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Le fughe di Key non dovevano essere molto frequenti, doveva essere cauto o avrebbe rischiato di essere scoperto.
Le prime due volte che era fuggito in incognito aveva trovato Jimin sempre in compagnia del suo amico.
Non poteva farsi avanti esponendosi con due persone, anche perché il suo obiettivo era un biondino che si svalutava fin troppo.
Si dice che la terza volta sia quella buona, quindi leggermente speranzoso l'artista si era seduto allo stesso tavolo, nella stessa pasticceria.
Aveva ordinato un caffè quando venne richiamato da una strana sensazione, portò subito lo sguardo verso la vetrata, si illuminò quando lo vide entrare, il suo sorriso si allargò ulteriormente quando lo vide solo, era la sua occasione.
Con molta calma finì di bere il caffè mentre non si lasciava sfuggire nemmeno una singola mossa di Jimin.
Ora si trovava esattamente dove voleva lui, sul balcone intento a scegliere il suo estratto di frutta, casualmente anche Key sentiva la necessità di un gustoso mix di vitamine naturali.
Dentro di sé fremeva come un bambino davanti alla bancarella di dolciumi, esternamente doveva contenersi, fece un respiro profondo e si alzò dal tavolino, raggiunse il suo obiettivo, si mise a fianco, gli diede un'occhiata fugace con la coda dell'occhio, assorto era ancora più bello.
Non riusciva a concentrarsi nella lista degli estratti esposta sopra il bancone, quel biondino stava risucchiando completamente tutta la sua attenzione.
La cameriera stava per avvicinarsi e lui doveva ancora decidere quale prendere, udi il nome di quello che aveva preso Jimin e disse.

"Anche per me quello".
Disse Key quando giunse la cameriera davanti a lui, lei sorrise e si voltò per iniziare a prepararlo.

Jimin quando udì quella voce si girò di scatto vedendo un ragazzo corvino affianco a sé, aveva percepito una strana sensazione, quella voce li aveva ricordato quella dell'artista ma era impossibile, magari era solo simile.
Arrossii leggermente quando il ragazzo a cui stava prestando troppa attenzione si girò e gli sorrise, il suo sorriso era così carino e luminoso che si sentì in soggezione anche perché non era l'unica cosa che apprezzava.
Distolsero lo sguardo entrambi, Jimin si stava torturando le mani per l'agitazione, per calmare il suo imbarazzo, Key invece stava giocando con l'anello della mano per lo stesso motivo.
I loro estratti arrivarono nello stesso istante, ora era arrivato il momento di azionare la fatidica casualità, un classico cliché.
Key fu il primo ad afferrarlo, in un secondo inclinò il bicchiere e si girò di scatto, il liquido instabile finì addosso alla camicia azzurra di Jimin che s'era appena ha voltato con il suo tra le mani.
Il liquido che gli finì addosso lo sorprese, ma fu veloce a riappoggiare il suo bicchiere nuovamente sopra il bancone.
Rimase un attimo sconcertato, aveva capito che era stato solo un banale incidente, questo ovviamente era quello che pensava lui, ma cavoli era la sua nuova camicia, era così contento di sfoggiarla quella mattina.
Primo passo fatto, ora doveva indossare una maschera diversa l'artista, quella da attore.
Prese dal porta salviette una manciata di esse, iniziò a tamponare la macchia che il suo estratto aveva causato, il tutto contornato da delle scuse con un tono imbarazzato mescolato a quello colpevole.
Jimin avrebbe potuto prendere fuoco e allo stesso tempo congelarsi in quel momento, la prima reazione per il contatto ravvicinato con il corvino, la seconda perché era così paralizzato da non riuscire nemmeno a spiaccicare parola.
Si riprese dal suo stato di shock quando il ragazzo smise di toccarlo rivolgendogli la parola.

"Scusami, sono un disastro".
Disse Key, poteva benissimo fare anche l'attore per quanto fosse stata credibile la sua messa in scena.

"Tranquillo, può succedere".
Disse Jimin cercando di non arrossire ancora di più e soprattutto di non balbettare.

"Mi sentirò meno in colpa se mi darai il tuo numero. È solo per farmi sapere il costo della lavanderia".
Disse Key, ovviamente non era esattamente quello il suo scopo ma doveva continuare a restare nel suo personaggio.

"No, non serve, non preoccuparti".
Disse educatamente Jimin.

Key non si sarebbe arreso, tirò fuori il telefono della tasca dei jeans e glielo porse.

"Giuro che è solo per il conto".
Disse sorridendo, a quel sorriso avrebbe ceduto chiunque proprio come Jimin.
Prese il telefono con le mani un po' tremanti e compose Il suo numero salvandolo successivamente.

"Ovviamente nel conto aggiungerò anche il prezzo dell'estratto, così potrai berne uno pensando a me ".
Disse Key maliziosamente salutandolo successivamente, avevo osato ma non era riuscito a trattenersi oltre.

Jimin deglutì la saliva senza riuscire a rispondere, fece un sorriso timido rimanendo poi da solo davanti al bancone.

L'artista soddisfatto uscì dalla pasticceria sorridente più che mai.
- Missione compiuta-.

Key "Il violinista" JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora