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Jimin lo aspettò al tavolo, poco dopo arrivò Key nonché Jungkook, era completamente coperto, osservò ogni sua mossa mentre si toglieva il cappello, la sciarpa, la giacca, avrebbe potuto consumarlo solo guardandolo, il suo cuore stava impazzendo, vedeva il suo volto coperto dalla maschera e poi scoperto, si alternavano queste due immagini mentre lo stava raggiungendo, avrebbe voluto urlargli in faccia di tutto, ma sentiva solo il suono persistente del suo cuore martellare nel petto.
Una volta davanti uno di fronte all'altro si guardarono come se si vedessero per la prima volta, ma infondo quell' incontro non era ricoperto di segreti, le barriere erano state abbattute.
Jungkook si sedette, ora erano alla stessa altezza con lo sguardo, Jimin non si era reso conto di essersi seduto sullo stesso tavolo del giorno in cui venne lasciato solo.
Era sempre stato attendo a non prendere quello con la lanterna con il filo rosso dipinto, l'unica volta che non ci aveva minimamente pensato fu proprio quella, l'istinto non segue le regole che ci imponiamo costantemente, preferisce agire e non rimuginare.
Il biondino continuava a maledirsi mentalmente, voleva parlare, aveva anche voglia di tirargli un ceffone, eppure l'unica cosa che riusciva a fare era rimanere immobile, incollato ai suoi occhi.
Jungkook aveva organizzato il tutto ma effettivamente non aveva mai pensato a come avrebbe agito una volta arrivato davanti a Jimin, erano tutti e due paralizzati, si decise ad ordinare un vino e qualche stuzzichino, sperava che servissero un minimo per sbloccarli.
Mangiarono e bevettero un bicchiere di vino in completo silenzio.

"Offendimi, lanciami dietro pure il vino. Fai ciò che vuoi ma non farmi sentire invisibile".
Disse Jungkook dopo aver terminato il secondo bicchiere di vino, osservava Jimin che si stupì di quella frase.

"Pensavo ti piacesse essere invisibile".
Usò un tono aspro, racchiudeva la delusione e la rabbia che provava per lui in quel momento.

"So di averti ferito ma apprezza almeno che mi sia messo in gioco per te".
Controbatté ferito da ciò che aveva detto l' opposto.

"Non ti ho chiesto io di farlo, come non ti ho chiesto io di prenderti gioco di me".
Lo sguardo di Jimin era tagliente, stringeva il manico del calice tra le mani, gli era venuta voglia di lanciarglielo addosso.

"Ti ho mentito, ma non è che avessi altra scelta".
L' opposto controbatteva usando le stesse maniere che riceveva, aveva stravolto la sua vita per quel ragazzo.

"Perché siamo qui".
Sospirò Jimin, la tensione nell' aria lo stava opprimendo, voleva scappare ma allo stesso tempo voleva solo sollevare la tavola per buttarsi addosso a quel dannato corvino che tanto voleva odiare.

"Perché non potevamo essere altrove, perché entrambi volevamo vederci".
Sorrise Jungkook allungando la mano appoggiandola sopra a quella di Jimin che divampò per il gesto ma non si oppose.

"Vorrei chiederti un'altra possibilità, tu conosci Key, voglio farti conoscere Jungkook".
Aggiunse stringendo la mano e continuando a sorridere, nessuno aveva acceso il suo interesse come quel ragazzo che ora lo stava guardando con le guance tutte rosse.

"Sei il primo a cui concedo una seconda possibilità".
Sorrise imbarazzato Jimin.

"Sarò anche l'ultimo".
Rispose deciso.
"Mio bel violinista ora devo andare, ma la prossima volta non ti lascerò così facilmente".
Si alzò e si avvicinò all' orecchio di Jimin.
"Le doti di Jungkook le devi ancora scoprire".
Sussurrò lasciando l'opposto paralizzato e rosso in viso capendo il doppio senso della frase.

Key "Il violinista" JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora