8.

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Key dopo quella lezione, dopo quel contatto, stava facendo i conti pure lui con gli effetti collaterali che avevano iniziato a sorgere una volta rimasto solo.
Quel biondino era pure arte, era in grado di rappresentarla sia visibilmente in maniera tangibile, sia in maniera impercettibile agli occhi, arrivava dritta al cuore quando suonava.
Si spogliò di ogni indumento, appoggiò la maschera al lavandino, si guardò allo specchio e sorrise, non pensava di poter trovare qualcuno così simile al ragazzo che era un tempo, quello che era ancora sconosciuto al mondo, qualcuno che finalmente era riuscito a smuovere qualcosa dentro di lui.
Entrò in doccia, regolò il getto dell'acqua calda, appoggiò una mano al muro e sospirò, aveva l'immagine di Jimin persistente nella sua mente, stava riproducendo ogni sua curva, le immagini ero accompagnate dalla sua voce armoniosa.
Si morse il labbro inferiore, con l'altra mano scese lungo il suo corpo accaldato, non dall'acqua che scorreva su di lui, la temperatura corporea si era alzata dai pensieri peccaminosi che stava riproducendo senza riuscire a fermarli.
Afferrò con decisione la sua erezione iniziando a muoverla lentamente, il fiato si stava facendo più corto man mano che aumentava il ritmo.
I gemiti divennero più intensi, era difficile spiegare come si sentiva, ciò che stava provando era qualcosa di talmente forte da sfiorare l'assurdo.
Quando raggiunse il culmine del piacere diede un pugno alla parete sorridendo subito dopo.

"Jimin mi farai impazzire, o forse hai già iniziato a farlo".
Si sciaquò il corpo mentre continuava a sorridere, sembrava un ragazzo in piena fase ormonale.
Uscì dalla doccia, si asciugò i capelli mentre guardava il suo riflesso allo specchio.

Allo stesso tempo, in un luogo differente, più precisamente nella stanza di Jimin.
Avrebbe dovuto esercitarsi ma ogni volta che appoggiava l'archetto sulle corde sentiva il cuore accelerare, rivedeva e percepiva quello che era successo con Key, nonostante cercava di scacciare sia le immagini che le sensazioni si  ripresentavano più forti di prima.
Si arrese e ripose nella custode il violino, si sedette sulla sua scrivania e cominciò a rivedere per l'ennesima volta i video di Key, da quando era uno sconosciuto fino a quando divenne un artista di fama mondiale.

"Voglio diventare come te, trasmettere emozioni, andare al di là della superficialità".
Sospirò spegnendo poi il computer.
"Ti ammiro come artista, prima di allora non ero troppo curioso di sapere chi si nascondeva sotto la maschera. Mi bastava la tua musica, ma ora sembra che le cose stiano cambiando ".
Jimin parlò tra sé e se, si distese a letto, si mise a guardare il soffitto, quella scritta che tanto amava.

Jimin era un cumulo di sospiri e pensieri, affollavano e riempivano la sua mente.
Ma tra di loro una curiosità si stava facendo spazio tra tutta quella confusione, più la respingeva e più cresceva.
Voleva sapere chi fosse Key, l'ammirazione non sembrava più in grado di soddisfarlo, il tempo che aveva trascorso con loro, il tempo che aveva trascorso con lui, tutto ciò gli faceva desiderare di voler sapere di più.
I loro due mondi si erano appena toccati, sfiorati come le corde di un violino, eppure sembravano già comporre la loro melodia.
Volevano entrambi entrare più a fondo nella vita dell'altro, è raro ma succede, succede che nasca quella connessione che non necessita di tempo per solidificarsi, si insinua senza che nemmeno te ne renda conto.
Il tempo però poteva incidere su altre cose, infatti mancavano solo due lezioni e Key sarebbe ritornato alla sua vita, alla sua mondanità, allontanandosi da quella che silenziosamente era diventata una piacevole routine.
All'artista piaceva cimentarsi con i violinisti in erba, gli facevano ripercorrere il suo passato, non voleva smettere, come non voleva lasciarsi alle spalle Jimin.
La sua parte razionale però sapeva che il suo mondo aveva un lato tossico, non poteva portare dentro di esso Jimin, lo avrebbe risucchiato dentro un vortice di gossip e cattiveria, sempre se magari lui fosse stato disposto a provare.
Key si poneva fin troppe domande, sorrise al pensiero di ciò, era assurdo pensare al fatto di Jimin, se avesse mantenuto il segreto, se avesse magari voluto conoscerlo meglio, o se avrebbe reso di dominio pubblico la sua identità una volta scoperta.

Entrambi avevano scaturito una curiosità verso l'opposto non indifferente in poco tempo.


Key "Il violinista" JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora