamente facendo.
《Funziona》
《Sono...》e ingoia a vuoto un attimo.
Lo sento.
Si schiarisce la gola.
Stringo la sua mano con la mia.
《Cioè, ho avuto una cotta per te fin dalle medie. Ti pare che non l'ho repressa per un sacco di tempo?》finalmente mi guarda.
《Oh》e io sgrano gli occhi.
Da così tanto...?
《Non... lo sapevo》

E lei alza di nuovo le spalle.
《Lo so》sta cercando di fare sembrare la cosa non importante.
Come se non mi avesse appena confessato che l'ho fatta soffrire per anni.
Cazzo.
《L'importante è che ora posso evitare di farmi venire il mal di pancia per colpa dei sentimenti》ridacchia quindi.
Mi irrigidisco un poco.

《Davvero?》sussurro.
Mi sorride rassicurante.
《Ma no poco》
Non potevo saperlo.
Ma cazzo.
A saperlo.
《Oh》forse ci saremmo conosciuti prima.
Forse avrei potuto evitargli alcune di quelle relazioni tremende in cui è finito.
《Scusa》sussurro.
Lo vedo alzare ancora le spalle.
Cerco di non darci troppo peso e ricominciamo a camminare.

《E qua ci salutiamo》mi dice quello che è sempre troppo poco tempo dopo.
《Già》sospiro, per poi ricordare una cosa che volevo proporgli e arrossire un pochino.
《Oh, prima... un'ultima cosa》mormoro.
Quello resta con le mani nelle mie.
《Ecco, mia madre non vuole che inviti nessuno a casa, lo sai》inizio senza guardarlo in faccia.
《Ma sabato sera lei e papà vanno da mia nonna e restano fuori》ingoio a vuoto.
Sento il suo sguardo fisso su di me.
《E mi chiedevo...》
《Si》mi interrompe quindi.
Lo guardo.
Ha gli occhi enormi.
Vorrei saltargli addosso e baciarlo fino a domani mattina.

《Non mi hai nemmeno lasciato finire》mi scappa con una risata.
Sorride anche lei.
Cazzo.
È bellissimo.
《Scusa. Continua》
Arrossisco ancora un pochino.
《Ti va di, sai...》
《Venire da me, magari cenare insieme?》porto lo sguardo nel suo.
《O nel caso dormire?》
E lì mi sorride ancora una volta.
《Ora posso dirtelo si?》mi strappa una risata.
《Si》

E dopo aver riso a sua volta mi lancia le braccia al collo e mi bacia.
Mi irrigidisco giusto un attimo, per poi mandare tutto a fanculo, ricambiare e stringere questa meraviglia persona a me.
E il pensiero che siamo per strada mi terrorizza sempre meno.
Anche perché il contatto dura in realtà pochi secondi, anche potrei giurare di essere rimasto bloccato nel momento per almeno un paio di minuti.
E poi Suga sgrana gli occhi e affonda la faccia nell'incavo del mio collo.
《Cazzo, devo chiedere ai miei》arrossisco di riflesso.
《Sarà imbarazzante》mi dispiace per te.

Il grigio alza quindi la testa, puntandomi un dito contro il petto.
《Se i miei chiedono i tuoi sono a casa》decreta.
《Ovviamente》
《Non lascerebbero mica due minorenni da soli》annuisco alle sue parole.
《Certo che no》
Ci guardiamo negli occhi qualche istante, per poi scoppiare a ridere.
Lo abbraccio un'ultima volta, e Suga ne approfitta per darmi un altro bacio a stampo.
《Ci vediamo domani》mi sorride lo stronzetto.
Cazzo.
Lo amo.
Sorrido.
《A domani》


Angoletto dell'author

Salve gente
Sono a Torino dalla mia migliore amica
A colorarmi i capelli e fare il mio secondo rewatch di hazbin hotel

Sono stranamente contento
Quindi
Beh
Yay
Torno a vivere la mia vita
Ciauuu

~Ash

Best Friend ~DaisugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora