Capitolo 48: Agire e pazientare

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Ventiquattro dicembre. Era quello il giorno designato per mettere in atto il piano per fermare e sconfiggere Kenjaku, lo stregone nero più subdolo e astuto che l'intera umanità avesse mai affrontato. Nessuno sapeva i reali piani di Kenjaku, ma tutti si aspettavano che quella sera sarebbe esploso un putiferio.

Tutti quanti erano pronti al caos più totale e all'istituto di Tokyo, che era stato scelto come punto di partenza per tutti gli stregoni, regnava la concentrazione più assoluta. Tutti erano in silenzio e si preparavano per quella che probabilmente sarebbe stata la battaglia più lunga e dura delle loro vite. Chi faceva stretching, chi preparava o affilava gli strumenti maledetti, chi se ne stava in silenzio per non rompere la concentrazione e chi, come Lilith, non smetteva un secondo di fare avanti e indietro nel grosso salone all'ingresso, macinando chilometri su chilometri.

Gli studenti erano stati messi al corrente del fatto che sarebbe potuto esplodere il caos, soprattutto visto che già una volta Suguru Geto aveva lanciato migliaia di maledizioni contro stregoni e umani. Servivano tutte le mani possibili e, di conseguenza, qualsiasi persona dotata di energia malefica era stata chiamata ad agire.

"Lilith"

Una voce alle sue spalle e la mano che si posò su di lei la fecero sussultare. "Gesù, Satoru" disse lei tenendosi una mano sul petto dallo spavento. "Mi hai fatto prendere un colpo"

"Lilith sono preoccupato per te..." le rispose lo stregone guardandola con espressione preoccupata. Non stava indossando la sua benda e nemmeno gli occhiali quindi i suoi occhi così espressivi erano ben visibili. "Per te e per... bhe, lo sai... Tutto questo stress non va bene, sei ancora sicura di voler rischiare così tanto?" aggiunse lui posando la mano sul suo ventre per pochi istanti prima di toglierla.

Lilith sapeva che Gojo aveva ragione, ma non avevano molte altre scelte.

"Sono sicura, non mi tirerò indietro per un motivo così banale. So che sei in pensiero e so che risulterò insensibile e una pessima madre, ma non sarà questo bambino a impedirmi di fare la mia parte" disse Lilith sicura di sè. Non poteva mettere la vita di un singolo davanti a quella dell'intera umanità. "Dobbiamo farlo, costi quel che costi"

Satoru annuì piano rispettando la decisione di Lilith. Se lei era disposta a dare tutta se stessa per quella causa non poteva fermarla, sarebbe stato egoista e li avrebbe fatti litigare inutilmente.

"D'accordo. Mi fido di te, Lilith" le sorrise leggermente lui, cercando di non tradire il suo lieve nervosismo e agitazione.

Quando l'orologio alla parete rintoccò cinque volte tutti si voltarono. Era arrivato il momento che tutti aspettavano da così tante ore. Improvvisamente la tensione si era fatta palpabile e anziché la calma di poco prima regnava l'irrequietezza.

"Ragazzi" Disse Gojo parlando ad alta voce a tutti i presenti. Stregoni, studenti, assistenti e "medici". Tutti si voltarono ad ascoltarlo. L'influenza che Gojo aveva su tutti quanti era innegabile, probabilmente ascoltare qualche parola d'incoraggiamento avrebbe aiutato tutti quanti a distendere i nervi, anche se solo per qualche istante. "Fate del vostro meglio. Ho fiducia in voi e nelle vostre abilità... Fate in modo di ritrovarci di nuovo sani e salvi in questo istituto" Gojo sorrise. Non di certo parole così incoraggianti come Lilith si sarebbe aspettata, ma era pur sempre qualcosa.

Lilith prese un lungo respiro, le mani di Satoru si posarono sulle sue spalle prima di rivolgerle un ultimo sorriso incoraggiante. Lei si voltò per guardarlo e ricambiò il sorriso poi avanzò di qualche passo, pronta a dare inizio al loro piano d'azione. Sarebbe stata lei a iniziare a muovere le pedine sulla scacchiera. Doveva studiare attentamente le sue mosse perché da lei sarebbero dipese anche quelle degli altri.

Cursed love      [Satoru Gojo X Main Character]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora