Capitolo 40: In bilico

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La risata di Kenjaku era l'unico rumore udibile in quel momento, quasi tutte le maledizioni esorcizzate dal dominio di Lilith o dai colpi secondari che si erano scagliati a vicenda.

Lilith giaceva a terra immobile e in una pozza di sangue.

Un ghigno malvagio si formò sul viso di Kenjaku quando il velo-barriera venne distrutto e un Gojo furente varcò la soglia di quello che sembrava un vero e proprio campo di battaglia e non più un distretto della città.
I suoi occhi vagarono sulle macerie e in ogni angolo non restava altro che distruzione, come se li dentro fosse scoppiato il caos più totale.

Quando il suo sguardo si posò sul corpo inerme di Lilith un brivido di orrore percorse tutto il suo corpo.

"Da quanto tempo, Satoru" disse Kenjaku comparendo in cima ad un cumulo di macerie.

Gojo si voltò. "Non parlarmi come se fossi lui, feccia" tuonò prima di afferrare il colletto dell'uomo chiudendo la distanza che li separava in un battito di ciglia e scagliandolo contro uno dei pochi palazzi ancora in piedi. "Per quanto tempo ancora hai intenzione di farti usare, Suguru?" Domandò Gojo rivolto al suo ex compagno e migliore amico.

Kenjaku rise di gusto rialzandosi tutto impolverato e sciogliendo le spalle dopo il colpo subito. All'improvviso, però, la mano di Suguru si mosse in autonomia portandosi verso la sua stessa gola e stringendo forte come per soffocarsi o ribellarsi provocando non poco stupore in Kenjaku.

"Hah! Era la prima volta che capitava. Che cosa fastidiosa" rise scrollando la mano.

Senza ulteriori indugi Gojo scagliò il suo bagliore viola in direzione dello stregone nero che però si defilò prima di poter essere colpito.

"Ci si vede, Satoru Gojo, per il momento concludo qui... So riconoscere quando abbandonare le scene" disse questo svanendo nel nulla un attimo prima che il bagliore viola colpisse l'edificio dove prima c'era Kenjaku, distruggendolo completamente.

Quando Suguru, o meglio Kenjaku, sparì Satoru rilassò le spalle per poi camminare verso il corpo di Lilith. Era ridotta malissimo. Aveva sangue ovunque e ce n'era talmente tanto a terra e addosso a lei che Gojo non avrebbe saputo dire dove sanguinava esattamente.

Il naso gli pizzicò sentendo le lacrime cadere senza preavviso sul corpo immobile di Lilith.
Si inginocchiò al suo fianco e le accarezzò una guancia mentre le lacrime rigavano le sue guance scendendo giù fino al collo.

"Lilith..." Sussurrò guardandola "Mi dispiace. È colpa mia...."

Gojo prese il cellulare e chiamò Ijichi senza dargli troppi dettagli, poi raccolse il corpo esile di Lilith stringendolo a sé mentre i singhiozzi si facevano strada nella sua gola.

Quando Ijichi arrivò sul posto c'erano anche Nanami, Yaga e persino Esme che aveva insistito per andare con loro.

Vedendo la scena davanti ai suoi occhi Nanami tenne lontana Esme che però sbraitava per vedere la sua migliore amica.

"Lilith! Lilith!" Piangeva lei allungando le braccia nella sua direzione mentre Ijichi la teneva ferma per le braccia impedendole di correre dalla sua migliore amica per evitarle quello strazio.

I rumori arrivavano attutiti alle orecchie di Gojo, troppo sotto shock per poter fare qualsiasi cosa che non fosse restere immobile con Lilith tra le sue braccia piangendo e sussurrando il suo nome.

Nanami e Yaga si avvicinarono all'uomo che mai avevano visto in quelle condizioni.

"Satoru" disse Yaga inginocchiandosi di fianco al suo ex alunno posandogli una mano sulla spalla. "Coraggio, torniamo in istituto"

Cursed love      [Satoru Gojo X Main Character]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora