Capitolo 37

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Daichi's pov

Recupero uno zaino dal fondo dell'armadio e con un nodo alla gola sempre più grande e soffocante inizio a riempirlo di tutti i vestiti che riesce a contenere.
《Daichi, posso entrare?》è la voce di mio padre.
Cerco di ingoiare le lacrime che premono per uscire.
Non rispondo.
La porta non è chiusa a chiave.
E infatti l'adulto dopo qualche istante entra.
Non mi fermo.
Non lo guardo.
《Potresti, ecco... spiegarmi cosa è successo?》sussurra.
Stringo i pugni, stropicciando la maglietta che suo malgrado resta bloccata nel mezzo.
Mi scappa un sospiro stanco.
Cos'altro ho da perdere, dopotutto?

《Io e Sugawara stiamo insieme》non oso portare lo sguardo su di lui.
《E mamma mi ha visto con lui dalla finestra》
Un tremito rompe la mia voce.
Mi mordo la lingua e mi insulto.
Giusto un pochino.
《Non c'era la macchina. Non pensavo fosse a casa》e qui il mio tono scende del tutto.
Sento le lacrime pizzicarmi la gola.
Non ho intenzione di piangere qui.
Non davanti a loro.
《Non lo avrei fatto altrimenti》
E ricomincio a riempire lo zaino.

Papà non reagisce subito.
Immagino stia cercando anche lui gli insulti da dedicarmi.
《Non...》lo sento quindi provare a dire.
Mi afferra una mano, bloccandomi.
Mi costringo alla fine a guardarlo.
《Smettila》sussurra.
Mi scappa una risatina amara.
《Tua moglie credo mi abbia buttato fuori di casa》e provo a liberarmi, ma forse per la prima volta da quando lo conosco lui resta fermo sulle sue idee.
《Non ci deve nemmeno provare》

Sobbalzo un pochino.
Lui...
Non la pensa come mia madre?
Mi strappa le cose dalle mani.
《Io... posa tutto. Le parlerò, la farò ragionare. Non puoi andare via》sembra più disperato di quanto non stesse facendo trasparire.
Ci tiene ancora a me?
Mi viene di nuovo da piangere.
《Non credo sarà così facile》ho difficoltà a parlare.
Abbasso la testa, guardando papà con un'espressione stanca e arresa.
《Sta ancora urlando》gli faccio notare.
Mi guarda addolorato.
Abbasso di nuovo lo sguardo.
《Vai da lei》e lui mi abbraccia e va via.

Resto come in trance per qualche momento di troppo.
Mi sveglio solo quando sento il rumore di un pugno sbattuto su un tavolo.
O una cosa del genere.
Salto in aria e ricomincio a riempire lo zaino.
Appena finisco mi faccio cadere stremato sul letto, prendendo il telefono tra le mani.
Sento come se il mio corpo fosse lontano chilometri, come se lo stessi controllando da lontano e con un certo ritardo in tutti i comandi.
Digito il numero sulla tastiera più per memoria muscolare che per altro.

《Koushi》sussurro appena sento rispondere.
Dovevo avere una voce così distrutta già dall'inizio?
Riprenditi.
Riprenditi cazzo.
《Daichi, che succede?》si preoccupa infatti subito.
Mi mordo la lingua.
Non piangere.
Non piangere.
《Mia madre era a casa》emetto alla fine.
Lo sento sobbalzare.
Cerco di sorridere.
《Non mi sembra intenzionata a smettere di urlare》
《Ancora qui è?!》sento dall'altra parte del muro.
Passi verso la mia stanza.
Rumori di un litigio.
《Ti ho detto di andare via!》
《Smettila!》questa è la voce di papà.
Deve averla fermata lui.

Torno alla mia conversazione.
《Potrei... restare da te questa sera?》mi tiro fuori di bocca.
Non voglio pesare sulle sue spalle.
Ho bisogno di lui.
《S-si, io...》balbetta immediatamente, per poi ingoiare a vuoto.
《Vado ad avvisare i miei》
Ho bisogno di abbracciarlo.
Il più presto possibile.
《Grazie》

Finisco velocemente di chiudere le mie cose e, con le mani tremanti e la gola dolorante, esco dalla mia stanza.
Le urla dei miei mi riempiono la testa già abbastanza dolorante di suo.
Non so nemmeno se papà mi vede quando esco.
Mia madre invece l'ha fatto sicuro, proprio mentre recuperavo il borsone che avevo lasciato all'ingresso.
Ed ha sorriso vittoriosa un attimo, prima di ricominciare a discutere.

Best Friend ~DaisugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora